Wiesel: troppo grande per l'ebreo errante il castigo di Auschwitz

Wiesel: troppo grande l'b Wiesel: troppo grande l'b p gper l'ebreo errante i i A pil «castigo» di Auschwitz SE la deportazione ad Auschwitz non l'avesse strappato sedicenne al suo villaggio transilvano. Elie Wiesel non sarebbe mai divenuto uno scrittore: * lui a dirlo, adesso che 11 suo nome e quello di un candidalo al premio Nobel Ma e uno strano scrittore, che racconta sempre la stessa vicenda, e sempre per ripeterci che e una vicenda incomprensibile, assolutamente insplegablle. -Per me l'atto di scrivere non e altro che 11 desiderio di Incidere alcune parole su una pietra lombale-. Wiesel e tra noi ostinatamente, dopo quarant'annl. la voce di sei milioni di ebrei massacrati, è colui che assume la -difesa dei morti-, non solo di fronte al loro carnefici o agli Indifferenti — non ebrei ed ebrei — che 11 hanno abbandonali o subito dimenticati, ma anche di fronte a coloro che in qualunque modo tentano di sottrarre quell'evento a ciò che lo rende unico nell'orrore. Inconfrontablle con qualunque altro evento, fuori da ciò che appartiene al giudizio degli uomini, sacro. Dopo Auschwitz, niente e più come prima. mi. lo strumento di Wiesel. sebbene abbia una corda sola, è ricco di suoni. Perche a fare dello sterminio un enorme blocco nero che Incombe su tutto, dal quale non si può neppure dopo decenni distogliere lo sguardo, e la ricchezza umana. l'Intensa e multl- COME altri periodi della stona del cinema, anche il cinema muto italiano è stato oggetto, in questi ultimi anni. di studi e ricerche attente e metodiche (basti ricordare la monumentale Storia di Aldo Bernardini, di cui sono e" usciti tre volumi presso Laterza) E tuttavia la produzione cinematografica successila alla prima guerra mondiale e ancora in gran parte ignota le probabilmente perduta) nonostante che. almeno C9 E' sempre meno spazio per le buone .lotlzle sul nostri giornali. Se I giovani di domani li sfogheranno per ' capire il nostro presente, si domanderanno come 11 mondo sia riuscito a sopravvivere Eppure, se guardiamo al passato, possiamo essere -orgogliosi del tempo In cui viviamo. 11 • progresso- cammina e per 11 futuro ce ancora qualche spiraglio Una malinconia che non chiude la porla alla speranza attraversa l'ultimo libro di Vittorio Buttai ava. Cari /loft del 2053 E un reportage accorato sul mali dell'Italia d'oggi, un'inchiesta in forma di lettere indirizzate alle generazioni di un futuro tanto prossimo quanto denso di ombre, con l'augurio che per loro 1 nostri drammi siano solo più un ricordo. Per ora. dice Buttafava. -noi restiamo smarriti e fnsfruri E' come se fossimo su una zattera con II terrore dt andare a fondo all'Improvviso- Tutto intorno si agita un mare di problemi: un'Inflazione di armamenti e la guerra nucleare appesa a un bottone, la natura distrutta dall'inquinamento, corpi stroncati da cancro e Infarto, milioni di uomini che non hanno 11 sufficiente per nutrirsi, animali seviziati In nome della scienza. E poi cambiamenti profondi ma -confusi- del nostro costume; una sessualità più Ubera, una famiglia più aperta, remane!- foi me vitalità del mondo che e stato schiaccialo. Le dimensioni del negativo sono misurale da ciò che nega In Wiesel a mirabilmente raccontare C ancora la tradizionale comunità ebraica, che nel raccontare, fin dal comandamento biblico di narrare al figli, a Pasqua, la liberazione dall'Egitto, ha da sempre II suo vincolo di coesione più volte millenario. In Celebrazione liassidica 1 maestri che per due secoli hanno vivificato le comunità dell'Europa orientale rivivono attraverso la memoria che Elie Wiesel serba del racconti che 11 nonno. vecchio fedele hassld. gli faceva quand'era bambino. Senza questa tradizione alle simile lo sterminio nazista non sarebbe che uno fra 1 tanti massacri della storia, una sciagura cieca e 1919: i languo insignii icante come unii qualunque calamità naturale. Auschwitz è unico ixrche 11 popolo ebreo e unico, perche unica e la sua vicenda -L'hassidismo che predicava la fratellanza e la riconciliazione divenne l'altare su cut fu immollilo un intero popolo. {Celebrazione hassldica). E' la solitudine di un po|x>lo di reietti disperso nelle gelide pianure della Polonia, della Oalizia. dell'Ucraina, un ]x>i>olo capace tuttavia di entusiasmarsi, di sperare, di non rinunciare malgrado tutto a benedire la vita, che Ingigantisce al di l(i di ogni limite l'orrore di Auschwitz. strappandolo a qualunque r'iterlo ordinano e risaputo. I libri di Wiesel — e In particolare gli ultimi due da poco tradotti ili italiano Celebrazione hasstdua ri del cinema ita di Auschwitz si chiama delusione messianica. Una delusione tanto disperatamente profonda che non può essere neppure nominala. Il popolo ebraico e — come l'accusavano gli antichi Padri della Chiesa — il popolo non-ascetico. 11 popolo che attaccato alle concrete promesse del suo Dio non le ha mal tresposic In senso allegorico e spirituale, ma ha sempre atteso con l'età messianica la tangibile consolazione delle sue terribili sofferenze. Il popolo ebraico ha |>er troppi secoli piegato II capo e le ginocchia sotto le percosse del suol nemici, accettandole da Dio come espiazione delle sue colpe: ma sei milioni di moni, la cancellazione di un mondo, non possono più essere concepiti come un castigo, come la correzione Inflitta da un Padre La delusione ebraica e dunque assoluta. Per questo e assoluto II dolore ebraico. Celebrazione liassidica è costruita come 11 resoconto dello sprofondamento nella delusione, dalla gioiosa fiducia aperta due secoli fa dal Baal Shem Tov fino alla cupa disperazione dell'ultimo grande rabbi chassldlco: 11 tragico Mi nachem Mendel di K. Sergio Quinzio I he Wiesel: .Celebrazione hassldlca. Ritratti e leggende-, Spirali, 252 pagine. 20.000 lire. Elle Wiesel: • L'ebreo errante., (limitimi, lt'l pagine, 8000 lire. Antichi costumi ebraici e //coreo errante — svelano 11 volto ebraico che abbiamo la colpa di non conoscere. Coloro die osano ancora riversare sugli ebrei l'accusa di essere stati e di essei e i pruni razzisti potranno misurare le dlllercnzc: .Come in tutta l'Europa centrata) gli ebrei ricchi (■nino più ricchi degli altri, i poveri più poveri Cosi il dotatore ebreo — lo conoscevo bene: un rosso taciturno dallo sguardo pungente - - era più Ignobile e più detestato del suoi colleglli cristiani In santità e in avarizia, in scaltrezza e In Ingenuità. In bene e in male, gli ebrei vivevano in uno sialo di continuo superamento- {L'ebreo errante) Oh ebrei non sono unici perdir- sono migliori degli altri, ce scritto già nella Bibbia A guardare davvero come stanno le cose, l'orrore liano scono questa filmografia sono li a dimostrarlo Se molti di questi film esistono ancora — e sarebbe stato utile che Martinelli ce lo dteesse caso per taso — ff poterli vedere o rivedere costituirebbe oggi una eccezionale occasione per ricostruire, nei suoi risvolti sociali, di costume, di mentalità e di gusto, un periodo storico non certo tranquillo Forse li si potrebbe rintracciare quel filo rosso che lega l'Italia giolittiuna a quella fascista E allora le folli fmssiont o gli ingenui sl>erlefft. ma anche il dannunzianesimo e il nazionalismo che questi film sprigionano, indtchet ebbero una strada da seguire ;xt meglio comprendere la cultura in cui il fascismo riuscì a tur breccia ( .ialini Rondolino Vittorio Martinelli: .11 cinema mulo italiano. I film drl dopoguerra 1919., .Bianco e Nero. n. 1/3. pimi |1'isì|. :;ll pagine. 1 resoconti di Landriani, viaggiatore lombardo

Luoghi citati: Auschwitz, Egitto, Europa, Italia, Polonia, Ucraina