I diecimila coraggiosi di Lero di Giuseppe Mayda

I diecimila coraggiosi di Lero L'ultimo presidio italiano che si arrese ai tedeschi in Egeo I diecimila coraggiosi di Lero Quarant'anni fa (il 26 settembre 1943), migliaia di soldati e marinai si sacrificarono nella difesa dell'isola, martellata per 70 giorni dagli aerei della Luftwaffe - Del loro comandante, l'ammiraglio Mascherpa, la repubblica di Salò si vendicò fucilandolo - Gli epici combattimenti e gli incredibili atti di eroismo Fu l'ultimo presidio italiano ad arrendersi al tedeschi dopo 18 settembre '43 e la vendetta del fascismo di Salò s'abbaito. spietata, su quel comandanti — come gli ammiragli lnlgo Campioni e Luigi Mascherivi — che quella strenua resistenza In qualche modo avevano diretta e animala: l'Isola di Loro — 53 chilometri quadrati. 8000 abitanti e una base per sommergibili — seppe Infatti tenere testa alla Wehrmaclu per settanta giorni rifiutando di ammaina:. Il irlcdc-e finche a meta novembre, squassata dal bombardamenti aerei, con le truppe decimate e prive di aiuti e ui munistoni, non venne sopraffalla In questi giorni, ricorrendo Il quiranlcsimo anniversario della tragedia, un gruppo di reduci e tornato in pellegrinaggio in quél Dodecanneso j dove, nel giorni dell'armistizio, migliala di sold.'.l e di marinai italiani furono sacrificati alla bieca strategia di Vittorio Emanuele III e di Badoglio che — dinanzi alla guerra perduta — avevano deciso di rovesciare l'alleanza senza curarsi del destino del Paese e dell'esercito (e sembra che Badoglio, mentre trattava la resa attentissimo a non farne trapelare notizia a nemici ed amici, avesse detto cinicamente a un collaboratore: -Pur di mantenere questo segreto ho preventivato metto milione di perdile nel Balcani.). Perche — ormai lo si sa — Il grande dramma delle nostre forze armate all'8 settembre 43 fu dato dal fatto che i comandi periferici non erano stati informati con un mini mo di tempestività, sia pur nel quadro di misure di sicurezza, dei contatti in corso per una resa agli anglo-americani e quella stessa •Memoria O.P. 44. — che fra le righe avrebbe dovuto dire: .Attenti che stia mo per cambiare campo e nel caso onrniJM' davvero dovrete comportarvi con t tedeschi cosi e cosà' — venne redatta in tono talmente circospetto, ermetico e lacunoso, che I più intelligenti capirono alla rovescia. Per le grandi unita disloca te fuori dal confini della ma d re patria (Francia. Balcanla, Grecia, Egeo) 11 comando supremo, che sarebbe poi come dire 11 trio Badoglio-Ambrosio-Roana, ricorse all'invio di messaggeri (ma soltanto il S settembre!) con l'incarico di recapitare due promemoria: 11 tir. 1. pur senza parlare dell'armistizio, dava istruzioni aggiuntive alla 'Memoria O.P. 44. e ciò* 'nel presupposto di i'.:;-:.;.';:u germanica di atti di ostilità contro organi del Governo e Forte Armate italiane in misura e modalità tali da rendere manifesto che non si tratta di episodi locali ma di orione collettiva- (a parte I contorcimenti slnlattl'.-1 di questo pessimo italiano, la dizione era ambigua: come poteva il comandante di un presidio in Montenegro capire da se se un atto di ostilità, da parte dei tedeschi andava considerato .orione collettiva* oppure semplice •episodio focale» sul quale, evidentemente, si doveva passare sopra, senza drammatizzare?); 11 promemoria n. 2 — che doveva essere 11 vero perno della questione — faceva, si. esplicito riferimento all'armistizio ma era privo di qualsiasi indicazione di data, anche approssimativa. Un ufficiale dello Stato Maggiore — del quale non e mal stato rivelalo il nome — era 11 messaggero Incaricato di recapitare una copia del promemoria a Rodi, all'ammiraglio e senatore lnlgo Campioni. 65 anni, toscano di Viareggio, già comandante della flotta nelle battaglie di Punta siilo e di Capo Teulada. e ora capo militare dell'Egeo. Il messaggero sarebbe partito in aereo, da Roma, la mattina dell'8 settembre ma 11 velivolo non decollò .a causa del cattivo tempo- e questo malgrado l'ufficio meteorologico dell'Aeronautica — per i giorni 8 e 9 settembre '43 — non avesse segnalalo alcuna perturbazione atmosferica di rilievo. Il volo ebbe luogo soltanto l'indomani. 9 settembre; tuttavia, all'altezza di Pescara, sempre per via del tempo avverso, l'aereo atterro e non riparti pia (e qui sia consentito notare come, nelle stesse ore, ottanta aerei arrivarono a Pescara da Roma per seguire la Corte in fuga e nel pomeriggio la regina discusse all'aeroporto, con Vittorio Emanuele III e con Badoglio, se proseguire 11 viaggio al Sud via mare oppure In aereo). E' cosi che a Rodi, capitale del Dodecanneso, la notizia dell'armistizio giunge soltanto nella serata dell'8 settembre attraverso la radio. Nell'Isola la divisione tedesca •Rhodos.. del generale Kleeinanii. formala da 4000 uomini, tra cui molti austriaci della territoriale, si impadronisce rapidamente degli aeroporti di Maritza e Oadurrà e poi. minacciando un bombardamento indiscriminato di Rodi con gli «8iukas> di base a Creta, strappa a Campioni la firma della resa della guarnigione italiana, composta di 34.000 uomini. Il contrammiraglio Mascherpa. un genovese cinquantenne pluridecorato che e stato pilota di idrovolanti nella grande guerra e ha comandato 11 battaglione • San Marco*, e 11 governatore dell'isola di Lero. che ha un presidio di 8006 uomini, di cui due terzi marinai, ed e difesa dai 1200 fanti del I' battaglione del 10" reggimento «Regi-' na-, Mascherpa si rende con-, to che, neutralizzata Rodi. 1 tedeschi potranno spostare tutto 11 peso dell'attacco contro le Isole minori: la sola speranza — dice nel suo rapporto agli ufficiali — e in un massiccio intervento alleato (che invece mancherà). L'indomani, 12 settembre, sbarca nell'isola la missione britannica, un battaglione scozzese agli ordini del tenente colonnello French (e questo può considerarsi, dal punto di vista storico, come il primo atto di collaborazione politico militare tra Italiani e alleati) ma 1113 arriva a Lero un contingente di paracadutisti tedeschi mentre, partendo da Creta, la Luftwaffe scatena pesanti attacchi aerei. Kleemann offre la resa il giorno stesso .a co ridir ioni o no rettili- ma Mascherpa rifiuta. E' evidente che, per Lero. ci sarà una dura battaglia e l'ammiraglio incarica 11 comandante della contraerea, capitano di fregata Virgilio Spigai, di compiere un giro di ricognizione fra tutti 1 reparti dell'isola: «Ti dò un mulo, una macchina e il mio motoscafo. Quei poveri cristi delle batterie non sanno niente di quello che succede. Spiegagli come stanno le cose, informali, sentigli il polso. Va', cammina, parla. Tirameli su. Sappimi dire come la pensano-. -Ma lei, signor ammiraglio — chiede Spigai — come la pensa?-. Mascherpa si rabbuia e, mezzo In italiano, mezzo In genovese, mormora: •Questi inglesi vanno plano plano e vedo che il cerchio si stringe. Vedrai che farà caldo-. Spigai parte e torna rapidamente. Tutte le ventiquattro batterle, con cento bocche da fuoco, hanno risposto preoccupate ma decise: • l'i: a fi tatui e viva il re-. Anche gli ufficiali fascisti si sono dichiarati pronti a combattere -purché la bandiera dell'isola resti italiana- (e, per il vero, finita la battaglia e cominciate le rappresaglie. I tedeschi fucileranno fra gli altri un centurione della Milizia. Caii.se, comandante del reparti delle camicie nere). La lotta per Lero ha Inizio il 26 settembre e durerà cinquanta giorni, fino al 16 novembre. Le forze Inglesi aumentano attraverso lo sbarco di altri contingenti comandati dal generale Tllney 11 cui proclama in dieci punti ne contiene uno — il quinto — che tende ad escluderci dalla battaglia vera e propria (•/ tedeschi cercheranno di provocare confusione con l'uso improprio di divise italiane; è perciò necessario disporre che i contrattacchi siano effettuati dalle truppe britanniche Non sarà necessario quindi che le truppe italiane si muovano dalle loro posizioni-): tuttavia slamo noi quelli che si battono dal primo momento all'ultimo, che sfidano le minacce del volantini tedeschi (.Marinai di Lero.'/ nomi di coloro che vi hanno vendu fo agli inglesi ci sono noti. Quando sbarcheremo li sottoporremo a orribili torture. Generale Kleemann-). che armati di vecchie batterie contraeree da 76 ingaggiano epici combattimenti con la Luft waife abbattendo 200 appa recchi tedeschi, che si dissan guano negli assalti e contrassalti attorno al capisaldi dell'isola e che compiono atti di eroismo quasi Incredibili (l'è lettrlcista Cavezzale, poi de co rato di medaglia d'oro alla memoria, cade ucciso durante un attacco alla batterla 127 sul monte Maraviglia perché •avendo visto ferito il suo comandante si lanciava con la baionetta inastata contro un ufficiale tedesco armato di fu Cile mitragliatore-). Oli italiani di Mascherpa e gli inglesi di Tiincy. di Hall e di Brlttorus riescono a re spingere 11 12 novembre un tentativo di sbarco di cinque' cento tedeschi all'altezza di Palma e Origo ma sono sopraffatti dal lancio di un mi gitalo di paracadutisti e guaita lori nel centro di Lero, attorno ad Aimda, dov'è il comando britannico. Però, mentre Mascherpa rifiuta l'offerta di un parlamentare tedesco che propone la vita salva a tutti gli Italiani - se essi si arrenderanno indipendentemente dagli inglesi-, sono 1 britannici a cedere per primi le armi alle 1035 del 16 novembre '43: e proprio 11 generale Tllney che, consegnatosi al nemico, va su una motocarrozzetta tedesca al comando di Mascherpa per invitarlo a fare altrettanto (e l'ammiraglio, con calma olimpica, dopo aver guardato l'orologio, sono le 18.30. prende il telefono e si mette in comunicazione col capitano Spinai: •Abbiamo finito — gli dice — Gli inglesi hanno smesso. Puoi dare ordine alle batterie di cessare il fuoco-). Ma combattimenti sporadici, da parte nostra, continuano durante la notte e cessano soltanto nelle prime ore dell'indomani. Il 22 novembre i tedeschi deportano in Oermanla, nei campi di internamento, tutti gli ufficiali e soldati fatti prigionieri (parecchi, però, sono riuscivi a sottrarsi alla cattura e a raggiungere la Turchia). Ma prima, col pretesto che sono stati trovati sgozzati alcuni paracadutisti, violano come a Cefalonia le norme del diritto internazionale — perche, tra l'altro. l'Italia ha formalmente dichiarato guerra alla Oermanla da più di un mese, 1113 ottobre —, fucilano diversi nostri ufficiali come 11 comandante Vittorio Meneghini, 11 capitano di fanteria Elio Radice, il sottotenente Antonio Quaranta. Il tenente di vascello Edoardo Oardonc. La vendetta piti feroce è quella fascista. Oli ammiragli Mascherpa e Campioni, consegnati al governo di Salò, sono processati qualche mese dopo alla Corte d'Assise di Parma perche colpevoli, agli occhi di Mussolini, di essere rimasti fedeli al governo le cltilmo del loro Paese e per averne eseguito gli ordini. In vano lo stesso ministro della Giustizia, Piscni i, cerca di far comprendere al duce l'assurdo giuridico e del processo e della condanna: Mussolini vuote morti quel .traditori.. E 1124 maggio '44, due giorni dopo la sentenza, Mascherpa e Campioni sono fucilati. Muoiono da coraggiosi, saranno decorali di medaglia d'oro al valor militare. Giuseppe Mayda