Le vedove della mafia parlano al Csm «Troppi dubbi sui giudici di Palermo »

Le vedove della mafia padano al Csm «Troppi dubbi sai giudici di Palermo » Ascoltate le mogli del procuratore Costa e del capo della mobile Giuliano Le vedove della mafia padano al Csm «Troppi dubbi sai giudici di Palermo » Le inchieste sui due omicidi non hanno fatto passi avanti • «Chi combatte i mafiosi fino in fondo rischia di diventare un isolato» - Il Consiglio superiore attende nuovi documenti «riservatissimi» trovati in un cassetto di Chinnici • La prossima settimana sarà sentito anche Paltò commissario De Francesco DALLA SEDAZIONE ROMANA ROMA — Figure minute, vestite di nero, la vedova del procuratore Gaetano Cotta e la vedova del capo della squadra mobile di Palermo, Boris Giuliano, sono comparse Ieri davanti alla prima commissione referente del Csm per riproporre 1 loro dubbi su alcuni magistrati palermitani. Non hanno mosso accuse, ma elencato latti sul quali chiedono chiarezza. .MI si deve dire — ha detto tra l'altro Rita Battoli Costa — se mio marito fu tilt don Chisciotte, o te invece fu scorretto il comportamento di chi, dopo averlo lasciato solo a firmare ordini di cattura contro importanti mafiosi, lo indicò come unico responsabile di quei provvedimenti». Dalle due audizioni. Unite a tarda notte, 1 commissari del Csm hanno tratto soprattutto un'impressione già emersa dalla lettura del «diario* di Chlnnld: chi a Palermo combatte la mafia fino In fondo rischia di diventare un Isolato, almeno In parte. Elementi per un quadro globale della situazione a Palermo Il Csm il attende anche dal nuovi documenti inviati dal procuratore di Caltanisetta, Sebastiano Patanè. Tra l'altro, cinque fogli protocollo fitti di annotazioni, trovati In un cassetto di Chinnici. Nel rapporto di polizia presentato subito dopo l'assassinio del giudice, quegli appunti vengono dcltnltl «riservatissimi-. Si parlerebbe anche della nipote di un alto magistrato palermitano che sarebbe stata assunta da un mafiosa Quei fogli vennero consegnati alla polizia da una figlia di Chinnici insieme a due nastri magnetici: il primo contiene la registrazione di una telefonata minatoria; 11 secondo appare «pulito», cioè non Inciso. Il protrarsi delle audizioni di Ieri non ha permesso al commissari di esaminare e valutare questi documenti. Ascoltata per prima, Rita Bartoll Costa ha raccontato quel che accadde nel maggio I960. Nel corso di un'animata riunione, alcuni magistrati della Procura si rifiutarono di emettere ordini di cattura contro mafiosi del clan Spatola e Inzertllo. Fu cosi che 11 procuratore Costa decise di 11 rmare da solo quel provvedimemi. Poco dopo fu ucciso. Quella vicenda, ha detto ieri Rita Bartoll Costa, fu «ti motivo scatenante' del delitto: avrebbe dimostrato che 11 procuratore di Palermo non si fermava neppure se tutto 11 suo ufficio gli si schierava contro. E Costa conduceva inchieste delicatissime. Tra queste, l'Indagine sull'assassinio di Plersantl Mattarella presidente della Regione Sicilia. Venti giorni prima di morire, U procuratore aveva disposto il sequestro di atti di appalti comunali bloccati proprio da Mattarella per presunte Irregolarirta. Rita Bartoll Costa ha la mentalo come, a tre anni dal l'omicidio di suo marito, l'Inchiesta sul delitto non abbia fatto alcun passo avanti. Per due anni sarebbe stata trattata alla stregua di un processo per omicidio colposo, e 1 risultati fin qui raggiunti han no poca consistenza: la magi stratura di Catania, titolare del procedimento, ha emesso In tutto solo una comunicazione giudiziaria per un mafioso che peraltro è latitante da anni. Il pm Sctacchltano sarà ascoltato oggi, Insieme al giudice Istruttore Barrile, anche per un'altra vicenda: l'Inchiesta contro il capomafia Oerlandò Alberti. Trafficante di droga, Alberti venne arrestato e accusato anche dell'assassinio di un albergatore che aveva favorito la sua cattura. Sctacchltano, che rappresentava l'accusa, chiese pero 11 proscioglimento di Alberti per insufficienza di prove. Il giudice Barrile non tenne conto delle richieste dell'accusa e rinviò a giudizio Alberti, poi condannato a 24 anni. Nell'ordinanza di rinvio a giudizio Barrile censurò 11 comportamento di Sclacchllano: ha voluto sminuire le prove d'accusa. Sono episodi che probabilmente In un'altra città non avrebbero sollevato polemiche e clamore. Ma a Palermo, quando l'Imputato è un mafioso, tutto assume coloriture diverse. Cosi anche per la storia raccontata dalla vedova del commissario Giuliano. Mio marito, ha detto Maria Giuliano, non aveva il necessario sostegno da parte della magistratura. Indagò a lungo sul giro di assegni trovati In tasca al boss DI Cristina, ucciso a Palermo nel 1979. ma 11 suo rapporto rimase per lunghi mesi nel cassetti del pm Scozzar!. Perché? Altri elementi la prima commissione referente 11 attende dall'Alto commissario De Francesco, che sarà ascoltato all'Inizio della settimana prossima. De Francesco ha Inviato al Csm diversi rapporti per protestare contro alcuni provvedimenti della magistratura. Ad esemplo, la sentenza che ha ridato la libertà al tre Imputati dell'assassinio del capitano Basile. E' probabile che a tic Francesco Mano chiesti anche chiarimenti sul suol rapporti con l'Industriale Mario Rendo. Secondo le confidenze di un detenuto riportate nel «diario- di Chinnici, De Francesco Informava Rendo delle Indagini sul suo conto. La circostanza e stata comunque ridimensionata dal giudice Falcone. Al Csm ha detto: su questo punto U detenuto non mi sembrò at tendlblle.

Luoghi citati: Catania, Palermo, Roma, Sicilia