Un Gassman nuovo per la tragedia di Macbeth

Un Gassman nuovo per la tragedia di Macbeth Al Filarmonico di Verona grande (% Inedita) prova dell'attore, anche traduttore e regista Un Gassman nuovo per la tragedia di Macbeth Ha proposto di sé un'immagine quasi antitetica a quella cui è avvezzo il pubblico • Recita con assorta contenutezza, e la Guarnieri è stupenda come virtuosa del Male VERONA — Traduttore, regista e Interprete, Il Gassimi!» di questo Macbeth, presentato In prima nazionale l'altra aera al Teatro Filarmonico con successo caloroso e pieno, propone di sé un'Immagine diversa, quasi antitetica a quella cui 11 pubblico si 6 da molti anni avvezzo. Ohe O iissmaii (osse un letterato (Ine lo aveva già dimostrato l'eccellente versione dell'Otello, l'anno scorso: e questa del Macbeth (Oscar Mondadori) e. semmai, ancora più limpida e suadente. Ma che sapesse, all'occorrenza, porsi registicamente al servizio di un testo, concertarne la messinscena In termini spesso inediti, accordarvi coralmente non solo l'Interpretazione sua, ma anche quella degli altri, sino al più giovani, era meno facile prevedere. E ancor meno che nella propria •rllettura» del protagonista sapesse rinunciare, finalmente, alla ben nota •maniera grande al •gassmanlano», per scoprire accenti e toni nuovi, più dimessi e sottili. Nel lavoro di regia, che s'Intuisce attento e meditato. Gassman si è giovato dell'aiuto fondamentale di un valente scenografo. Paolo Tornimi si. e di un giovane musicista, G umami rea Oazzola. Tornasi gli ha disegnato una reggia bassa, rettangolare, di legno spesso e scuro, che s'apre su un portone scorrevole, si muove e s'articola all'Interno per sempre nuove campiture e spaziature grazie al vario dls porsi di due alle scalee. E' 11 luogo del potere (e, quindi, dell'ambizione, della violenza, del sospetto), ma e anche una locanda di teatro, un rudimentale Globe o Swann elisabettiano, col suol piccoli spogliatoi a tendina sui lati e la balconata alta per gli effetti. 1 cambi di ruolo, le prove, addirittura, degli attori. Giacché siamo, dunque, come gli spessi costumi di iuta, le maglie, le loriche, 1 casi betti di cuoio suggeriscono, nella Scozia altomedlcvale di Dimenio, ma slamo anche a teatro, o In quel gran teatro del mondo In cui U Male spesso s'ostina a farla da protagonista. E il Male, nella sua vistosa finzione diabolica, nella sua grottesca mimesi, é esibito come tale, le streghe sono attrici, con mimi e acrobati, che si dispongono, in un breve masque Iniziale, a recitare se stesse: e la loro nauseabonda aggressività, la loro vischiosa seduzione é soprattutto un magma di voci strinate elettronicamente, un vibrare di percussioni (questo il lavoro, persino debordante, di Oazzola), una rapsodia di suoni animali che U lnsegue, pervicace, per tutto II dramma. Il Male, dunque, esiste: sarà l'esibizione gulttesca di chissà quali forze istrioniche che si pavoneggiano dentro di noi. sarà soltanto una rissa Idiota di furie rumorose, ma dobbiamo In ogni caso farci 1 conti. Ecco. Gassman ha fatto di questo Martiri li una specie di moraltty play nostra contemporanea. In cut l'uomo lotta contro 11 Male: cioè conlrr> se stesso, contro le due fondamentali componenti d'ogni nostra azione, la paura e 11 desiderio, la voluttà e II terrore, il sé, affermato con ebbrezza cgollca, e 11 non-Io. Ma é una lotta (e veniamo all'interpretazione dell'attore) che non ha nulla di mostruoso o di maledetto, di crudele o di titanico, come la tradizione scenica europea ha spesso inteso. E' la lotta di un uomo tentato e fragile, insicuro e Infantilmente cocciuto, in cui la smania é sorella sempre della pavidità. Stupirete a leggerlo, ma potrete verificarlo a novembre a Torino: Oassman stavolta recita con l'assorta contenutez¬ a ¬ za di chi sta compiendo un abissale Itinerario interiore: U suo è un viaggio, tortuoso e franto di continuo, nel meandri dell'anima, epperclO tutto nel mezzi toni di un disperatissimo bilancio La giovanile generosità militare presto s'Innerva In un più secco orgoglio, sfocia nell'ambizione, s'Ingorga nel delitto, s'inoltra nell'lncubo: duttile l'attore asseconda questi trapassi con molta misura, anche 1 monologhi sono pause riflesdve più distese, non occasioni virtuoslstiche. Qui la •virtuosa» del Male. In cui é radicalmente lntrolcttata. é semmai la lady Macbeth di Anna Marta Guarnieri. che In tal modo si prjpone. anche stlllstlcament!. come l'esatto doppio, speculare e complementare, del consorte: ed é stupenda In quel chiudersi a rìccio nel bozzolo se toso della perdizione, per uscirne a scinti, con Impennate della voce martellante, con lo strappo del gesto incisivo nell'aria: liberala dal demone solo nella quieta follìa finale. Oli altri sono spettatori dell'epifania dell'Atroce, ma alleni' partecipi, ben dosati nelle loro fatali emozioni: come quel Mucchi ti di Luciano Virgilio cosi vibrante di commosso sdegno o quel Banquo di Carlo Montagna, onesto e incerto, probo e smarrito nel dedalo della vita. Stavolta, senza Ingaggiare grandi nomi, Oassman ha un bel lotto di compagni. dall'Esposito al De Sando. dal Baroni al Nlslvoccla. alla giovane, promettente Carcascl, prima di un sestetto di valenti neodlplomatl della Bottega Teatrale di Firenze. Guido Davli o Bonino zaUfdntgsgsnam Due momenti del Macbeth a Verona: Gassman e Anna Maria Guarnieri presentano il dramma scespiriano come una ricerca del Male net profondo della coscienza

Luoghi citati: Firenze, Scozia, Torino, Verona