Il «clan» Chiabotti rinviato a giudizio

Il «don» Chiabotti rinviate a giudizio Una truffa da 300 milioni col gasolio Il «don» Chiabotti rinviate a giudizio Sette persone • Non fu mai installata la fabbrica per ricavare mangimi animali da petrolio Non mancava certo la fantasia a Cesare e Pietro Chiabotti, padre e figlio, per frodare il fisco con 1 traffici del petrolio. L'ultima truffa imputata al due operatori della Val di Busa riguarda un progetto per ricavare mangimi per animali dal gasolio. L'operazione e tecnicamente possibile e non e Invenzione del due petrolieri, plurlcondannatl e da anni rifugiatisi all'estero per evitare 11 carcere. Negli anni "73-74. I due Intraprendenti Imprenditori crearono un'apposita società, la Ablo (Ausiliari basi termoorganlchc) per dare vita al progetto. Oli Impianti, a fianco della Isomar, altra azienda di Sant'Ambrogio di Busa ricettacolo di traffici illeciti, dovevano produrre pctroprotelne dopo un complesso ciclo di lavorazioni. Interpellalo. Il ministero dell'Industria diede i permessi necessari: la materia prima, il gasolio, non sarebbe stata sottoposta i, imposte. Ma a una condizione: che ci fossero gli Impianti previsti e che il prodotto petrolifero venisse utilizzato per le biopiote Inc. In realtà il progetto del Chiabotti rimase soltanto sulla carta. Non un solo macchi¬ nario fu installato. L'obicttivo era un altro: usufruire del gasolio esentasse per dirottarlo clandestinamente nella rete commerciale. Evasione accertata, sul trecento milioni. I responsabili della frode sono stati Ieri rinviati a giudizio dal dott. Aldo Cuva. Oltre al due Chiabotti sono sotto accusa le mogli. Daniela Untar e Patrizia Leone, un dipendente. Giampiero Nobbio e un funzionarlo imi. Enrico Fcrlllo. Tranne Nobbio, sono lutti latitanti. Le accuse: falso e concorso in contrabbando

Persone citate: Aldo Cuva, Busa, Chiabotti, Daniela Untar, Giampiero Nobbio, Nobbio, Patrizia Leone, Pietro Chiabotti