Tra tante splendide creature, ecco la possente «GT0»

Tra tante splendide creature, ecco la possente «GT0» Tra tante splendide creature, ecco la possente «GT0» E' uno dei pezzi più apprezzati dai collezionisti • In tre anni ne furono prodotte 39: motore di tre litri, 270 CV - Vinse numerose competizioni, raggiungeva i 240 l'ora Le bolle Ferrari sono lauto e lutto amale dal collezionisti sparsi per il mondo. Ma una delle più desiderate e preziose e sicuramente la -250GTO.. possente berline: i a a due pumi sospinta da un dodici cilindri di tre litri. La vettura venne costruita nello stabilimento di Maranello dal 1962 al 1964 esattaniente in 39 esemplari. Vien da sorridere pensando ai numeri di certe produzioni attuali dei -big- dell'automobile. Epputro. quelle 39 -OTOvennero fabbricate dalla Casa modenese pezzo pi r pezzo. Oggi, forse, non .-ai ebbe più possibile. Una macchina dalla sloria curiosa, almeno |>er quanto riguarda la denominazione. In origine si chiamava semplicemente .250 GT-, E quella •O- In più? Colila di un telegramma, tutlc le outo che partecipano a Rare uiilciall debbono essere omologale (ecco II significalo di quella o i. ina nessuno vicla al co¬ struttore di vendere le vetture prnna di questa omologazione. Che accadde? Semplice, quando la commissione tecnica della Federazione internazionale dell'auto (la Fla) conlormò la rispondenza della -250 OT- al requisiti previsti, la Ferrari invio un breve telegramma al clienti che già avevano acquistato la vettura e che aspettavano il -via- por l'impiego agonistico. 11 telegramma comunicava con concisione degna di Tacilo (fra l'altro, allora in Ferrari si risparmiava sulla lira): -Vettura 250 GTO-. Come dire: -La 250 GT è itala omologata-. La -250 OTO- è la prima vera -stradale sportiva- realizzala a Maranello. Nacque per la necessità di olfrire alla clientela una macchina che sostituisse in modo degno la .250-. diventala una -due più due-. Una macchina \ht girare e per correre. Ma questa splendida Ferra¬ ri ò importante anche por essere stata l'ultima voltura da competizione •matta In Maranello- con motore anteriore. P»r tre anni la -OTO- tu schierata nel campionato mondiale marche categoria Granturismo e per tre anni (1962. '63 e '64) diede alla Scuderia del Cavallino 11 titolo. Usci di scena solo a causa dell'entrata In vigore di un nuovo regolamento che consentiva l'Impiego di auto con cilindrala doppia. Im boriinoti* venne guidala da fiordi campioni e ottenne una nutrita serie di affermazioni in giro per il mondo. Ricordiamo piloti come Rodiiguez, Penske, Guidici. Pi!>' i. Parkes. Graham Hill. Scarfloltl. Vaccarella, corse rome la Targa Florio, la Coi>pa Inter-Europa, le -1000 kmdi Parigi e del Nuetburgrlng. il Tour de Franco, la -12 oredi He 11 li;, Uomini e gare del tempo che fu. Rosta la Ferrari e restano, curalo e — si può dire? — coccolalo, moltissime -OTO.. In un recente raduno ne furono coniale una ventina, tutte in i'i ntte condizioni. Del resto. iMissedcrnc una significa avere un oggetto di valore. Ce slitto anche chi si 6 dichiarato disposto ad offrire 300 milioni per acquistarne una. E anche oggi la -250 OTOrimane una vettura rispettabile. La linea e di Pininfarina, la carrozzeria del modenese Scagllctll (questa azienda ora fa parte della Ferrari). Il 12 cilindri a V di 60 gradi fornisce una potenza di 270 CV a 7500 giri/min: 2 valvole per cilindro, alimentazione con sei carburatori Weber, invertiti, doppio corpo. Cambio a 5 marce, sospensioni anteriori a ruote indipendenti e posteriori a ponte rigido, freni a disco sulle quattro ruote. E la velocità? La bellezza di 240 km/h. Una mostruosità per gli Anni 60. Chi l'ha guidata dice: -£ra un sogno-. ni. fe. pia ▲ ;% ' * v' '(,!<)> è slata la prima Ferrari stradale c sport» n insieme: una Ih rimetta dalle linee aggrev -iie, disegnata da Pininfarina e carrozzala a Modena da Scaglietti. Aveva un motore di 12 cilindri in grado di erogare una potenza di 270 CV e raggiungeva i 240 l'ora. Fu prodotti per Ire anni

Persone citate: Florio, Graham Hill, Parkes, Pininfarina, Scaglietti, Semplice, Vaccarella

Luoghi citati: Maranello, Modena, Parigi