Il Mediterraneo mare delle balene

Diciannove specie di cetacei censite nei nostri mari dal Cnr Diciannove specie di cetacei censite nei nostri mari dal Cnr H Mediterraneo, mare delle balene e la Stenclla (Stenclla coerulealba), detta anche Delfino striato. Sono abbastanza comuni anche il Globicefalo (Globicepliala melaena) e il Grampo (Grampus griseus). Le specie più difficili da incontrare sono invece la Balenottera minore (Balaenoptera ucutorostrala), lo Zifio (Ziphius cavirostris), l'Orca (Orcfnus orca), la Pseudorca (Pseudorca crassidens), lo Steno (Steno rostrato) e la Focena (Phocaena phocaena). Queste e altre specie figurano nei due tipi di schede distribuite dal Progetto Cetacei. Il primo tipo serve per la segnalazione di esemplari spiaggiati riconoscibili dai disegni e dalle dimensioni riportati; l'altra scheda presenta invece la imprecise o inattendibili, 1 dati pervenuti con le schede sono stati estremamente utili per determinare, almeno approssimativamente, quali sono per le specie più diffuse, il periodo riproduttivo, la distribuzione a seconda della stagione e la conformazione dei branchi... Le specie più frequenti di Mlsticeti (cetacei con fanoni) sono la gigantesca Balenottera comune (Balaenoptera phisalus) e il Capodoglio (Physcter catodon), che sono 1 più grossi cetacei del Mediterraneo e possono raggiungere i 20-25 metri di lunghezza. Tra gli Odontoceti (cetacei con denti), sono diffusi i dclfinidi: il Tursiope (Turslops truncatus), il Delfino comune (Delphinus delphis) linea di emersione dei cetacei più diffusi e serve per le segnalazioni di avvistamenti in mare. Chiunque volesse collaborare al progetto può richiedere le schede presso le principali Capitanerie di porto. Il Wwf via P. A. Micheli, 50, Roma, oppure presso 1 musei e gli istituti organizzatori sopra menzionati. Il Musco Oceanografico del Principato di Monaco ha da poco tempo creato un centro di raccolta e di elaborazione dei dati forniti dalle varie campagne di censimenti. Questa -banca dati» è appoggiata da vari organismi internazionali come il Wwf, la Fao, lo Iucn (International Union for the Conservation of Nature) e la Commissione Baleniera che tutela a livello tura in tutto il Paese, rappresentando un sicuro prodotto per l'esportazione dopo le alterne sorti del caffé. Gli Usa sono il maggiore importatore di piretro. Il piretro è simile a una margherita e appartiene alla famiglia delle Composite; è una pianta erbacea, alta 30-60 cm, da giovane ha un portamento a rosetta piuttosto serrato. Le foglie sono alterne, grigiastre, lunghe 10-30 centimetri, profondamente incise, pcnnatofide con segmenti acuti, lineari. I fiori (in realtà si tratta di infiorescenze) sono capolini di 3-4 cm di diametro, portati singolarmente su lunghi, affusolati peduncoli. I capolini sono protetti da brattee lanceaolatc involucranti. I fiori periferici, detti del raggio (quelli che volgarmente sono chiamati petali), sono in numero di 18-22; la corolla tubulare è bianca con 5 lobi, ha 1,5 cm di lunghezza, è dentata, unisessuale. I fiori del disco sono chiusi su un ricettacolo leggermente convesso, disposti a spirale, ermafroditi (cioè con organi maschili e femminili), gialli, lunghi 5 mm; il calice è piccolo, ha 5 denti, gli stami sono 5 inseriti alla base della corolla, l'ovario è infero. I frutti (acheni), lunghi circa 4 millimetri di colore marrone pallido, contengono un seme. II piretro richiede l'impollinazione incrociata per produrre i semi: gli agenti impollinanti sono dittcri e coleotteri. La resa in fiori dipende dalle varietà e dal clima: 300-400 kg per ettaro possono considerarsi una buona produzione, tenuto conto che la fioritura si estende su di un periodo di 9 mesi. Il contenuto in piretrina varia tra 1*1,3 e il 2 per cento. La fase più importante è la raccolta dei fiori al giusto stadio di sviluppo, stadio che è riconoscibile dal fatto di avere tutti i fiori esterni disposti in modo orizzontale; in seguilo il contenuto in pirctrìna diminuisce. L'essiccamento può avvenire al sole o con le tecniche più avanzale dirigendo aria calda a temperatura non superiore a 80 "C verso i fiori. L'estratto ottenuto dai fiori essiccati usando come solvente del petrolio contiene sei piretrine (esteri, cioè sostanze formate dalla combinazione di un acido e di un alcool): plretrina I e II, clnerina I e II, Jasmolina I e II. L'aggiunta di alcuni componenti chimici rafforza l'efficacia insetticida. Per impieghi agricoli, considerato l'elevato costo di produzione del piretro, sono state ottenute in Giappone e in Gran Bretagna piretrine di sintesi con le stesse caratteristiche di quelle naturali. Elena Accati mondiale i cetacei e controlla inoltre i Paesi in cui la caccia e permessa. Altri censimenti e ricerche nel Mediterraneo sono seguiti dalla Spagna, dalla Francia e In parte anche dalla Tunisia. Entro il 1985 si avranno le idee un po' più chiare riguardo il misterioso mondo di questi mammiferi marini. Poche settimane fa è slata pubblicata la «Guida dei Cetacei dei Mari Italiani., edita dal Cnr e distribuita in numero di copie limitato dall'Ufficio Vendita Pubblicazioni del Cnr, piazza Aldo Moro 7, Roma. Gli autori. Luigi Cagnolaro del Museo di Storia Naturale di Milano, Antonio Di Natale dell'Istituto di Zoologia di Messina e Giuseppe Notarbarlolo di Scia- l leeelli in migrazione sul Bos Contati e identific ra dello Hubbs Sea World Research e Scrlpps Institutlon (California Usa), presentano nella guida la cetofauna mediterranea e forniscono alcune note pratiche per il riconoscimento delle diverse specie e addirittura per 11 soccorso di esemplari rinvenuti ancora vivi sulle spiagge. Si calcola che ogni anno circa 10.000 esemplari muoiano per incidenti; alcuni restano intrappolati nelle reti da pesca, altri vengono massacrati dall'elica del motori; molti, benché tutti i cetacei siano protetti dalla legge, vengono catturati e uccisi abusivamente. Si aggiunge a questi incidenti, considerati abituali, il recente caso di una femmina dì Zifio, morta per soffocamento dopo aver ingerito uno di quegli indistruttibili sacchetti di plastica che finiscono in acqua per la cattiva educazione di coloro che scambiano il mare per una pattumiera. La Guida dei Cetacei consiglia a chi dovesse trovare un esemplare arenato di avvisare subito la più vicina Capitaneria di porto. Se l'animale è ancora vivente, nell'attesa che venga* trainato al largo, bisogna fare il possibile per mantenere la pelle del soggetto umida; si può ricoprire il corpo con stracci bagnati di colore chiaro, avendo l'avvertenza di non ostruire o far entrare dell'acqua nello sfiata- foro. Da sinistra: aquila imperial ati gli uccelli che vo Diciannove specie di cetacei censite nei nostri mari dal Cnr Diciannove specie di cetacei censite nei nostri mari dal Cnr H Mediterraneo, mare delle balene e la Stenclla (Stenclla coerulealba), detta anche Delfino striato. Sono abbastanza comuni anche il Globicefalo (Globicepliala melaena) e il Grampo (Grampus griseus). Le specie più difficili da incontrare sono invece la Balenottera minore (Balaenoptera ucutorostrala), lo Zifio (Ziphius cavirostris), l'Orca (Orcfnus orca), la Pseudorca (Pseudorca crassidens), lo Steno (Steno rostrato) e la Focena (Phocaena phocaena). Queste e altre specie figurano nei due tipi di schede distribuite dal Progetto Cetacei. Il primo tipo serve per la segnalazione di esemplari spiaggiati riconoscibili dai disegni e dalle dimensioni riportati; l'altra scheda presenta invece la imprecise o inattendibili, 1 dati pervenuti con le schede sono stati estremamente utili per determinare, almeno approssimativamente, quali sono per le specie più diffuse, il periodo riproduttivo, la distribuzione a seconda della stagione e la conformazione dei branchi... Le specie più frequenti di Mlsticeti (cetacei con fanoni) sono la gigantesca Balenottera comune (Balaenoptera phisalus) e il Capodoglio (Physcter catodon), che sono 1 più grossi cetacei del Mediterraneo e possono raggiungere i 20-25 metri di lunghezza. Tra gli Odontoceti (cetacei con denti), sono diffusi i dclfinidi: il Tursiope (Turslops truncatus), il Delfino comune (Delphinus delphis) linea di emersione dei cetacei più diffusi e serve per le segnalazioni di avvistamenti in mare. Chiunque volesse collaborare al progetto può richiedere le schede presso le principali Capitanerie di porto. Il Wwf via P. A. Micheli, 50, Roma, oppure presso 1 musei e gli istituti organizzatori sopra menzionati. Il Musco Oceanografico del Principato di Monaco ha da poco tempo creato un centro di raccolta e di elaborazione dei dati forniti dalle varie campagne di censimenti. Questa -banca dati» è appoggiata da vari organismi internazionali come il Wwf, la Fao, lo Iucn (International Union for the Conservation of Nature) e la Commissione Baleniera che tutela a livello tura in tutto il Paese, rappresentando un sicuro prodotto per l'esportazione dopo le alterne sorti del caffé. Gli Usa sono il maggiore importatore di piretro. Il piretro è simile a una margherita e appartiene alla famiglia delle Composite; è una pianta erbacea, alta 30-60 cm, da giovane ha un portamento a rosetta piuttosto serrato. Le foglie sono alterne, grigiastre, lunghe 10-30 centimetri, profondamente incise, pcnnatofide con segmenti acuti, lineari. I fiori (in realtà si tratta di infiorescenze) sono capolini di 3-4 cm di diametro, portati singolarmente su lunghi, affusolati peduncoli. I capolini sono protetti da brattee lanceaolatc involucranti. I fiori periferici, detti del raggio (quelli che volgarmente sono chiamati petali), sono in numero di 18-22; la corolla tubulare è bianca con 5 lobi, ha 1,5 cm di lunghezza, è dentata, unisessuale. I fiori del disco sono chiusi su un ricettacolo leggermente convesso, disposti a spirale, ermafroditi (cioè con organi maschili e femminili), gialli, lunghi 5 mm; il calice è piccolo, ha 5 denti, gli stami sono 5 inseriti alla base della corolla, l'ovario è infero. I frutti (acheni), lunghi circa 4 millimetri di colore marrone pallido, contengono un seme. II piretro richiede l'impollinazione incrociata per produrre i semi: gli agenti impollinanti sono dittcri e coleotteri. La resa in fiori dipende dalle varietà e dal clima: 300-400 kg per ettaro possono considerarsi una buona produzione, tenuto conto che la fioritura si estende su di un periodo di 9 mesi. Il contenuto in piretrina varia tra 1*1,3 e il 2 per cento. La fase più importante è la raccolta dei fiori al giusto stadio di sviluppo, stadio che è riconoscibile dal fatto di avere tutti i fiori esterni disposti in modo orizzontale; in seguilo il contenuto in pirctrìna diminuisce. L'essiccamento può avvenire al sole o con le tecniche più avanzale dirigendo aria calda a temperatura non superiore a 80 "C verso i fiori. L'estratto ottenuto dai fiori essiccati usando come solvente del petrolio contiene sei piretrine (esteri, cioè sostanze formate dalla combinazione di un acido e di un alcool): plretrina I e II, clnerina I e II, Jasmolina I e II. L'aggiunta di alcuni componenti chimici rafforza l'efficacia insetticida. Per impieghi agricoli, considerato l'elevato costo di produzione del piretro, sono state ottenute in Giappone e in Gran Bretagna piretrine di sintesi con le stesse caratteristiche di quelle naturali. Elena Accati mondiale i cetacei e controlla inoltre i Paesi in cui la caccia e permessa. Altri censimenti e ricerche nel Mediterraneo sono seguiti dalla Spagna, dalla Francia e In parte anche dalla Tunisia. Entro il 1985 si avranno le idee un po' più chiare riguardo il misterioso mondo di questi mammiferi marini. Poche settimane fa è slata pubblicata la «Guida dei Cetacei dei Mari Italiani., edita dal Cnr e distribuita in numero di copie limitato dall'Ufficio Vendita Pubblicazioni del Cnr, piazza Aldo Moro 7, Roma. Gli autori. Luigi Cagnolaro del Museo di Storia Naturale di Milano, Antonio Di Natale dell'Istituto di Zoologia di Messina e Giuseppe Notarbarlolo di Scia- l leeelli in migrazione sul Bos Contati e identific ra dello Hubbs Sea World Research e Scrlpps Institutlon (California Usa), presentano nella guida la cetofauna mediterranea e forniscono alcune note pratiche per il riconoscimento delle diverse specie e addirittura per 11 soccorso di esemplari rinvenuti ancora vivi sulle spiagge. Si calcola che ogni anno circa 10.000 esemplari muoiano per incidenti; alcuni restano intrappolati nelle reti da pesca, altri vengono massacrati dall'elica del motori; molti, benché tutti i cetacei siano protetti dalla legge, vengono catturati e uccisi abusivamente. Si aggiunge a questi incidenti, considerati abituali, il recente caso di una femmina dì Zifio, morta per soffocamento dopo aver ingerito uno di quegli indistruttibili sacchetti di plastica che finiscono in acqua per la cattiva educazione di coloro che scambiano il mare per una pattumiera. La Guida dei Cetacei consiglia a chi dovesse trovare un esemplare arenato di avvisare subito la più vicina Capitaneria di porto. Se l'animale è ancora vivente, nell'attesa che venga* trainato al largo, bisogna fare il possibile per mantenere la pelle del soggetto umida; si può ricoprire il corpo con stracci bagnati di colore chiaro, avendo l'avvertenza di non ostruire o far entrare dell'acqua nello sfiata- foro. Da sinistra: aquila imperial ati gli uccelli che vo

Persone citate: Antonio Di, Capodoglio, Elena Accati, Giuseppe Notarbarlolo, Micheli