Ho cosato molto okkèi

Ho cosato molto okkèi Ho cosato molto okkèi Come parlano i giovani e i meno giovani dell'estate 1983? La risposta più sintetica può essere questa: parlano covie i disc-jockey delle radio private. La sintassi è ridotta all'essenziale ancora più dei costumi da bagno, l'unico modo verbale sopravvissuto è l'indicativo (i congiuntivi fanno venire le vertigini), si affacciano costruzioni inedite come «dedicato per» invece di «dedicato a», il dizionario è contenuto in poche decine di parole elementari e quando ci si avventura nell'uso di termini più complessi spesso i vocaboli vengono accostati no* secondo i loro significati reali ma in base alle più vaghe assonanze. Anche quest'anno più che mai l'Italia è il dolce Paese dove l'ofcfcdi suona. Un okkèi che può essere affermazione, interiezione, esclamazione, aggettivo, avverbio: ofcfcei. vengo stasera; una pizza okkèi,"lui nuota okkèi; okkèi, si va in discoteca! e via americanizzando. Quasi tutta la comunicazione, del resto, è affidata a un poker di parole tuttofare. Uàhuu, l'esclamazione-nata in margine alla pop music, è tra le parole più usate e intraducibili. Poi ci sono quelle che una volta erano considerate parolacce. Casino vuol dire semplicemente confusione, figlietlo significa grazioso e ha tutta una serie di variazioni sul tema (fichissimo, figo, sfigato per dire sfortunato). L'ultima edizione dello «Zingarelli», appena pubblicata da Zanichelli, rispctlo alla precedente edizione di una dozzina di anni fa riporta novemila parole in più, il che vuol dire che in media nascono due parole al giorno. E' anche vero però che probabilmente ne muoiono quattro. Alcuni modi di dire ieri imperversanti oggi sono arcaismi: nella misura in cui, a livello di, gestire e simili sono espressioni che ormai potrebbero essere esposte nella bacheca di un eventuale musco linguistico. Il sinistrese c il sindacalese appaiono in estinzione, il discorso «non» si porta più avanti. Ora invece si corre verso un .vocabolario alla Claudio Cccchctlo, un linguaggio gc-' nerico che parla se stesso a vuoto, In una approssimazione espressiva che equivale a un rumoroso mutismo. Non a caso uno dei verbi nuovi che oggi vanno diffondendosi è il genericissimo cosare. Come con il «puzzare» dei fumetti (chi non conosce i Puffi?), si può cosare tutlo e si può cosare niente. Ecco, amici, vi ho cosato. Okkèi? p. b.

Persone citate: Zanichelli

Luoghi citati: Italia