Pulici, l'uomo degli ultimi 20 minuti che segna gol importanti per i viola

Pillici, l'uomo degli ultimi 20 minuti che segna gol importanti per i viola La Fiorentina ha riscoperto, a Pescara e a Lecce, l'ex bomber granata Pillici, l'uomo degli ultimi 20 minuti che segna gol importanti per i viola FIRENZE — In una città come questa, nella quale prendersi in giro fa parte del costume, l'arrivo di Paolino Pulici in maglia viola fu accolto con un insieme di espressioni, di esclamazioni e di sottolineature che possiamo riassumere tranquillamente in questa frase: «Firenze è diventata la mostra permanente del Torino dello scudetto». Si era in chiusura del caldo mercato e Francesco Graziali!, granata dei tempi ruggenti, aveva appena lasciato la Fiorentina per la Roma. In compenso erano rimasti Eraldo Pecci e Patrizio Sala, e in più era arrivato Mozzini, non alla Fiorentina, ma alla ex Rondinella, chiamata oggi R. (Rondinella) M. (Marzocco) Firenze,' squadra di serie C allenata dall'ex terzino Robot li. L'ironia dei tifosi non aveva come bersaglio Pulici, bensì la società viola.Le battute non volevano colpire il nuovo arrivato: erano dirette a un imponente apparato organizzativo (Pontcllo più Allodi, tanto per intendersi) die dopo aver tentalo lungamente l'ingaggio di Giordano aveva ripiegato su uno splendido «ex cavallo da corsa». Giancarlo De Sisti, scaltro e giudizioso, presentò così l'antico «Puliciclone»: «Sarà il nostro uomo degli ultimi venti minuti». E lui. Paolino, si guardò bene dal fare promesse e dal rivendicare candidature a un posto stabile. «Dopo Monelli e i Bertoni ci sono io», puntualizzò modesto. Anche perché dopo non c'era più nessuno. Le vicende di Coppa Italia hanno sorpreso tutti, non ultimo lo stesso Pulici, il quale è entrato in squadra in due scampoli di partita (i classici e ormai fatidici venti minuti) e ha segnato due gol, il primo a Pescara, il secondo con una magnifica rovesciata a Lecce. Il gol di Lecce gli ha fatto doppiamente piacere. Perché? Lo spiega lui stesso: «Col Torino dei tempi belli, quello dei 50 punti, fummo eliminati dalla Coppa proprio a Lecce. Per me, perciò, è stala quasi una rivincita». Di se stesso, di questo suo brillante esordio, esclama: «Non me l'aspettavo, ma per essere sincero far gol è sempre stato il mio mestiere. Non me l'aspettavo perché siamo all'inizio della stagione ed io faccio parte dei nuovi giocatori della Fiorentina. Devo aggiungere che il compito mi è stato agevolato proprio da Monelli. Quando si entra in squadra nel finale delle partite, com'è successo a me, si trova sempre un avversario diretto già "ammorbidito" dall'eccellente lavoro di chi c'era prima. Nel mio caso, Monelli». Monelli, in ogni modo, non ha ancora segnato. Pulici lo incoraggia con queste parole: «Io, alla sua età, fallii una montagna di gol. Quando st è tanto giovani si può anche sbagliare, entro certi limiti. Il guaio è un altro: essere non più giovani e non segnare ancora». Trentatré anni, una bellissima carriera alle spalle, una stagione tutta da vivere: ecco Paolino Pulici in versione viola. Dopo i primi attimi di ironia, e diciamo pure di smarrimento, i tifosi l'hanno accolto a braccia aperte. L'importante è far gol. all'anagrafe si può pensare dopo. g. m.

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