L'orchidea del minatore nasce sotto l' occhio di un computer

L'orchidea del minatore nasce sotto rocchio di un computer Sulle falde delFAmiata un grande impianto di floricoltura L'orchidea del minatore nasce sotto rocchio di un computer . A Piancastagnaio vicino alla centrale geoelettrica sono sorte colossali serre - Un complesso industriale che sembra una clinica con laboratori di analisi e nuove tecnologie - Vi hanno trovato lavoro parte degli ex operai delle cave di mercurio DAL NOSTRO INVIATO SIENA — Fiori nel futuro economico dell'Amiata. Chiuse le tre principali miniere di mercurio per la forte concorrenza spagnola e tunisina, sono nate serre tra le più grandi d'Europa. Attualmente occupano una superficie di 125 ettari e quasi si raddoppieranno nei prossimi anni. Un complesso di capannoni che brillano al sole a un tiro di sasso dalla centrale geoelettrica dell'Enel di Casa del Corto, nel comune di Piancastagnaio. Questa nuova attività è stata creata partendo dalla razionale utilizzazione delle risorse ambientali già esistenti, quali i soffioni boraciferi che riscaldano gli impianti di floricoltura e l'abbondanza di acqua. Parte dei minatori rimasti senza lavoro vi hanno trovato un'occupazione che forse sarà meno redditizia, ma sicuramente più salubre: la silicosi li bruciava attorno ai cinquant'anni. Per il momento le miniere, buchi neri nelle viscere della montagna, sono rimaste affidate a un gruppo di operai che le mantengono in efficienza nel caso si decidesse, per un favorevole movimento di mercato, di riattivarle. Nelle serre della «Floramiata» le piante nascono e si riproducono sotto la guida del computer. Le varietà dei prodotti sono circa 300 e ognuna è uguale alla propria matrice in migliaia di esemplari. Un complesso industriale che sembra una clinica con laboratori di analisi, di micropropagazione di fitopatologia. di miglioramento genetico e nuove tecnologie. Padiglioni in acciaio e policarbonato ognuno dei quali è lungo 132 metri e largo 48. Dentro questi hangar crescono le piante che poi finiranno nei salotti e sui balconi delle case. Un colpo d'occhio suggestivo: milioni di foglie in perfetto allineamento, di uguale altezza, dimensione e colore. Un silenzio da cattedrale di tanto in tanto rotto dal sibilo dell'aria tiepida che scaturisce dalla terra. La stessa forza che fa muovere la centrale elettrica. Questi capannoni sono guidati dal computer che controlla il grado di umidità e l'intensità della luce solare, aprendo e chiudendo i teloni di copertura. Seguiamo il processo evolutivo di un'orchidea, la cui gemma è poco più grande di una capocchia di fiammifero. La «Floramiata» ne ha importate cinque varietà fra le più pregiate e da queste ricava migliaia e migliaia di esemplari, dopo una «quarantena» necessaria a stabilire se le piante sono in buona salute e con le caratteristiche immutate. Un'operazione questa latta in laboratorio dove gli esperti lavorano in camice bianco e con la mascherina davanti alla bocca, come in sala operatoria. La gemma «madre- viene messa in una provetta che alloggia in un rotore. Grazie all'azione combinata di certi ormoni vegetali e al continuo, lento movimento, anziché produrre un normale germoglio, forma una massa di tessuto che a sua volta si può moltiplicare all'infinito in copie perfettamente uguali. Questo embrione di pianticella viene poi messo in vasetti di vetro e opportunamente nutrita. Quando ha raggiunto una dimensione sufficiente, affronta la vita in serra, in un vaso in plastica e si nutre in un composto di torba, carbone, corteccia di pino e palline di polistirolo (queste ultime hanno solo il compito di tenere aerata la miscela). Ma naturalmente tra le migliaia di piantine «fotocopiate» ce n'è sempre qualcuna che cresce raggrinzita con le foglie che assumono un colorito giallo. La «paziente» è portata in laboratorio e sottoposta a tutte le analisi. Un'osservazione che può durare a lungo, fino a quando gli esperti hanno trovato le origini del suo male e i rimedi per curarla. L'orientamento commerciale della «Floramlata» (51 per cento di capitale pubblico e 49 per cento privato) è rivolto ai mercati interni e soprattutto esteri, quali la Germania federale, l'Austria, la Svizzera, l'Inghilterra e la Francia. Per dare una misura della capacità produttiva di questa struttura, basta pensare che in un anno è in grado di fornire un milione di orchidee oltre naturalmente alle altre specie di piante ornamentali. Le serre dell'Armata, dunque, non solo contribuiscono alla ripresa economica e occupazionale della zona, ma saranno in grado di alleggerire l'importazione di talee e piante giovani che al nostro Paese costano un bel pizzico di miliardi l'anno. Aido popaiz

Persone citate: Aido

Luoghi citati: Austria, Europa, Francia, Germania, Inghilterra, Piancastagnaio, Siena, Svizzera