Sardegna, killer vestiti di nuovo di Remo Lugli

Sardegna, killer vestiti di nuovo Ai mali antichi dell'isola (banditismo, incendi, disoccupazione) si aggiunge ora la delinquenza politica Sardegna, killer vestiti di nuovo Il Mas (movimento armato sardo) composto da un gruppo di latitanti del Nuorese, si propone di separare la Sardegna dall'Italia, cacciare gli italo-americani e formare un governo marxista-leninista - A partire da feb- —lcuno pensa che il fenouomini politici, scrittori braio ha compiuto sei omicidf e un sequestro di persona per autofinanziarsi - Qualcuno pensa che il fenosia soltanto banditismo mascherato da falsi ideali - Il pensiero di magistrati, meno sia DAL NOSTRO INVIATO CAGLIARI — Ai mali vecchi della Sardegna, banditismo secolare, incendi ricorrenti ad ogni estate (senza contare i mali di altra natura, come la disoccupazione crescente. 115 mila senza lavoro e un altro impianto dell'Ante a Ottana che chiuderà alla fine di settembre, collegamenti diificili che ad ogni tempo di vacanza rendono l'isola quasi irraggiungibile) si aggiunge ora un male nuovo, quello della delinquenza politica, con tanto di sigla. Mas. movimento armato sardo. Non solo parole, non solo minacce, ma fatti, terribili: sei omicidi a partire da febbraio e un duplice sequestro di persona, quello recentissimo dei coniugi Buffoni di Bit! ti, che ha fruttato ai sequestratori 500 milioni i quali «verranno impiegati dall'organizzazione al solo scopo di acquistare armi ed equipaggiamenti necessari per la no stra causa-. E hanno scritto ancora, i rapitori, nel manifesto consegnato agli emissari recanti il denaro del riscatto e che i giornali dell'isola hanno dovuto pubblicare perché il dottor Buffoni potesse essere rilasciato: «Questo tipo di persone saranno in futuro gli obiettivi più. ambiti al fine dellautofinamlamento e dello scambio dei prigionieri». Un programma che preoccupa, soprattutto le autorità. Di solito le notizie che annunciano omicidi non fanno molta sensazione in Sardegna: qua e là ci sono faide, e divampa la guerra dei pascoli; l'ultimo pastore assassinato, mercoledì scorso a Santadi. ! Vincenzo Atzori di 39 anni, è la ventiquattresima vittima di quest'anno nell'isola. Ma i I sei morti per mano del Mas sono una cosa diversa, ipote, cano lugubrmente il futuro. E poi forse non sono sei. ma I sette, in quanto nel conto po. irebbe doversi includere anche Antonio Murredda, gio ; vane agente di l carcere cagliaritano custodia "del ucciso lunedi 22 agosto ad Arzana. dove era in licenza. Il Mas non ha rivendicato l'omicidio, ma le rivendicazioni, peraltro sempre precise, documentate, spesso sono venute in ritardo, con carattere riassuntivo. La guardia teneva un comportamento corretto con i detenuti, non aveva ricevuto minacce, mentre invece esistono elementi che fanno pensare ad un'esecuzione rientrante nel quadro politico programmatico. Un gruppo di «ex militanti» (poi confluiti nel Mas. secondo quanto allermato da uno dei soliti comunicati) chiedeva, in data 23 luglio, il trasferimento di 4 magistrati che lavorano a Cagliari e minacciava: ..Se entro il 10 agosto non vi saranno novità colpiremo indiscriminatamente il nemico ovunque esso si trovi, carabinieri, poliziotti, guardie carcerarie». Quella di Mur redda è la prima condanna a !morte eseguita in base a quel- ila minaccia? !li procuratore generale del- ila Repubblica di Cagliari. Giuseppe Villasanta. lo teme, Non nasconde la sita inmifp- tudine: «Non devono essere molti, forse 15-20. tutti latitanti del Nuorese. ma agiscono in un terreno /ertile dove serpeggia il malumore per le chiusure di fabbriche die si susseguono, di molti plorarli che. non trovano da occuparsi, il senso di isolamento». L'Uigos di Nuoro ha indicato in cinque latitanti di Mamoiada i principali presunti appartenenti all'organizzazione terroristica. Il capo sarebbe Annino Mele. 31 anni, condannato il 2 agosto scorso a 7 anni e mezzo nel processo contro gruppi eversivi isolani (39 condanne. 2 ergastoli e 272 anni di carcere) perché colpevole di costituzione e organizzazione dei ..comitati rivoluzionari sardi per il comunismo» e di diversi attentati dinamitardi. In origine sequestratore di persone (condannato in primo grado all'ergastolo per omicidio, assolto in appello, poi implicato nel se. questro Agiati, a Lecco) Mele si e politicizzato in carcere, a contatto coi nappisti dell'Asi¬ nara' successivamente legan dosi c0" Mal'ia Fan' moglie separata del brigatista Clau dio Carbone, lì Mas annuncia prima di tutto vendette contro i delatori, i pentiti, con una «campagna Peci» attuata da squadroni della morte, «per riportare il buon vivere e le nobili tradizioni della società barbaricina» e passare poi alla seconda fase, «quella che ci consentirà di portare l'attacco alle sfere più alte della borgìiesia imperialista». Il dottor Salvatore Buffoni, racconta di avere parlato con i suoi carcerieri durante il sequestro. Dice: «Hanno un progetto politico terroristico basato su 4 punti: separazione C«*"a Sardegna dall'Italia: pu nizione di tutti i delatori: cacciata degli italo-americani; formazione di un governo marxista-leninista. Si dichiarano pronti a morire per la loro causa. Parlo con un magistrato che ammette d'essere preoccupato. Spiega: «Possono diventare un centro di coagulo. I brigatisti rossi qui non hanno avuto fortuna, ma erano portatori di una cultura urbana in un entroterra rustico, parlavano un altro linguaggio, in sostanza erano colonizzatori. Questi invece sono sardi, dicono di volere cose che qua e là coincidono con i programmi del partito sardo d'azione e di quelli che alle elezioni del 26 giugno si sono improvvisati filo-sardisti. Trovano un humus adatto. Ipastori che non capivano Savasta possono capire Mele e gli altri. Diranno: "Si. sono delinquenti, però...". Ecco, bisogna poter eliminare quel però. Lo Stato deve togliere di mezzo le ragioni del malcontento nell'isola». E' su questa linea anche il deputato europeo comunista Umberto Cardia: «Dopo una fase di sovvertivismo a sfondo sociale — decine di attentati, tanti giovani coinvolti —, questo terrorismo assume come bandiera ideologica quella del separatismo e in questo modo va incontro ad un sentimento antistatuale di protesta ed è abbastanza diffuso allo stato di spontaneità. Quindi l'am¬ biente è ricettivo e su questo terreno può avvenire una saldatura tra le figure dei banditi e i terroristi veri e propri. Fenomeno vischioso e ampio che esige non solo una risposta sul piano poliziesco e giudiziario, ma soprattutto politico». Glt scrittori non sono di questo avviso. Francesco Masala, romanziere e poeta, che si definisce un socialista internazionalista, cittadino italiano di nazionalità sarda, non crede che il Mas possa trovare l'appoggio dei pastori. «La società agro-pastorale sarda è paleocapitalista — dice —. il pastore e anche il servo-pastore vogliono soltanto diventare, con mezzi leciti o illeciti, capitalisti. Il pastore non sarà mai un guerrigliero. Può far finta di credere fino a quando gli conviene, segue l'acculturatore fino a quando questo atteggiamento si conciliacon la sua logica». Con una riserva, però: «A meno che la situazione italiana non diventi ancora più grave e la disoccupazione giovanile non aumenti ulteriormente — afferma Masala —. Questo potrebbe essere un pericolo. Bisogna dare ai giovani un riferimento verso una società contadina attuando il piano agro-pastorale elaborato ma non attuato. Non certo verso la cultura industriale che quia stata un fallimento». Secondo Francesco Zedda. storico, questo fenomeno è soltanto banditismo che cerca di mascherare la delinquenza con un falso ideale. •/ pastori possono solo ospitare, qualche volta fiancheggiare, non sono indottrinati, organizzati come gli operai, non hanno coscienza politica». Arturo Parisi, sassarese, è sociologo, dirige l'istituto di ricerche sociali e politiche Cattaneo di Bologna. Giudica questi gruppi isolati, senza capacità di egemonia, di organizzazione, ricchi soltanto di povertà culturale. «Però — nota — c'è in Sardegna sicuramente una ripresa del fenomeno sardista, un neo-sardismo che si distingue da quello tradizionale. La base sociale si è modificata, prima era piccola e inedia borghesia, rurale e urbana, ora ci sono fenomeni nuovi che si collegano a crisi urbane e a sacche di disoccupazione, con contenuti di rivendicazione che sono più radicali, sfociano ancfie nel separatis7tw». «In questo contesto — aggiunge Parisi — c'è da una parte il balzo in avanti del partito sardo d'azione (92 mila voti nel giugno scorso, una percentuale passata dall'1.8 al 11.8%) e dall'altra questi episodi di terrorismo. Alla base ci sono i nodi irrisolti della società sarda con fasi di sviluppo die si sovrappongono e si contraddicono: il turismo della Costa Smeralda, l'incapacità di assorbire la manodopera qualificata, un sistema scolastico che produce una crescente offerta di manodopera che vuole essere qualificata, gliincendl». _ • Remo Lugli