Industria, una civiltà sommersa

Industria, una civiltà sommersa Proseguono a Monteu da Po gli scavi dell'antica e ricca città romana Industria, una civiltà sommersa Statuette, monete, ceramiche, vasi emergono ogni giorno grazie al lavoro paziente degli archeologi che operano fra mille difficoltà - Quindicimila metri quadrati, patrimonio inestimabile - Una piena del fiume seppellì tutto? Gli ultimi rinvenimenti sono la testa di una statua di bronzo, una placca di metallo con un cavaliere, una statuetta votiva, vasellame e ceramiche, monete dell'imperatore Adriano, utensili di metalli, ossa. Poi pavimenti, strade, colonnati, fognature. Ogni giorno una sorpresa. A distanza di decine di secoli la città romana di Industria, sepolta sotto i campi di granoturco a Monteu da Po, continua a essere una miniera di preziose scoperte archeologiche. Sotto il sole cocente una squadra scava con attenzione. Il piccone è usato come una piuma, si lavora con la cazzuola ed il rastrello. «Ma questi romani erano ricchi, ecco altre monete — dice un operalo —; qui sotto c'è qualcos'altro». Ed emerge una traccia di fognatura. Si dovrà procedere con attenzione per non demolire il manufatto. E cosi, giorno per giorno, i cesti di plastica si riempiono di reperti, che dovranno poi essere restaurati e catalogati. L'equipe che si occupa degli scavi a Monteu da Po, composta da una decina di persone, è diretta dalla dott. Emanuela Zanda, ispettrice della Soprintendenza archeologica, coadim da Maria Cristina Gallo Orsi. -Si lavora in base ai fondi disponibili, 25-30 milioni — precisa la dott. Zanda —; gli scavi in estensione danno ottimi risultati. Abbiamo scoperto una strada con incrocio, un isolato di case private con portico, ci sono costruzioni differenti nei vari secoli. Sotto i pavimenti emergono reperti unici. Purtroppo ci sono difficoltà. Prima di tutto la burocrazia, poi ostilità varie. C'è il problema degli espropri, dei vincoli militari, delle opposizioni, ecc.». Attualmente di Industria non si conosce molto; finora gli scavi saltuari hanno portato alla luce solo il cinque per cento dell'estensione di questa città romana, vasta oltre 15 mila metri quadrati. Già Plinio il Vecchio la Indicava nei suoi scritti. «Si sa che è sorta sotto il villaggio ligure di Bodtncomagus, che dovrebbe trovarsi nella zona di Lauriano Po — spiega la dott. Zanda della Soprintendenza — ; che i suol abitanti erano dei maestri nel fóndere il bromo, con opere bellissime che si possono am- mirare nel Museo Archeologico di Torino. Inoltre adoravano divinità pagane orientali come Iside e Serafide, tanto che il santuario che abbiamo restaurato è il più importante dell'Italia del Nord. Qui hanno vissuto dal primo secolo avanti Cristo fino al quarto-quinto secolo dopo Cristo, migliala di persone. Poi, cosa sia successo non si sa. Forse Industria è stata sepolta da una piena del Po». Già nel secolo scorso gli ar¬ cheologi trovarono oggetti preziosi (danzatori, putti, strumenti musicali) che gustiflcavano In pieno 11 nome di Industria, dove le botteghe dei-fabbri e dei fonditori erano decine, il tenore di vita elevato e la disposizione urbanistica avanzata. «Con tutto quello che c'è tuttora sottoterra — conclude l'ispettrice Zanda — ci sarebbe la possibilità di aprire un parco archeologico, ma occorre denaro, superare difficoltà, avere del personale. Ci vorranno degli anni. Nel frattempo vedremo di recintare tutto». Questo per evitare interventi di scavatori abusivi o che — come è successo nei tempi passati — case di Monteu vengano costruite con i mattoni del resti emergenti dalle fortificazioni romane. Cosi sotto 1 frutteti e i campi di mais continuano a giacere una civiltà e una cultura vecchie di secoli, patrimonio archeologico che ogni giorno sorprende e affascina 1 ricercatori della Soprintendenza. Giuliano Dolf ini Tecnici e operai cercano di scoprire i segreti degli abitanti dell'antico villaggio

Persone citate: Emanuela Zanda, Giuliano Dolf, Iside, Maria Cristina Gallo, Monteu, Zanda

Luoghi citati: Italia, Lauriano, Monteu Da Po, Torino