Tra un processo e l'altro difende il Torcolato, vino di George Sand di Franco Giliberto

Tra un processo e l'altro difende il Torcolato, vino di George Sand Un avvocato da due anni gestisce una enoteca a Thiene Tra un processo e l'altro difende il Torcolato, vino di George Sand «Per rintuzzare la crisi vinicola, dice il legale, c'è una sola via: sostenere con passione l'immagine del vino di qualità» - Una sfilata dei migliori vini del mondo DAL NOSTRO INVIATO VICENZA — Dal tribunale all'osteria, dalla corte d'assise all'enoteca, e viceversa. Sono due anni che un avvocato fa questa spola, svestendo la toga e indossando il grembiule per accingersi alla mescita. Oppure lasciando il grembiule al chiodo se un suo cliente (ma per motivi giudiziari, non un cliente buongustaio) lo incarica di dirimere questioni di peculato, lesioni colpose, omicidio con occultamento di cadavere. Di questa «doppia vita» dell'avvocato Aldo Dall'Igna, a Thiene — cittadina di ventimila abitanti — sono tutti contenti: hanno garanzia di tutela legale se incappano nei rigori della legge, ma quel che più conta dispongono di una raffinata osteria-enoteca dove il padrone-avvocato pratica il culto, del vino genuino, di qualità e soltanto di qualità. Accorrono a Thiene, per gustare un bicchiere da tutti i centri del Vicentino, e a volte anche da piti lontano, dal Piemonte o dall'Emilia Romagna. Perché la fama di questo felice isolotto enologico si sta velocemente spargendo ben oltre i Colli Berici. Credo che una risposta — se non la sola risposta possibile — alla crisi internazionale die sta minacciando il settore vinicolo stia nella difesa strenua e a2)passionata dell'immagine del vino. Problemi di sovraproduzione, di rallentata esportazione, di degradazione consumistica, vanno rintuzzati facendo cultura enologica — dice Dall'Igna — insegnando alla gente come si deve bere e guastare il buon vino. Cominciando col valorizzare e riscoprire talune eccezionali produzioni locali, ma senza trascurare la gamma nobilissima o più che dignitosa die grazie al cielo l'Italia enoica ci offre*. Non si stupisce l'avvocato-enologo che Ateneo, sofista greco nato due secoli dopo Cristo, già conoscesse i vini vicentini «molto stomatici, ricchi di acidità fissa, salini e pizzicanti al giusto, benefici allo stomaco e veicoli di benessere per l'uomo*. Ma lo sorprende il comportamento di parecchi addetti ai lavori che pare non abbiano ancora capito come un buon servizio ai vini d'Italia si possa rendere prima di tutto divulgando cognizioni storiche e indagini su quelle fiabesche realtà che spesso accompagnano il perpetuarsi di molle apprezzabili colture vinicole. C'è un tocai rosso, poniamo, che nei dintorni di Thiene avrebbe attecchito grazie a un soldato d'altri tempi: un coscritto dell'imperatrice Maria Teresa, che di ritorno dall'Ungheria ha portato fin qui delle speciali barbatelle, piantandole e curandole con amore. «E' una informazione che circola insistente — dice Dall'Igna — ma che merita una verifica. Comunque non si tratta di tempo perduto occuparsi di queste cose, con il criterio del ricercatore. Anche perette quel tocai rosso esiste davvero, lo si produce, lo si beve con grande diletto*. Meno difficile sembra l'accertamento su una parentesi di vita che George Sand si concesse a Thiene, quando abbandonò Musset a Venezia. «Qui s'innamorò (e ne scrisse) del canto degli usignoli. Ma anche del Torcolato di Breganze: vino bianco passito, che si trae dall'uva vespaiola e che raccomanderei a ogni spirito romantico. Che diamine, non si tratta di acculturamento a buon mercato! Si tratta di bere un buon vino con un minimo di concentrazione, anzi stimolando la meditazione*, dice Dall'Igna. L'enoteca dell'avvocato s'intitola «Al Cappello», insegna della più antica locanda di Thiene, che apparteneva alla famiglia Dall'Igna. Non solo il padre del legale, ma anche il nonno feceva l'oste nel paesetto dì Zane, in una mescita proprio di fronte alla chiesa. E 1 bimbi battezzati, appena usciti dal tempio, passavano, portati dai genitori, in quell'osteria, dove gli si propinava una goccia «ma proprio soltanto una goccia* del miglior vino posseduto: perché non dimenticassero più per tutta la vita che «se si beve si deve bere bene*. Ora «Al Cappello» si trova una «carta» che illustra le qualità servite nel locale: 550 vini fra i migliori del mondo, soprattutto italiani. Su un enorme specchio, ogni giorno, sono segnati a ceretta i nomi dei «pini di servizio*, ventisei bianchi e ventisei rossi. In un «tinello» possono sedere 12-15 persone ad assaggiare piatti tipici: bigolì con l'anitra; salami tratti da maiali nutriti soltanto con castagne, latte e mais; pesciolini dell'Astico fritti e accompagnati da insalate cappuccine, che si sposano incantevolmente con un vino magico, il Durello dei Colli Berici. Insinuano che il Durello sia quasi un elisir di lunga vita per la popolazione di Thiene, statisticamente longeva, in verità, ben oltre la media nazionale. Franco Giliberto

Persone citate: Aldo Dall'igna, Durello, George Sand, Maria Teresa, Zane