Ha ululato per 23 giorni un antifurto «impazzito»

Ha ululato per 23 giorni un antifurto «impazzito» Congegni di allarme guasti, telefonate furiose ai vigili Ha ululato per 23 giorni un antifurto «impazzito» E' accaduto in piazza Rebaudengo, in un ufficio chiuso per ferie La complicata procedura di intervento - Seicentomila lire di multa Se il vicino di casa è in ferie e l'antifurto installato nel suo appartamento si guasta, rassegnatevi a lunghe notti insonni: nessuno può disinserirlo in tempo ragionevole, nessuno può proteggervi dal sibilo bitonale che vi martella i timpani fino alla soglia del dolore. I congegni elettronici di allarme sono in questa stagione un'ossessione per tutti e ogni giorno i vigili urbani ricevono chiamate di soccorso da cittadini dì interi quartieri-. «I nostri interventi per far tacere le sirene piazzate negli alloggi o sulle auto — dicono al comando — non si contano più. La gente quando ci telefona è inferocita, ma noi non possiamo fare molto senza l'autorizzazione del magistrato». In piazza Rebaudengo c'è stato l'altro giorno un caso limite, un record per la nostra città. Il primo agosto si è guastato il sistema di allarme di un ufficio, chiuso per ferie, e solo dopo 23 giorni di tentativi i vigili sono riusciti a disattivarlo completamente. Per farlo hanno dovuto seguire una lunga procedura: inviare un rapporto al magistrato, ottenere l'autorizzazione, chiedere l'intervento dei vigili del fuoco con una lunga scala per raggiungere la sirena posta sul balcone del sesto piano di un condominio. «Seguire la procedura di legge — specificano i vigili urbani — è l'unica strada praticabile per non commettere illeciti da codice penale». Purtroppo questa strada è lunga e prima che dalla procura della Repubblica giunga l'autorizzazione, passano molte ore, se non giorni. Il risultato è facile da immaginare: famiglie intere al limite dell'esaurimento nervoso, decine di telefonate ai centralini della polizia e dei vigili, tentativi di forzare la porta dell'appartamento per risolvere, in fretta e senza permessi, il problema. L'unica consolazione per chi ha dovuto convivere per giorni con la sirena del vicino, è la certezza che il proprietario dell'antifurto si vedrà recapitare a casa una salatissima contravvenzione: seicentomila lire per «disturbo delle occupazioni e riposo delle persone». Specificano i vigili: «La violazione della legge esiste perché prima di andarsene il proprietario ha il dovere di controllare l'efficienza del congegno. Comunque, dopo ogni nostro intervento, mandiamo un rapporto al magistrato a cui tocca il compito di valutare il fatto, la responsabilità e infine prendere i provvedimenti più opportuni, se è il caso anclie l'arresto fino a tre mesi». Per i tecnici dei sistemi elettronici di allarme i congegni si guastano perché non sono stati installati correttamente, oppure non sono stati sottoposti a periodici controlli. Dice Luigi Pallottino, titolare di una nota azienda del settore: «Se l'impianto è efficiente, le possibilità di un falso allarme sono ridottissime o comunque limitate a pochi minuti. Infatti gli antifurti di oggi (microonde, ultrasuoni) entrano in azione solo quando registrano anomalie nell'ambiente e appena queste cessano, si disattivano automaticamente. Se la sirena continua a suonare per ore vuol dire die il sistema è andato in tilt».

Persone citate: Luigi Pallottino