Samba, una serata finita male di Simonetta Robiony

Samba, una serata finita male Non sono arrivati Don Cherry e Maria Bethania, seimila persone deluse Samba, una serata finita male I troppi problemi tecnici hanno rovinato lo spettacolo - Solo Veloso ha ristabilito il contatto col pubblico ROMA — Doveva essere un omaggio a Glauber Roclia, il, regista cantore epico del Bra-' silo c di Bahia, un omaggio raffinalo, elitario, difficile: spezzoni di suoi film proiettati In alto sullo schermo di Masscnaiosctte: qualche brano di musica bahiana. come un assaggglo dei concerti che una sera dietro l'altra dovrebbero venire a costruire il panorama di quello che e oggi il samba; la lettura di alcuni scritti ideologici di Rocha su libertà e rivoluzione fatta dall'attore - poeta - intrattenitore Victor Cavallo; la proiezione integrale del suo ultimo film, quello A idadc da terra presentato a Venezia tre anni fa con grande disappunto della critica e conseguente grande dispiacere del regista. La sera di martedì, inaugurazione della rassegna che la città di Roma dedica al samba della città di Bahia, davanti ai botteghini del circo Massimo la coda è cominciata alle sette: una lunga fila continua e costante formata dal popolo delle estati romane, un pubblico vasto e sparpagliato, vociante e sperso arrivato con l'idea di assistere e la speranza di partecipare a una festa da ballo In piazza. Ma questa Notte con Glauber, è cosi che 6 stata intitolata la serata, non era festa e si sapeva: nessuna ballerina nuda e ancheggiante; nessun trofeo di frutta sensualmente esibito; nessun oba-ìio da carnevale carioca; nessun ritmo da scandire battendo le mani. L'incapacità di comprendersi tra palcoscenico e pubblico è stata immediata. Quando, con un'ora e passa di ritardo, gli organizzatori hanno annunciato che anche il trombettista Don Cherry come peraltro Maria Bethania, all'ultimo momento si era accorto di non poter essere a Roma, qualcuno ha cominciato a fischiare. Nana Vasconcellos ha cominciato la serata con le sue straordinarie percussioni, brevi suoni stridenti che evocano la voce di una foresta: ma ormai l'incanto non poteva più nascere. Troppo arduo montare uno spettacolo cosi intellettualistico davanti a seimila persone stipate sulle rigide sedie di plastica dell'arena o assiepate in alto sui gradini nel tentativo di gode¬ re la musica brasiliana senza pagare le cinquemila lire d'ingresso. Approssimazione, guasti tecnici, faciloneria, velleitarismo hanno poi peggiorato l'atmosfera. Da svariati punti dell'immensa platea non era possibile vedere il palcoscenico: troppo grandi le casse di amplificazione, troppo piccolo il palco di legno sul quale tra l'altro era stato montato perfino un palmeto, troppo imponente l'organizzazione per le riprese televisive, piantata proprio davanti ai musicisti. E poi era impossibile seguire gli spezzoni del film di Rocha, cercando di cogliervi un filo all'interno delle varie se-quenze, cosi come era impossibile ascoltare la musica per abbandonarsi alla ricchezza e alla dolcezza del ritmo haitiano, ascoltare Victor Cavallo coperto completamente dai fischi di un pubblico ormai da partita di calcio. Nonostante la buona volontà del percussionista Nana Vasconcellos, del chitarrista Gilberto Gii,- della cantante Gal Costa, del gruppo folkloristico del Candpmblé. e soprattutto di Caetano Veloso, il solo che abbia osato stabili-' re per alcuni momenti un rapporto con la gente, la serata è finita con cori di «scemo scemo», invettive di «buffoni., rivolti all'organizzazione, grida, proteste, delusione. Per i prossimi concerti gli organizzatori hanno promesso di risolvere questi che hanno definito «problemi tecnici»: ma se sarà possibile evitare che un corto circuito faccia saltare come è avvenuto l'altra sera l'impianto delle luci e dell'amplificazione, come pensare che tutti riescano a vedere quello che succede sul palco se non è previsto alzarlo? Simonetta Robiony Un (gruppo folkloristico brasiliano sul palcoscenico del Circo Massimo l'altra sera

Luoghi citati: Roma, Venezia