Anche Victory ha montato le alette tipo Australia

Anche Victory ha montato le alette tipo Australia Coppa America, svelato un clamoroso retroscena Anche Victory ha montato le alette tipo Australia DAL NOSTRO INVIATO NEWPORT — La Coppa d'America sta diventando una guerra dei nervi più che un confronto tra bellissimi scafi a vela. Proprio mentre Azzurra esce di scena, tra applausi e congratulazioni, scoppia la bomba inglese: anche Victory, battuto dalla nostra barca sabato scorso, ha applicato alla chiglia le misteriose alette. Peter De Savary, lo sponsor inglese, ha indetto una conferenza stampa e lo ha comunicato ufficialmente: «Le pinne sono state applicate alla vigilia della regata con Australia 2, d'accordo con gli australiani». Quella sera avevo visto con stupore Victory avvolto da teli di plastica, mentre alcuni operai lavoravano con trapani o altri apparecchi elettrici. Ufficialmente si era parlato di lavori di verniciatura. Ora De Savary dice: «Da diciotto mesi stavamo facendo esperimenti in Inghilterra, con modelli nella vasca. Lo scorso anno avevamo già informato l'Yru chiedendo un parere sulla loro ammissibilità nelle regate di Coppa d'America. Il nostro progettista, Ian Howlett, aveva ottenuto questo parere confidenziale: "Le pinne non devono aumentare l'immersione, non devono essere variabili, non devono essere retrattili"». In pratica, gl'inglesi hanno adottato lo stesso tipo di alette australiane, ma prima di montarle due sere fa, hanno invitato l'americano Mark Vìnbury, della Yru statunitense, a vederle e controllarle. Secondo De Savary, l'americano non avrebbe dovuto far sapere la cosa in pubblico. Il segreto è durato poco, anche perché Vinbury ha ritenuto suo dovere informare con una lettera l'associazione americana esprimendo il parere che le alette non modifichino la stazza di Victory e rappresentino una «pecullarlty» che non può influire sul rating. Morale: se le alette non infrangono le regole, Australia e Victory potranno disputare la finale fra loro e poi la barca vincente sfiderà la barca americana che difende la Coppa. Cina Ricci non pensa però che tutto vada così liscio e ritiene die gl'inglesi, i quali non hanno ottenuto alcun vantaggio dalle pinne (Australia 2 li ha staccati con facilità) stiano giocando una guerra dei nervi: «Victory non è stato progettato e costruito per applicare le alette. Avergliele messe all'ultimo momento non può dare risultati tecnicamente positivi e lo si è visto. Si tratta di un artificio, di una trovata per innescare una nuova polemica e condurla in modo tale che le pinne vengano abolite. Australia si troverebbe cosi in condizioni di inferiorità e Victory potrebbe vincere la finale, arrivando alla sfida con gli americani al posto degli australiani-. Domando a Cino Ricci se, nel corso della progettazione di Azzurra, si era pensato a qualche cosa del genere. «No, alla nostra prima comparsa in Coppa d'America non potevamo avventurarci in esperimenti come quello delle alette». Qualche rimpianto per la nostra eliminazione? «Nessuno. E' stata un'esperienza positiva sotto ogni aspetto, per la barca, i materiali, le vele, l'equipaggio». Considerato il fatto che sulla nostra classifica hanno influito due avarie, qualcuno si domanda se potevano essere evitate. Risponde ancora Cino Ricci: «No, hanno rotto tutti qualcosa, gl'inglesi addirittura il timone. Proprio quel giorno avevamo il pennaccino in avaria. Avremmo potuto tentare il tutto per tutto mentre Victory era fuori combattimento. Ma se avessimo rotto l'albero, che cosa si sarebbe detto? No, non rimpiango nulla. Abbiamo fatto quel che si poteva sperare da Azzurra alla prima esperienza italiana in Coppa d'America, forse un po' di più». La comitiva di Azzurra tornerà domenica in Italia con un DC10 dell'AUtalia, uno de-. gli sponsor. Il jet porterà direttamente da Boston a Olbia Cino Ricci e i suoi uomini e lunedi, in una conferenza stampa, verranno presentati i programmi futuri del Y. C. Costa Smeralda. Mario Fazio