«Perdonato» chi farà rientrare i capitali trasferiti all'estero

«Perdonato» chi farà rientrare i capitali trasferiti all'estero 11 progetto sarà discusso dal governo, subito dopo le misure urgenti «Perdonato» chi farà rientrare i capitali trasferiti all'estero Sarà anche varata la riforma della «159», la legge che punisce le infrazioni valutarie ROMA — L'epoca delle grandi fughe di capitali all'estero è fortunatamente finita ed ora sì pensa a come far rientrare questi soldi usciti illegalmente, dando cosi maggior forsa alla lira di fronte all'ascesa del dollaro. L'idea è già bella e pronta e sarebbe quella di un condono (o piuttosto di un'amnistia, trattandosi di reati soggetti a misure penali), che dovrebbe accompagnarsi alla riforma della 159», la Ugge che punisce le infrazioni valutarie. Al progetto, che è ben visto dalle autorità monetarie e dalla Guardia di Fìnansa, stanno lavorando ben cinque ministri del nuovo governo Crasi. La discussione sul provvedimento sarà comunque avviata in autunno, una volta definite le misure urgenti per il risanamento economico e, secondo i pia ottimisti, il disco verde alla «operazione perdono» dovrebbe venire entro la fine dell'anno. Nessuno assarda previsioni sui miliardi che torneranno, ma da parte degli esperti si sottolinea che il momento è quanto mai favorevole e che le somme recuperate potrebbero anche essere di alcune migliaia di miliardi (qualcuno parla di almeno 3 mila miliar- di). Ma questo clima di euforia non sembra contagiare i ministri del Tesoro Gorla e del Commercio con l'estero Capria, i due piti direttamente interessati al progetto. L'eventuale sanatoria, avverte Goria, coinvolge diversi ministeri, il Parlamento, la presidenza della Repubblica e quindi richiede tempi lunghi. Si illude perciò chi considera questo provvedimento come «una sorta di bacchetta magica per portare soldi allo Stato e mettere a posto i confi». Goria e Capria sono poi del parere die un'operasione del genere deve essere inserita nel quadro di una manovra economica più vasta. «Sono da tempo favorevole—dice il ministro del Commercio con l'estero — a misure che stimolino il rientro del capitali, a patto che sia assicurato l'immediato reinvestimento produttivo degli stessi». Ed ecco perché è necessario che il condono sia una sorta di appendice alla riforma della «159-. Rispetto alla sanatoria del 1976, troppo poco invogliante per gli esportatori clandestini pentiti, il nuovo progetto dovrebbe innanzitutto prevede-, re, secondo quanto suggerito da un qualificato gruppo di esperti, l'innalzamento da 5 a 100 milioni della soglia del reato per gli illeciti valutari e di eliminare il rito per direttissima di questo tipo di procedimenti penali. Resta ora da vedere quale sarà la posizione del neo ministro delle Finanze Visentin!, non troppo favorevole, sembra, ai condoni. Più agevole dovrebbe essere invece il cammino della riforma della «159», destinata anche a rilanciare l'export. L'attuale orientamento, confermato da Capria, è quello di una graduale liberalissaslone che punti a colpire i veri casi di reati valutari e non disavventure di turisti distratti. Questa riforma è particolarmente attesa dalla Confindustria che vede nella vecchia 159» uno del peggiori intralci all'attività finanziaria e imprenditoriale. Per il direttore confederale Solustri la nuova legge dovrebbe dire che «tutto è permesso, a meno che non sia .esplicitamente proibito' Ma a tanto non si arriverà perché, replica Capria, «devono pur essere fatti salvi gli interessi di difesa del valore della lira attraverso il controllo del cambio*. e. p, II ministro Nicola C'aprì»

Persone citate: Capria, Goria, Solustri, Visentin

Luoghi citati: Roma