Liberato dopo 20 giorni il medico rapito con la moglie in Sardegna

Liberato dopo 20 giorni il medico rapito con la moglie in Sardegna I familiari hanno dovuto pagare un riscatto di cinquecento milioni Liberato dopo 20 giorni il medico rapito con la moglie in Sardegna I rapitori hanno detto di appartenere al Movimento armato sardo, una formazione di terroristi responsabile di 6 omicidi - La donna era stata rimessa in libertà dopo una settimana NUORO — Venti giorni di prigionia dei quali otto trascorsi in compagnia della moglie Rina Mulas, anch'essa sequestrala la notte del 2 agosto scorso e poi rilasciata perché provvedesse a procurare i soldi del riscatto. Ieri mattina il dottor Salvatore Buffoni, medico condotto di Bitti, grosso centro agropastorale del Nuorese, è stato rimessso in libertà dal Mas (Movimento armato sardo) che nella notte tra sabato e domenica aveva ricevuta 1 500 milioni chiesti per il riscatto. L'organizzazione aveva condizionato la liberazione dell'ostaggio alla diffusione sul giornali e alla radio di un manifesto di rivendicazione di questo sequestro e di ben sci omicidi avvenuti negli ultimi tempi. Di questa sigla, che si sovrappone alle numerose altre dietro le quali si nascondevano nel passato i numerosi gruppi che componevano la variegata mappa del terrori sino sardo, si ha notizia la prima volta il 23 giugno scorso attraverso un volantino recapitato al giornale «La Nuova Sardegna», nel quale si rivendica l'assassinio di Claudio Balla, barista di 22 anni, fratello del brigatista pentito Mario Balla le cui dichiarazioni contribuirono alla sconfitta del terrorismo in Sardegna. Questo del Balla era stato il quarto assassinio del Mas, clic ha denominato la truce operazione «Campagna Peci.., volendo con ciò indicare che gli uccisi erano dei confidenti dei carabinieri e quindi scoraggiare ogni eventuale collaborazione con la giustizia. Il sequestro Buffoni rientra anch'esso in una strategia terroristica, come afferma il volantino del Mas: «I 500 milioni verranno impiegati dall'organizzazione al solo scojxi di acquistare armi ed equipaggiamenti necessari per la nostra causa». Causa che consiste, secondo gli slogans contenuti nel manifesto, nella concretazione delle minacce di morte rivolte, tra gli altri, al procuratore della Repubblica di Cagliari, dottor Villasanta e al capitano dei carabinieri Enrico Barlsonc, autore del blitz di «Sa Janna bassa.., e attuale uomo di punta nella lotta al terrorismo. A -Sa Janna bassa», nelle campagne di Orunc, morirono, uccisi dal capitano Barisone, i latitanti Mario Bitti — al quale il Mas ha intitolato la sua colonna armala — e Francesco Masala. I due partecipavano, il 27 dicembre del 1979, ad un incontro nel quale, secondo le dichiarazioni poi rese da Antonio Savasta, si dovevano gettare le basi per una stretta collaborazione tra i terroristi politici (Barbagia Rossa, Colonna sarda delle Br e altri gruppuscoli) con i fuorilegge del mondo pastorale sardo. In quella circostanza fu inferto il primo duro colpo al terrorismo sardo, la cui sconfitta 6 stata di recente sanzionata dalle pesanti condanne (fra cui due ergastoli) inflitti dalla corte d'assise di Sassari ad una sessantina di suoi appartenenti. Gli inquirenti ora ritengono che i residui di quei gruppi terroristici abbiano stabilito con 1 fuorilegge legami molto più concreti, come dimostrano la lunga catena di delitti e il sequestro dei coniugi Buffoni. Si è aperto in sostanza un nuovo capitolo della sempre tragica storia delle zone interne dell'isola: d'ora innanzi molli delitti — omicidi, rapine, sequestri di persona — verranno coperti dalla motivazione terroristica. Cosi come una matrice terroristica hanno avuto i recenti incendi che hanno devastato vaste zone dell'isola, anch'essi rivendicati dal Movimento armato sardo. Antonio Pinna

Luoghi citati: Bitti, Cagliari, Nuoro, Nuova Sardegna, Sardegna, Sassari, Villasanta