Cile, gli studenti tornano a sfidare i «carabineros»

Cile, gli studenti tornano a sfidare i «carabineros» Per il secondo giorno consecutivo incidenti a Santiago Cile, gli studenti tornano a sfidare i «carabineros» Bombe lacrimogene per disperdere i giovani - Morto uno dei feriti nella giornata di «protesta nazionale» - Primo contatto informale tra governo e opposizione SANTIAGO — Per il secondo giorno consecutivo gli studenti universitari dell'Accademia di scienze pedagogiche di Santiago hanno manifestato ieri contro il regime del generale Pinochet. Unità speciali di «carabineros» sono intervenute per disperdere i piovani e. nelle strade attorno al «Campus Macul». si sono rinnovati scontri. I poliziotti Inumo usato bombe lacrimogene contro gli universitari che hanno risposto mettendo eli traverso auto nelle strade. Gli studenti gridavano slogan contro «/a repressione della ]iolizia», per il ritorno della democrazia nel Paese e per la line del sistema dei rettori nominati dal regime nelle università. Il bilancio delle vittime delle giornate di repressione è. intanto, salito a 32 morti. E' deceduto ieri a Santiago José Fuentes Toledo. 23 anni, che abitava in uno dei rioni poveri dove maggiormente infierirono la polizia e l'esercito 1*11 agosto scorso. E' in questo clima di continua tensione che. sia pure a livello informale, c'è stato un primo contatto tra il ministro degli Interni e «coordinatore» del governo, Sergio Onofre Jarpa. e una personalità dell'opposizione: il senatore democristiano Jorgc Lavandero che è presidente del raggruppamento «Proyecto de desarrollo nacional» (Proden). E' stato lo stesso Lavandero a parlare dell'incontro precisando die è avvenuto occasio nalmente in casa di amici co muni. «Forse — ha spiegato — il ministro ri si è recato porcile sapeva che anch'io sarei andato a quel ricevimento. Del resto, mi aveva invitato a conversare in un'intervista che ha concesso alla televisione. Abbiamo mantenuto da sempre relazioni amichevoli nonostante le discrepanze politiche». Lavandero ha specificato che questo contatto non significa l'inizio ufficiale delle conversazioni governo-opposizione, perché, ha detto, «per quello si devono realizzare una serie di condizioni, sulle quali non pensiamo di transigere. E' stato un incontro privo di formalità e per ora non ce ne sarà uno formale, che avverrà quando saranno soddisfatte le nostre richieste». Tra le richieste del «Proden» non figurano le dimissioni del presidente Augusto Pinochet (chieste invece da «Alleanza democratica»). Lavandero ha comunque negato la possibilità che rincontro avuto con Jarpa generi problemi con gli altri settori dell'opposizione. -Il "Proden" — ha ricordato — è nato appunto per ottenere un consenso sulla democrazia. Non transigiamo per nessun motivo su questo principio. Le nostre richieste sono chiare». Tra le richieste avanzate «per ottenere la pacificazione degli animi, come tappa previa al dialogo», il «Proden» pone la revoca dello stato di emergenza, che non si applichino pene (confino ed espulsione dal Paese) per via amministrativa, che ritornino gli esiliati, che vengano riassunti i lavoratori licenziati per motivi politici, che non si perseguitino i loro dirigenti e che esista libertà di informazione. Ma soprattutto, il «Proden» esige dal governo -il riconoscimento delle direttive dei partiti e dei loro rappresentanti», come pure che «cessino le minacce pubbliche agli oppositori». L'attuale regime militare cileno nell'assumere il potere nel 1973 dichiarò 1 movimenti politici «in stato di inattività», tranne quelli di tendenza marxista che furono messi fuori legge. Lavandero ha concluso: « Vedremo se le nostre richieste saranno soddisfatte e se Jarpa è o no in contraddizione con Pinochet e se esiste davvero un interesse del governo a dialogare». Sergio Onofre Jarpa, da parte sua, ha affermato che esiste la possibilità di un invito a conversazioni formali con l'«Alleanza democratica», il cui leader è l'ex ministro degli Esteri democristiano, Gabriel Valdes. Come segnale distensivo, il governo ha autorizzato il ritorno nel Paese di altri mille esuli, tra cui il dirigente e ideologo democristiano Jaime Castillo Velasco. Il sottosegretario agli Interni. German Gardeweg, ha reso pubblica ieri una lista di mille nomi di esuli autorizzati a rientrare: si tratta dell'ottava lista del genere diffusa dal governo cileno dal dicembre del 1982. Da allora circa 500 oppositori al regime hanno fatto ritorno in Cile, ma secondo la Chiesa cattolica cilena, sono attualmente 70.000 gli esuli cileni, mentre, secondo la commissione cilena dei diritti umani, 1 cileni esiliati sono circa 200.000.

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