«Ci consola la neve»

«Ci consola la neve» INTERVISTA CON LA MOGLIE DI ALEXANDER SOLZENICYN «Ci consola la neve» CAVENDISH (Vermont, Usa) — -La neve è molto importante per noi e non ce ne andremo di qui tranne che per tornare in Russia, se mai diventerà libera». Lo dice la moglie dello scrittore Alexander Solzenicyn. l'esule dissidente rifugiatosi negli Stati Uniti. Da quando si sono trapiantati nel Vermont, era il 1976, lo scrittore, la moglie e i loro tre figli hanno vissuto una vita tranquilla in questa cittadina lontana dal mondo. •Ma l'impressione che la famiglia viva isolata non è esatta: puntualizza Natalya Solzenicyn. «E' difficile che in un fine settimana qualcuno non venga a farci visita e ogni estate vengono amici dall'Europa per trascorrere alcune settimane, per non parlare dei contatti con i traduttori e gli editori». I Solzenicyn raramente concedono interviste, ma recentemente hanno aperto la loro casa, moderna e spaziosa, a un giornalista e ad un fotografo della rivista Vermont Life, una pubblicazione nota per le sue fotografie di paesaggi e per gli articoli di ecologia. Pur permettendo di essere fotografato con la famiglia, lo scrittore sessantaquattrenne, premio Nobel della letteratura, ha demandato alla moglie il compito di parlare con l'intervistatore. Se si esclude un'alta staccionata e una telecamera che scruta la loro casa, i Solzeni- cyn fanno la stessa vita degli altri abitanti di questa cittadina. «Ci siamo stabiliti a Cavendish dopo una lunga ricerca di un posto negli Stati Uniti dove ci fossero tutte e quattro le stagioni, solitudine e calma», dice la signora Natalya. -Lasciando la Russia abbiamo scoperto che la neve è per noi molto importante, non per sciare, ma perché è parte della nostra vita». Prima di trasferirsi nel Vermont, dopo l'arresto dello scrittore e l'esilio, nel febbraio del 1974. i Solzenicyn hanno vissuto per un po' a Zurigo. •Adesso amiamo molto il Vermont e non lo lasceremo per nessun altro posto tranne che la Russia, se dovesse divenire libera», esclama la moglie dello scrittore. Racconta che il marito conduce una vita semplice; dedica molte ore al giorno a scrivere e alle ricerche. Attualmente sta lavorando ad una opera sulla Rivoluzione russa in otto volumi. •Quando lavora chiede solo tranquillità e molta luce. Dimentica persino il cibo e anche le altre cose materiali non lo interessano». I tre ragazzi, Yermolay di 12 anni, Ignat di 10 e Stephan di 9. frequentano le scuole locali, parlano perfettamente l'inglese e — dice la madre — si sono adattati molto bene alla vita americana. •Il nostro grosso problema è che abbiamo perso la Russia. La nostalgia non se ne va. Al contrario ogni anno che passa diventa più forte», conclude Natalya Solzenicyn.

Persone citate: Alexander Solzenicyn, Cavendish, Ignat, La Moglie, Solzenicyn