Parigi: bloccheremo Gheddafi

Parigi: bloccheremo Gheddafi Superate le polemiche, Mitterrand rassicura Reagan sull'impegno francese Parigi: bloccheremo Gheddafi Il dipartimento di Stato rivela: il leader libico ha nel Ciad 3500 uomini e più di cento aerei - Il suo alleato Goukouni dispone di altri 3000 soldati - Washington teme un'ondata di attentati terroristici nel Nord Africa Tutto, secondo gli americani, fa parte di un grande piano di Tripoli: costituire un «impero islamico» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — La Francia ha segretamente assicurato agli Stati Uniti che reagirà con la forza se Gheddafi tenterà di scavalcare la linea difensiva, da essa stabilita insieme con lo Zaire e col Ciad, tra il quattordicesimo e il quindicesimo parallelo, ossia da Salai a Arada e Abéché. Inoltre, se avrà avvisaglie di un'avanzata o di incursioni aeree libiche dalla città-oasi di Faya Largeau, appena occupata dalle truppe di Tripoli, organizzerà •manovre militari dissuasive* con caccia Mirage e Jaguar, chiedendo l'appoggio dei radar volanti («Awacs») americani stazionati a Khartum. Lo hanno indicato ieri, in via ufficiosa, alti funzionari del governo Reagan, ponendo cosi fine alle gravi polemiche degli ultimi due giorni tra Parigi e Washington. Secondo le indiscrezioni trapelate dalla capitale, il mi nistro degli Esteri francese e il dipartimento di Stato han no avuto un chiarimento, e la volontà di Mitterrand di proteggere il Ciad è ora fuori di scussione. L'ambigua intervista del presidente francese a Le Monde viene attribuita •■alla tradizionale necessità della Francia di non mostrarsi a braccetto con gli Stati Uniti in politica estera- (New York Times). A parere degli alti funzionari del governo Reagan il nuovo impegno francese è dovuto alla presa di coscienza che la conquista del Ciad, o la sua spartizione territoriale in un territorio libico e uno filo-occidentale, segnerebbe l'inizio del piano più ambizioso del colonnello: la nascita di un grande Stato islamico in cui verrebbero fagocitati anche la Tunisia, l'Algeria, il Nlger, l'Egitto e 11 Sudan, e forse altre nazioni. Gheddafi ha spesso fatto pubblicamente riferimento a tale progetto, sottolineando che in Sudan il 60 per cento della popolazione è musulmano, nel Niger lo è l'80 per cento e via di seguito. A suo parere, la nascita di un grande Stato islamico correggerebbe le ingiustizie compiute dal colonialismo, coi suoi «falsi confini*. Il pericolo di una penetrazione libica nel Nord Africa è tale per gli Stati Uniti che essi non accetterebbero un accordo che lasciasse al colonnello il controllo del Ciad del Nord, ha dichiarato il dipartimento di Stato al New York Times. -Non potremmo tollerare una presema così destabilizzatrice lungo le frontiere del Sudan-, sostengono al diparti¬ mento di Stato. -Il nostro obiettivo è il ritiro della Libia dalla zona occupata. A questo fine ci adopreremo perché intervenga l'Oua, l'Organizzazione per l'unità africana-. Il dipartimento di Stato ha insistito a precisare di non volere un confronto armato con Gheddafi, e di voler perseguire una soluzione polìtica della crisi del Ciad: ma l'America, ha sottolineato, deve salvaguardare innanzitutto la stabilità dei Paesi minacciati dal sogno del grande Stato islamico. L'allarme degli Stati Uniti trova riscontro nelle statistiche compilate dal Pentagono, n leader Ubico ha in Ciad 3500 uomini, e per i bombardamenti e i trasporti impiega più di 100 aerei. Il suo alleato Goukouni dispone di 1500 soldati, e conta sulla cosiddetta «legione Islamica», forte di altri 1500 effettivi. Il presidente Habré finora ha potuto contrapporre a questo esercito solo 3000 uomini, ai quali ultimamente se ne sono aggiunti 2000 provenienti dallo Zaire. I francesi dovrebbero assommare ad altri 2000 entro lunedi. La superpotenza si aspetta inoltre un'ondata di attentati terroristici ispirati da Gheddafi nell'Intero Nord Africa I termini dei negoziati appaiono tuttavia ancora molto confusi. A parere del dipartimento di Stato. Gheddafi ha indicato indirettamente a quali condizioni tratterebbe. Habré dovrebbe dimettersi, e dovrebbe subentrargli «un volto nuovo-. Costui negozerebbe con Goukouni, ma con cedendo garanzie alla Libia su una «politica di amicizianei suoi confronti. Le truppe libiche verrebbero sgombrate gradatamente fino alla firma dell'accordo. Una prospettiva del genere non interessa al dipartimento di Stato. Esso vuole che il Ciad, il Sudan e l'Egitto rimangano nella sfera d'influenza occidentale, considererebbe un alleato del colonnello, sia pure tiepido, «un cuneo nel fianco-. Ennio Carette ( Altro servizio a pag. 4) Monnstir (Tunisia). Il leader libico Gheddafi durante l'incontro con il presidente tunisino Burghiba. Il colloquio è stato ampiamente dedicato alla situazione attuale in Ciad (Tel. Ass. Press)