Fantacronache di Stefano Reggiani

Fantacronache Fantacronache di Stefano Reggiani Venerdì 12, dedicato agli svizzeri. — Quando Gelli andò in paradiso, con la scusa che vi aveva depositato molte buone azioni vaticane e che voleva raccoglierne il frutto, gli angeli lo rinchiusero in un carcere di massima sicurezza. Volevano indagare sul passaporto del discusso personaggio (possibile che tutto fosse in regola? chi avea concesso il titolo di venerabile?) e istruire comunque pratica per l'estradizione chiesta dall'inferno. Ma dopo un mese di detenzione celeste Gelli usci dalla porta principale con la complicità di un arcangelo. Imbarazzo negli ambienti celesti e nelle alte gerarchie. Solo un secco commento: «Non era mai accaduto dai tempi di Lucifero». Sabato 13, dedicato agli italiani. — Quando Gelli andò all'inferno, la commissione d'inchiesta sulla P2 chiese di avere a disposizione tutti gli atti della sua permanenza diabolica, il governo rispose che l'attività infernale dell'uomo era sotto controllo, i servizi segreti affermarono di avere inviato con facilità un loro confidente tra i demoni. Poi non se ne seppe nulla e molti fatti diabolici restarono senza spiegazione. Un noto faccendiere che cura le relazioni tra le banche di Belzebù e il Banco Andino ha dichiarato recentemente all'«Espresso» quello che già si sospettava: l'inferno ha infiltrato uno dei suoi uomini (un certo tenente Berlicche) nei nostri servizi, inquinando tutte le indagini. Ma il nuovo governo ha replicato che farà fuoco e fiamme per chiarire la situazione e il ministro dell'Interno (o dell'inferno?) Scalfaro non ha nascosto di avere un diavolo per capello. Domenica 14, gli intellettuali francesi. — Si trovano in una posizione spinosa gli .intellettuali francesi di fron- te all'intervento di Mitterrand nel Ciad. Secondo loro la Francia è troppo prudente, sarebbe dovuta intervenire con più decisione. Accusati dalla vecchia sinistra di essere nostalgici del colonialismo, alcuni prestigiosi intellettuali (i nuovi filosofi non sono passati invano) ricordano che oggi il vero nemico del mondo è Andropov, in tutti i posti dove la sua velenosa presenza si manifesta. La sinistra italiana è turbata, per decidere se sia più cattivo Andropov o Reagan s'è aperto un dibattito che supera le Alpi, e questo sembra l'unico apporto che la cultura europea per adesso è in grado di offrire all'Africa. La soluzione suggerita dal «Manifesto» (sono cattivi sia Andropov sia Reagan) sembra convincente, ma arriva troppo tardi per sbloccare una situazione di stallo, su cui pesano tante gloriose delusioni passate. Lunedi 15, alla dogana di Chiasso. — Il doganiere che ispeziona con gli occhi i passeggeri del treno espresso Basilea-Milano ci guarda con sospetto e ci prega di vuotare le tasche. Controlla agendine, vecchie buste, biglietti scaduti del filobus, tessere di vari enti e corporazioni. Cerca soprattutto valuta italiana. Quante lire ha? Quante ne porta in Italia? (Niente, in Svizzera ci hanno pelato). Un signore seduto in un angolo commenta dopo l'uscita del doganiere: «E' così che si scoraggia il rientro dei capitali in Italia; esportarli non è difficile, la vera impresa è riportarli». Martedì 16, la Asti, un carattere. — Pare che Adriana' Asti stia scandalizzando i veronesi con la sua interpretazione della Vedova scaltra, lontana dalla maniera goldoniana, quasi una versione provocatoria della Venexiana. Il bozzetto di Jacob per i costumi di Rosaura sembra un disegno del più autentico Fellini, l'estimatore delle poppe. «Sono dei bigottoni» ha dichiarato la Asti riferendosi agli spettatori, provando quel brivido di insofferenza e di dispetto che ormai le è indispensabile per recitare. Era lei che nel controverso Caligola di Brass face va il bagno non propriamen te nel latte d'asina, in una vasca circondata da volonterosi schiavi donatori. Mercoledì 17, il problema delle pensioni. — Pare che l'età pensionabile sarà elevata a 65 anni per alleggerire il deficit dcll'Inps. E' una solu zione inevitabile, ma bisognerà arrivare a 70, 75, anche 80. In questo modo non solo si risparmieranno soldi pubblici, ma si cancellerà la cattiva idea che l'Italia nel Duemila sarà una nazione di vecchi. Non di vecchi, di la voratori. Giovedì 18, la Costituzione. — Del resto, la Carta costituzionale dice che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro e non mette limiti di età. Ora si sa che potrebbe esserci uno Stato fondato sulla disoccupazione giovanile e sul lavoro senile. Sulla testa di Scalfaro

Luoghi citati: Africa, Basilea, Ciad, Francia, Italia, Milano, Svizzera