Inseguendo Azzurra tra vento e mare

Inseguendo Azzurra tra vento e mare Abbiamo visto al largo la sfida silenziosa per la Coppa America Inseguendo Azzurra tra vento e mare DAL NOSTRO INVIATO NEWPORT — Il motoscafo dei giornalisti, veloce quanto rumoroso e causa di grande fastidio per le barche a vela che superiamo ricevendo fischi e gesti non amichevoli, ci porta in mare aperto dove Azzurra affronta i suol rivali in Coppa America. A mezzogiorno la nebbia è disciolta dal vento e possiamo vedere altri sciami di barche molto più numerose attorno ai 12 metri americani che si battono fra loro per avere l'onore di difendere la Coppa. Sul nostro campo di regata arriva un barcone stracolmo di passeggeri: spunta una bandierina tricolore, si sente un timido grido .Forza Italia.. Un tifoso di altri sport, evidentemente. La regata a vela si prepara e si svolge nel silenzio, con le barche del pubblico a rispettosa distanza dai contendenti. Azzurra e Australia (di cut parlo adesso per le differenze di fuso orario) volteggiavano per rubarsi la posizione migliore per la linea di partenza e non si sentiva altro che la campana di una boa, scossa dalle onde. I due scafi sembrano sottili, bianco l'australiano azzurro l'italiano, sotto le vele smisurate, alte quasi 30 metri sull'acqua, segnate da strisce di colori diversi dovuti ali Impiego di tessuti speciali. I timonieri fanno sbattere rande e fiocchi, riprendono velocità, compiono un girotondo, giocano sui secondi che mancano al via per infilarsi nel corridoio più propizio. II gioco riesce a Australia che parte con 8 secondi di vantaggio su Azzurra e inizia il lato di bolina, il controvento, da compiere a zig-zag. E' l'andatura in cui la barca australiana non ha rivali, grazie alle tanto discusse pinne applicate alla chiglia. Pochi gradi, sufficienti però per arrivare prima sulla boa anche se la velocità apparente delle due barche è uguale. Il nostro timoniere Pellaschier non ha altra arma che il diversivo. Vira e cambia bordo continuamente per costringere Australia 2 a fare altrettanto. Ma alla settima virata è facile immaginare che il timoniere australiano non risponderà più, potendo andare dritto sulla boa. Infatti Azzurra è costretta a virare di nuovo per inseguire Australia perdendo 24" nella manovra a vuoto. Alla prima boa avrà un ritardo di 59". Riguadagna nel lato di lasco con lo spinnaker e in quello in poppa; perde di bolina; riguadagna in poppa; perde ancora di bolina. Alla fine avrà un distacco di 2"26". Ritorniamo in porto ad aspettare Azzurra e il suo equipaggio. Arriveranno a rimorchio dopo qualche ora. Il molo è tappezzato di insegne Alitalia e San Pellegrino, al molo accanto i francesi stanno tristemente disarmando la loro barca, ormai eliminata. Arriva anche Australia 2 che viene immediatamente avvolta di teli per nascondere la chiglia magica. C'è un po' di tensione perché Cino Ricci costringe i giornalisti a star fuori dal cancello, senza poter avvicinare l'equipaggio italiano. Poi l'atmosfera si addolcisce. Domando a Laurent Cordelle, il tecnico francese divenuto romagnolo e imbarcato su Azzurra, se è giusta {Impressione di un Australia 2 capace di stringere il vento più della nostra barca. «E' verissimo, con quelle pinne in chiglia scarroccia meno e tiene una prua migliore. Di bolina arriva inevitabilmente prima alla boa, anche se a tratti noi slamo più veloci». Come sono fatte queste fa Mario Fardo (Continua a pagina 2 ■ In usta colonna)

Persone citate: Cino Ricci, Laurent Cordelle, Mario Fardo, Pellaschier

Luoghi citati: America, Australia