A giorni Israele lascerà lo Chouf ma «non si assume responsabilità» di Giorgio Romano

A giorni Israele lascerà lo Chouf ma «non si assume responsabilità» Improvvisa visita a Beirut del ministro della Difesa di Gerusalemme A giorni Israele lascerà lo Chouf ma «non si assume responsabilità» NOSTRO SERVIZIO TEL AVIV — Il ministro israeliano della Difesa, Arens, è andato ieri a Beirut, dove ha ■ incontrato esponenti politici governativi e dell'opposizione, e dove ha tenuto una conferenza stampa nell'ufficio del rappresentante israeliano a Yarzé, non lontano dal palazzo presidenziale di Baabda. Arens ha dichiarato che «Israele non ha l'intenzione di assumersi la responsabilità di quello che potrà succedere nello Chouf dopo 11 ridispiegamento del suo esercito sul fiume Avvali: la legge e l'ordine nel Libano devono essere imposti dall'esercito e dalla polizia libanesi». Poco dopo, rivolgendosi ai corrispondenti stranieri a Tel Aviv, il capo di stato maggiore Moshe Levy ha annunciato che l'inizio dell'arretramento «è questione di giorni», e che Israele «sta cercando di realizzare un coordinamento: con l'esercito libanese-che lo sostituirà sulla montagna. E ha aggiunto: -Il governo di Beirut riceverà territori che per anni sono sfuggiti al suo controllo». Le forse di Gerusalemme rimarranno invece nella valle della Bekaa per mantenere il vantaggio strategico sui siriani: «E' un vantaggio —ha detto Levy—essere vicini alla capitale del nemico», Contemporaneamente, il ministro della Difesa siriano ispezionava le truppe nella Bekaa. Nella sua inattesa visita <r Beirut, Arens ha anche detto che è falso sostenere che Israele ha fornito armi a una delle fazioni in conflitto nel Libano perché Gerusalemme non sostiene nessuna delle milizie locali e non vuole la spartizione del paese: «Solo la Siria impedisce lo sgombero di tutte le forze armate straniere che si trovano sul territorio del Libano» ha sostenuto, accusando esplicitamente il presidente siriano Assad di utilizzare il conflitto libanese per finlinternl. La messa a punto del mini' stro ha inteso controbattere le accuse rivolte a Israele di favoritismi e di parzialità; ma ha anche voluto contestare la tesi del presidente Gemayel (che però non ha nominato) il quale sostiene che i 9 mila uomini del suo esercito potranno entrare nello Chouf soltanto dopo che i soldati israeliani saranno riusciti a riportarvi la pace. La riapertura, avvenuta ie- nsblFm dell'aeroporto internazionale di Beirut, chiuso da una settimana (un accordo sarebbe stato raggiunto grazie all'intervento del re saudita Fahd) sembra indicare una maggiore flessibilità da parte del leader druso Jumblatt, che la settimana scorsa era andato a Gedda, e avrebbe garantito che lo scalo non sarà più bombardato. Sembra che anche la Giordania abbia un ruolo nella mediazione. Secondo le radio libanesi, il ministro della Difesa ha incontrato personalità cristiane, ma anche rappresentanti della sinistra: tra gli altri, si fanno i nomi dell'ex ministro Marwan Hamadé, considerato vicino a Jumblatt, e di Fady Frem, comandante le forse libanesi (milizia cristiana di destra). Mentre Arens era a Beirut, l'inviato americano McFarlane è stato ricevuto dal direttore generale degli Esteri David Kimché a Gerusalemme, in assenza del titolare del dica stero, Shamir, che si trova a Bucarest per una missione alla quale si attribuisce notevole importanza perché tenta, tra l'altro, di ristabilire le relazioni coi Paesi dell'Est europeo. I colloqui tra McFalane e Kinché si sono protratti a lungo (due ore e mezzo nella mai tinaia e altrettante nel pomeriggio) e hanno riguardato so prattutto aspetti pratici e tecnici del prossimo spiegamento delle forze israeliane in Libano, che si prevede sarà completato entro otto-dodici settimane. Giorgio Romano