Lourdes, due sponde dell'umanità di Luciano Curino

Lourdes, due sponde dell'umanità Lourdes, due sponde dell'umanità «Apostolo delle grandi cause», come l'ha definito Mitterrand, Wojtyla ha denunciato i mali del mondo contemporaneo, dall'ingiustizia alle guerre, dalla fame al terrorismo - Le persecuzioni del nostro tempo: «Non la morte sanguinosa, ma una specie di morte civile» Richiamo alla «fedeltà di ognuno alla propria coscienza, capace di distinguere il bene dal male» - Silenzio carico di emozione durante il passaggio tra i sofferenti - A «quelli che non credono»: «La Chiesa combatte una battaglia per l'uomo, per la sua libertà più intima» DAL NOSTRO INVIATO LOURDES — Nemmeno trenta ore: è stato uno del viaggi più brevi di Giovanni Paolo II, ma dei più intensi. •Sono qui per vivere una giornata da pellegrino*, ha detto. Come milioni di pellegrini (l'anno scorso sono stati 4 milioni 414 mila). 11 Papa è stato alla grotta dell'Apparizione e ha acceso un cero, ha bevuto l'acqua della fonte, ha sgranato il rosario nella basilica, ha partecipato anche lui con una torcia alla processimi aux flambeaux. Un pellegrino che ha parlato agli altri pellegrini e al mondo da «apostolo delle grandi cause., come l'ha defi nito Mitterrand, domenica al suo arrivo. Con parole sempli ci e forti ha lanciato ripetuti appelli alla liberta e alla di gnità dell'uomo. Un vibrante discorso per denunciare le sofferenze, le ingiustizie; ha evocato 1 pro- blemi che riguardano la fame, la guerra, il terrorismo, l'odio, 'aggressione: tutti gli attentati alla dignità e al diritti fondamentali dell'uomo. Ha denunciato le persecuzioni di questo nostro tempo: «Non la morte sanguinosa, ma una specie di morte civile; non solo la segregazione in una prigione o in un lager, ma la restrizione permamente della libertà personale o la discriminazione sociale*. Non vede la soluzione alla crisi di questo mondo che .nella fedeltà di ognuno alla propria coscienza, una coscienza capace di discernere il bene dal male*. Ha parlato domenica ai giovani. Il pélé-jeunes, 1 ragazzi e le ragazze pellegrini a Lourdes (350 mila l'anno scorso), Molti vengono alla ricerca di qualcosa che non sanno, molti vengono a loro spese per aiutare, «servire», gli ammalati. Ora ad ascoltare il Papa ce ne sono 25 mila nella basilica sotterranea di S. Pietro, Cantano un coro trionfante che dice: «... E vedremo la nostra terra fiorire d'amore*. Il discorso del Papa è un inno alla vita. .Alcuni si sentono inutili in un mondo invecchiato, incapaci di fare qualsiasi cosa in un mondo chiù so*, ma la fede e la speranza portano all'amore del prossimo, che .renderà migliore il destino dell'uomo: il rispetto alla vita e dignità umana, l'avvento di una giustizia più grande, la condivisione dei beni, la fraternità, e la pace fra i popoli e i diversi ambienti sociali, l'accoglienza degli stranieri, la cura del buon costume, la promozione di una cultura degna di questo nome» Cristo, dice, vuole che noi amiamo la vita, che vediamo intorno a noi il gusto di vivere e di amare. .Senza allontanarsi dalla carità, ma con co- raggio, tocca a noi costruire, dapprima in noi stessi, la forma della società die vogliamo per domani*. E, con parola' forte: .Ragazzi, la fede è un rischio». Una sterminata platea che continuamente lo interrompe con applausi, in uno sventolio di foulards, scandendo: «JeanPaul deux, Jean-Paul deux», poi canti, un'atmosfera da stadio. La sala è un vulcano. Il Papa varie volte deve gridare nel microfono: .Basta, basta». Alla fine, sorridente: Tutti dovranno sapere che non è colpa mia se il discorso è stato cosi lungo». Previsto di mezz'ora, il discorso è durato quasi un'ora per le interruzioni. Alla fine. Wojtyla chiede: .Volete la benedizione?». «Si», è l'urlo che sembra far venir giù la volta della vasta basilica. «Allora, calmatevi un istante». E benedice, nel grande silenzio. Poi esplode, immenso, il Magnificat. Subito dopo, un contrasto sconvolgente. Dopo la bella, sana e rumorosa giovinezza, il Papa si trova tra gli ammalati nel piazzale della Grotta. In una sofferenza che non ha età, con il suo terribile silenzio. (A Lourdes sono venuti l'anno scorso 70 mila ammalati. Molti con la speranza di guarigione, i più perche qui si convincono di avere ancora un ruolo nella società, qualunque sia la loro condizione). Adesso ce ne sono 2000 su carrozzelle, lettighe, barelle. Ma non c'è la folla dei curiosi : soltanto loro, gli ammalati, i familiari e gli accompagnatori. Le braccia tese, gli occhi che implorano e in lacrime. Corpi martoriati, ma volti gioiosi, sorridenti. Soltanto il Papa non sorride; via via che procede in quella miseria fisica, il suo volto si fa teso, quasi duro nello sforzo di trattenere le lacrime. Dopo un lungo, insopportabile silenzio, le prime timide voci, che presto diventano corali, insistenti. In tutte le lingue: «Grafie, Papa», «Viva il Papa» e un ragazzo cieco: «Papa, guardami». Infermieri sollevano pa- ralitici perché possano vedere. Madri porgono bimbi handicappati. Wojtyla li prende in braccio per baciarli. Si china a baciare la fronte di vecchi immobilizzati, accarezza capelli, volti disfatti dalla sofferenza, stringe mani di spastici che gli restano avvinghiate, non riescono a lasciarlo. Mormora qualche parola a vecchie distese su lettighe, ma parla a fatica, turbato dalla commozione. «La sofferenza 6 sempre una realtà, una realtà dai mille volti», dice poi nell'allocuzio ne agli ammalati. La soffe renza è difficile da accettare anche da parte di coloro che hanno fede. «Afa è indispensabile andare avanti nella via dell'accettazione, perché la fede ci assicura che il Signore può e vuole trarre bene dal male, e questo significa che invita voi stessi ad essere attivi, per quanto lo potete». Prendere coscienza della propria sofferenza senza minimizzarla, ma senza aumentarla perché essa non generi un senso di sconfitta. Un altro importante discorso è l'ultimo, il saluto ai pellegrini. Parla anche a «quelli che non credono o sono in dubbio di fronte alla fede». Anche ai non cattolici, a tutti coloro che «lottano contro i pregiudizi ed i sospetti». Dice: «Quando nel mondo intero la Chiesa si sforza oggi, con la tenacia che si conosce, ad agire per il rispetto e la libertà religiosa, essa ha coscienza di mettersi alla testa di una battaglia necessaria per l'uomo, per la sua libertà più ìntima, per la difesa di tutte le altre libertà fondamentali». Si tratta, dice, di sottrarre 1 nomo «ad ogni pressione da parte di individui, di gruppi sociali o di qualsiasi potere umano, in modo che egli non dnma ri sia mai impedito di agire secondo la propria coscienza». Il Papa ha lasciato la «città dei miracoli» domenica sera alle 10, con 1 Pirenei in una luce violetta. Per due giorni Lourdes è stata capitale della cristianità. Circa 150 mila persone domenica, oltre 200 mila lunedi. Da ogni parte d'Europa, africani e asiatici,, di tutti i Paesi delle Americhe. Gente venuta per vivere la propria fede o alla ricerca della fede. Anche gente che non crede a Lourdes e ai suoi miracoli, ma venuta per ascoltare il messaggio di un uomo la cui voce non si leva, mai invano. Una folla esultante in una atmosfera di festa, fremente di gioia, con canti di molte migliaia di voci: gli Osanna, gli Alleluia, le Ave Maria salmodiate, mentre l'altoparlante diffonde il corale: «TuesPierre». Misure di sicurezza mai viste volute dal governo trance se, che hanno indignato molti pellegrini, qualcuno le ha definite «uno scandalo*. Nella folla si vedevano ovunque kepi e caschettl e berretti rossi dei paras. Telefoni da campo e walkie-talkie. All'ingresso del Domaine, 11 recinto del santuario e della grotta, i pel legnili controllati con il me tal-detector, come negli aeroporti. La papamobile, l'auto blindata del Papa, sempre scortata da furgoni di poliziotti e dall'ambulanza. Sono i segni di un'epoca angosciosa. Che il mondo di domani sia diverso, ha detto papa Wojtyla prima di partire, «éi necessario preparare per domani un mondo che sia all'altezza dell'uomo in tutte le sue dimensioni». Luciano Curino r1mLm—MbstRrp—bd Lourdes. Il Papa benedice la folla che fa ala al passaggio della speciale vettura corazzata e munita di cristalli anti-proiettile

Persone citate: Domaine, Giovanni Paolo Ii, Mitterrand, Osanna, Ragazzi, Wojtyla

Luoghi citati: Europa, Lourdes