Due speleologi canavesani uccisi dal gas in fondo al pozzo di una miniera d'oro

Due speleologi canavesani uccisi dal gas in fondo al pozzo di una miniera d'oro E' finita in tragedia una spedizione alla ricerca di minerali in Val d'Ayas Due speleologi canavesani uccisi dal gas in fondo al pozzo di una miniera d'oro Le vittime sono un impiegato di Ivrea ed un operaio Lancia di Romano Canavese. - Con un amico, che è riuscito a salvarsi, si erano calati in un cunicolo profondo 20 metri -1 soccorritori li hanno trovati ormai privi di vita Due speleologi dilettanti sono morti Ieri in Val d'Aosta nel pozzo di una miniera d'oro ad Arbaz, una frazione di Challand Saint-Anselme. sulle pendici del monte Zuccore. Un loro compagno s'è salvato: èra uscito pochi minuti prima dalla buca profonda venti metri perché si sentiva poco bene. Le vittime sono: Giuseppe Bortolomai, 27 anni, operaio della Lancia in cassa integrazione, abitante in via Ponte Chiusella di Cascine di Romano, sposato con tre figli; Alberto Revel Chion, 34 anni, dipendente di un'azienda di costruzioni di Por.t-St-Martln, residente a Ivrea in via Lago Sirio 61 bis, sposato con due figli. Si è salvato invece Liliano Pòlanchini, 34 anni, di Viverohe. Tutti e tre erano appassionati di speleologia e avevano approfittato delle vacanze per compiere una spedizione, «in cerca d'oro», sui monti intorno alla Val d'Ayas. Ieri mattina avevano raggiunto in auto la mulattiera che conduce alla miniera abbandonata di Behar, in località «Gomba teupa» (che in dialetto significa «zona scura»). Di qui, a piedi, erano saliti per circa un'ora e mezzo sino all'imboccatura dei pozzi. L'impianto, oggi abbandonato, ma che risalirebbe ad almeno quattrocento anni fa, era chiuso con travi e cancelli. Inoltre il sindaco di Challand, Giovanni Bonin, aveva fatto collocare cartelli che avvertivano i turisti del pericolo. Ma tutto ciò'non ha arrestato i tre cercatori d'oro. Secondo una prima ricostruzione hanno iniziato il lavoro verso le 10. Attrezzati con tute, caschi protettivi, scarponi, corde, sembra anche un autorespi¬ ratore, si sono calati nel pozzo che scende nella montagna per almeno venti metri. Con loro avevano anche un piccolo compressore che doveva servire per alimentare un martello pneumatico. La disgrazia è avvenuta dopo una decina di minuti. Liliano Pòlanchini avrebbe avvertito per primo un odore acre e sarebbe uscito all'aperto. .Sto male, devo andare a respirare udmhmptpcrcC un po' d'aria pura» avrebbe detto. Gli altri invece sono rimasti a lavorare. Ma non hanno potuto continuare per molto. «Ho sentito come delle parole spezzate — ha. ricorda to 11 Pòlanchini —. Subito dopo come un rantolo. Li ho chiamati, ho cercato di farli risalire sema ottenere però alcun risultato'. Pòlanchini ha raggiunto Challand per dare l'allarme Subito sono partiti 1 vigili del fuoco, venivano avvisati anche 1 vigili di Aosta e le guide del soccorso alpino. E' stata una drammatica corsa contro 11 tempo. Per Alberto Revel Chion e Giuseppe Bortolomai però non c'era più nulla da fare. Alle 11,30 circa i volontari si sono resi conto che ogni intervènto era vano. Il pozzo sembrava come invaso dal gas e dal fondo non giungevano rumori. Ugualmente un gruppo del soccoroso alpino è stato portato sul posto con un elicottero della Scuola militare alpina di Aosta. Con speciali attrezzature 1 vigili del fuoco sono quindi riusciti ad entrare nella miniera. Il primo che hanno trovato è stato Giuseppe Bortolomai: era legato alla corda di sicurézza a meta del pozzo, bloccato dal gas men tre cercava disperatamente di porsi in salvo.'Alberto Revel Chion invece era finito sul fondo. È' difficile capire che cosa sia accaduto e le eventuali responsabilità. Oggi i tecnici effettueranno un controllo nel pozzo per cercare di individuare 11 misterioso gas che ha ucciso i due speleologi. A Challand però si parla già di '■miniera maledetta». .Quindici giorni fa — commenta un abitante del paese — un uomo è morto d'infarto dopo essere uscito dalla galleria: Alberto Revel Chion. una delle vittime - Liliano Pòlanchini il superstite - Il dolore dei famigliari

Persone citate: Alberto Revel, Alberto Revel Chion, Behar, Giovanni Bonin, Giuseppe Bortolomai

Luoghi citati: Aosta, Arbaz, Ayas, Challand, Ivrea, Romano Canavese, Val D'aosta