Una «Città» per i big della moda di Vittorio Zucconi

Una «Città» per i big della moda Lettera da Tokyo m Una «Città» per i big della moda In America è già forte, e anche in Italia si comincia a notare qualche presenza: l'industria della moda giapponese esce dai confini patrii e si lancia alla conquista del mondo. Ma lo fa naturalmente «alla giapponese», con metodicità e preparazione. Addirittura, pensa di dare vita a una vera e propria «città della moda», nel porto di Kobe, dove raccogliere in un unico grande «parco industriale» tutte le società e ì laboratori che producono abbigliamento. Véntotto aziende hanno già aderito al progetto che dovrebbe creare una serie di infrastrutture comuni, dal tempo libero agli studi fotografici. Interamente finanziata dai privati, la «Città della moda» dovrebbe essere in funzione già nel 198S e costare inizialmente, una cifra attorno ai 100 miliardi di lire. Sfruttando il porto, già attrezzatissimo, e l'aeroporto, in via di ampliamento, il ..centro dell'abbigliamento dichiara la sua intenzione di puntare all'export, seguendo le orme delle altre industrie nipponiche. «Sono convinto che entro questa decade Kobe sarà, per il mondo della moda, quello che oggi sono Parigi, New York o Milano, quindi una delle capitali' sostiene Yujiro Tanaka, direttore del centro di sviluppo della nuova città dei sarti. Se l'avesse detto un altro, un'affermazione del genere sarebbe parsa solo presuntuosa. Detta da un giapponese, fa paura. Regali per tutti Come una frenesia collettiva, come un rito inevitabile, due volte l'anno, in inverno e in estate, i giapponesi si scambiano regali. Tra la felicità dei grandi magazzini, che in pratica si fanno due stagioni natalizie all'anno, madri e figlie, padri e fratelli, capi uffici e dipendenti, colleghi, scolari e insegnanti portano gli uni agli altri omaggi che variano di prezzo e di importanza, ma non sono assolutamente evitabili. Il «presento», come si dice in giapponese storpiando con l'aggiunta di una «o» finale l'inglese «present», può essere una bottiglia d'olio per condire l'insalata cosi come un diamante. L'importante, veramente, sono il pensiero e la confezione, quasi sempre elegantissima ed claboratissima anche se dentro il pacco c'è solo un barattolo di caffi solubile. Il colore dei nastri è importantissimo e cambia secondo un rituale che può esprimere amore, gratitudine, rispetto. E anche se la mezza estate e il mezzo inverno sono i due periodi canonici del regalo, in realtà ogni pretesto è valido per un «presento»: lo si porta per festeggiare una guarigione (anche da raffreddore) o una gravidanza, l'ammissione all'asilo o una laurea in ingegneria elettronica. Perfettamente accettabile e il regalo in contanti, secondo un tariffario ufficio¬ so ma rigidamente seguito da chi non vuol fare né la figura dell'accattone né quella del cafone arricchito. A una coppia che si sposa: 200 mila lire, a un giovane che diventa maggiorenne: 50 mila, a un conoscente ricoverato in ospedale: 30 mila. Per un lavoro: 100 mila. A un bimbo che entra alle elementari: diecimila. La frusta per i buoi Afflitta da una produttività talmente bassa da rendere illusorie molte speranze di modernizzazione industriale, la Cina lancia una nuova parola d'ordine: «Schioccare la frusta per far muovere il bue lento». In altre parole, minacciare di licenziamento gli operai che non compiano un vero balzo in avanti nella loro fatica. Lo slogan, che sembra preso dalla descrizione verista di un feroce «padrone delle ferriere», nasce da una sene di ri? sul tati negativi che sembrano contraddire tutte le promesse di rapido sviluppo: ad esempio i tempi di costruzione di uno stabilimento medio sono oggi due, tre volte più lunghi rispetto a 20 anni fa Le nuove direttive propongono senza mezzi termini di sostituire su due piedi i dirigenti, i capi reparto e gli operai che non dimostrino fattivamente di aver sentito lo schiocco della frusta. Vittorio Zucconi Un modello di Yohji Yamamoto alle sfilate di alta moda

Persone citate: Tanaka, Yohji Yamamoto

Luoghi citati: America, Cina, Italia, Milano, New York, Parigi, Tokyo