Gesuiti, nuovo candidato alla successione di Arrupe di Marco Tosatti

Gesuiti, nuovo candidato alla successione di Arrupe Un olandese rettore del Pontificio Istituto Orientale Gesuiti, nuovo candidato alla successione di Arrupe CITTA' DEL VATICANO — Per l'elezione del «papa nero», il generale dei gesuiti, ogni forma di propaganda è severamente vietata dagli statuti della Compagnia, antichi di secoli. Ma le norme rigidamente fissate da Ignazio di Loyola per il suo esercito di fedelissimi del Papa non impediscono che nell'imminenza della congregazione, l'assemblea da cui dovrà risultare eletto il nuovo generale, circolino i nomi dei possibili successori di padre Arrupe, il generale dimissionario e ancora sofferente per i postumi di un'emorragia cerebrale. Alla prossima congregazione, la 33", mancano due settimane: dal 2 settembre la Curia generalizia di Borgo Santo Spirito ospiterà i circa 230 delegati di tutto il mondo, chiamati dal «commissario straordinario» padre Dezza a dare un nuovo capo ai gesuiti, dopo un periodo particolarmente à l i è n o a o i , n o difficile, che ha visto inerì-, narsi i rapporti fra la Compagnia, la Curia vaticana e tre successivi pontefici: Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II. L'ultimo nome, in ordine di tempo, a circolare con una certa insistenza, quale possibile candidato alla carica di superiore generale, è quello di Peter Hans Kolvenbach, un gesuita olandese nato il 30 novembre 1928, rettore del Pontificio Istituto Orientale, uno dei due istituti consociati alla Pontificia Università Gregoriana, l'ateneo che è da sempre il flore all'occhiello della ' Compagnia di Gesù, in campo ecclesiastico, e forse non solo della Compagnia. Kolvenbach, è stato eletto a rappresentare alla Congregazione la Provincia del Vicino Oriente (Turchia, Siria, Israele ed Egitto). A suo favore giocherebbero sia la buona conoscenza di situazioni geografiche molto diverse (ha viaggiato parecchio in tutto il mondo), sia la sostanziale estraneità alle diverse tendenze in cui si è divisa negli anni scorsi la Compagnia, fra fautori delle ideologie più «rivoluzionarie», «conservatori estremi» e «moderati». E' probabilmente nel gruppo di questi ultimi che volendo si potrebbe collocare il rettore del Pontificio Istituto Orientale, la cui candidatura, secondo alcuni, sarebbe vista con un certo favore an che al di là del portone di bronzo. Fino a quando l'assemblea, verso la metà di settembre, non deciderà in un rigoroso conclave il nome del successore di Arrupe, restano però valide tutte le altre ipotesi nate finora. In particolare sembra che attorno all'aiutante del commissario, padre Pittau, si starebbe raccogliendo la simpatia — in termini elettorali — di una parte degli americani, che hanno in Vincent O'Eeefe, vicario di Arrupe, un loro candidato, purtroppo però legato alla gestione precedente. Pittau si sarebbe fatto conoscere e apprezzare nei viaggi compiuti l'anno scorso e quest'anno in tutte le c province, per illustrare ciò che il Pontefice desidera dalla Compagnia, e raccogliere umori e opinioni. Altri nomi in ballo sono quelli del delegato pontificio, padre Dezza, che ha condotto con molta diplomazia e senza scontri (e questo gli viene rimproverato dai conservatori) 1 gesuiti in questo perìodo dì trapasso, e quello di padre Tucci, direttore della Radio Vaticana. Non pochi fra membri della numerosa provincia nordamericana si esprimono con favore nei suoi confronti. Marco Tosatti

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Egitto, Israele, Siria, Turchia, Vicino Oriente