«Perché scappare, al massimo rimaneva in carcere un anno»

«Perché scappare, al massimo rimaneva in carcere un anno» «Perché scappare, al massimo rimaneva in carcere un anno» Parla l'avvocato Federici - «Forse qualcuno gli ha fatto sapere che doveva tornare subito libero per proteggere la famiglia» - «Di lui, da vivo, non sentiremo più parlare» DAL NOSTRO INVIATO GINEVRA — Federico Federici, avvocato fiorentino residente in Svizzera, è da sempre e ancora adesso amico dl Lieto Gelli. «Non mi piace il tiro al piccione — Ironizza — che invece pare essere sport nazionale italiano: Spiega cosi il perché, almeno idealmente, non ha abbandonato 11 suo «Venerabile Maestro» di Loggia, anche se con lui non ha contatti diretti dal febbraio 1982, quando Gelli gli telefonò allo studio legale dl Firenze, proprio mentre questo veniva perquisito dai carabinieri. Allora gli disse che tutta la questione P2 sarebbe finita in nulla. «Cosi è stato — dice Federici — se pensiamo che di tutti gli iscritti che compaiono sugli elenchi, gli unici perseguiti da ordini di cattura sono Qelli e Umberto Ortolani, una percentuale irrisoria, lo 0,16 per cento, di gran lunga inferiore a quella dei parlamentari italiani per t quali la magistratura ha chiesto autorizzazioni a procedere'. Ha nominato Umberto Ortolani e su dl lui si ferma a riflettere. «Gid — dice —; nei suol confronti sono stati emessi ordini di cattura da Milano per concorso in bancarotta fraudolenta dell'Ambrosiano e da Roma per l'attività politica della Loggia. Eppure, provate a chiedere al cancelliere dell'ambasciata italiana di Berna se esistono a carico di Ortolani richieste di estro- dizione. La cosa più grave è che Ortolani questo lo sa benissimo e circola tranquillamente in Svizzera. Sono passati pochi giorni da quando si è presentato qui a Ginevra nello studio del notaio Pierre Crtstin, in rue du Rhone PI, per stendere un atto di procura contro Elio Ciolini, italiano residente a Losanna che lo coinvolse nell'inchiesta sulla strage di Bologna. L'atto — sostiene Federici — è una formalità inutile, non una cosa urgente che poteva spingere Ortolani a prendersi dei rischi, eppure è stato fatto. Siamo certi allora che della P2 Lido Qelli fosse proprio il numero uno?: Che cosa pensa Federici, che conosce bene Gelli, della evasione? 'Partiamo dalla considerazione che a Gelli conveniva rimanere in carcere, anche correndo il rischio dell'estradizione. Ammettendo pure che lo avrebbero rimandato in Italia, ammettendo che non gli avrebbero concesso la libertà per decorrenza dei termini, ammettendo che sarebbe stato condannato per l'unico reato a lui attribuito, previsto dall'accordo di estradizione tra l'Italia e la Svizzera, si sarebbe fatto un annetto di galera e poi sarebbe stato libero definitivamente. Ora, invece, deve temere di essere riarrestato in un altro Paese che conceda l'estradizione anche per l reati da ergastolo, oppure rapito dai servizi segreti italiani con la complicità del Paese ospite, come avvenne per Franco Freda in Costarica. Piuttosto, se qualcuno avesse fatto sapere a Gelli che era meglio tornasse subito libero, magari "per proteggere la sua famiglia che senza di lui corre dei rischi", allora si sarebbe stato costretto a scappare'. L'aw. Federici, arrestato un anno fa In Svizzera su richiesta delle autorità italiane per un tentato traffico d'armi, estradato nel nostro Paese, messo In libertà provvisoria, è tornato in Svizzera con il passaporto che gli è stato restituito. Adesso glielo hanno anche rinnovato fino al 28 luglio 1988 e proclama la sua convinzione — dl piduista, è bene ricordarlo — che Lido Gelli non è certo il personaggio più sporco dell'Intera vicenda. — Pensa che Gelli sia diretto, o sia già nell'America del Sud? •Lo escluderei. Ci sono in America Latina troppi rischi, regimi troppo instabili, territori troppo poco popolati. Che cosa di meglio, invece, degli Stati Uniti: Paese tranquillo, ordinato, ricco, dove Gelli conta molti amici, visto che fu l'unico italiano invitato all'insediamento del presidente Carter. Senza contare che Michele Sindona, comunque, è in grado di mettere ancora qualcosa a disposizione di Gelli. La mia opinione — prosegue — è che Gelli sia libero, ma strettamente sorvegliato da quelli che hanno organizzato o favorito la sua evasione. Ho anche un'altra certezza: di Gelli, da vivo, non sentiremo più parlare: m. f.