In Ciad la Francia sposta 150 parà dalla capitale alla zona di guerra
In Ciad la Francia sposta 150 para dalla capitale alla zona di guerra Nella città di Abéché: gli istruttori «si difenderanno se attaccati» In Ciad la Francia sposta 150 para dalla capitale alla zona di guerra N'DJ AMENA — Una «grande compagnia» del distaccamento Manta di istruttori francesi che si trova nella capitale del Ciad è stata trasferita ieri in acreo ad Abéché, nell'Est del Paese. L'ha annunciato il colonnello Bernard Messana, che comanda l'intero distaccamento (circa 500 paracadutisti). Il colonnello ha precisato che gli uomini «sono unicamente incaricati dell'istruzione delle truppe ciadiane, ma è evidente cìie se saranno attaccati si difenderanno». Non ha speci ficaio quanti siano 1 paracadutisti partiti ieri per Abéché ma gli osservatori ritengono che siano circa 150. Abéché, città-chiave per l'avanzata verso la capitale, conquistata dalle forze ribelli di Ooukouni Oucddei appoggiate dai libici il 9 luglio, è stata ripresa dai governativi dopo tre giorni, ma è ancora teatro di sangui nosi combattimenti. Ieri il ministro francese del la Difesa, Hernu, ha detto che Parigi non esclude l'invio di altri effettivi nel Ciad, e ha sottolineato che la dislocazione di altre forze sarà decisa «se la situazione lo richiederà». Nel corso di una cerimonia a Bargemon, il ministro degli Esteri Cheysson, ha ri¬ badito che sarà « la Francia da sola a decidere dei suoi invii di materiale e istruttori... Non consulteremo né Jean-Baptiste Doumeng (il miliardario comunista francese il quale ha criticato la presenza dei para nel Ciad), né Ronald Reagan, né Andropov, né altri». Ha poi confermato che se i soldati francesi saranno attaccati si difenderanno. Il consigliere del Presidente per gli affari africani e malgasci, Ouy Penne, giunge oggi a N'Djamena per una visita di 24 ore. Il presidente del Ciad Hissène Habré, che ha preso parte ad una riunione d'emergenza del Consiglio dei ministri nella capitale, ha rinno¬ vato 11 suo appello a Stati Uniti e Francia affinché ritornino sulle proprie decisioni e intervengano direttamente nei combattimenti. Ha inoltre chiesto la convocazione d'urgenza del Comitato ad hoc dell'Olia per porre fine •all'aggressione libica contro il Ciad», mi bombardamenti libici — ha detto — hanno portato all'occupazione dell'intero Ciad settentrionale». Un minivertlce dell'Organizzazione per l'unità si riunisce oggi a Brazzaville per il 20° anniversario della rivoluzione congolese, ma secondo il Ciad non è questa la sede opportuna per affrontare il problema. Il presidente ad interim dell'Oua, il leader etiopico Menghlstu, ha già chiesto il ritiro di tutte le forze straniere dal Paese affermando che il loro intervento «non aiate a risolvere la situazione». Menghistu, che non ha fatto riferimento diretto a nessuno dei Paesi coinvolti, ha affermato che durante il mlnivertice saranno esaminate «tutte le strade» nel quadro di una nuova iniziativa diplomatica I bombardamenti libici sono continuati ieri intensi nell'Est del Ciad, in particolare su Oum Chalouba e Kalait: lo ha annunciato il ministro del¬ l'Informazione ciadiano Soumaila Mahamat. Quanto alla situazione a Koro-Toro, che secondo fonti libiche e diplomatiche di N'Djamena, sarebbe già caduta in mano ai ribelli insieme con Oum Chalouba e Bilténe, il ministro ha affermato: 'Abbiamo ancora un'esigua forza a Koro-Toro, ma la nostra linea di difesa va ora, attraverso il Ciad meridionale, da Salai a Ovest fino a Oum Chalouba e Kalait a Est». A Koro-Toro ripiegarono le truppe governative dopo la caduta di Faya Largeau. Soumalla Mahamat ha aggiunto che il «90 per cento» degli uomini e dell'equipaggiamento della guarnigione di Faya Largeau sono stati salvati. La radio ribelle ha invece affermato che le truppe di Habré hanno perduto 500 uomini. Fonti diplomatiche occidentali affermano che a Faya Largeau stanno affluendo truppe libiche e rifornimenti, forse in vista di un attacco via terra verso Salai, dove sono ripiegate le truppe fedeli ad Habré che hanno sgomberato Koro-Toro. Le forze di Oueddei sarebbero ora a 560 chilometri da N'Djamena. ( Altro servizio a pag. 5)
Persone citate: Andropov, Bernard Messana, Faya, Faya Largeau, Hernu, Jean-baptiste Doumeng, Ronald Reagan
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