L'attentato sulla Bologna-Firenze organizzato da servizi stranieri? di Clemente Granata

L'attentato sulla Bologna-Firenze organizzato da servizi stranieri? Per il magistrato che indaga sull'esplosione di martedì notte tutte le ipotesi sono ancora valide L'attentato sulla Bologna-Firenze organizzato da servizi stranieri? 11 sostituto procuratore di Prato: «Mi chiedo se non sia il caso di cercare spiegazioni diverse da quelle tradizionali» - Solo l'accertamento della natura dell'ordigno può permettere di risalire al gruppo che l'ha preparato DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE — «Non esclùdo nessuna ipotesi, da quella più semplice e banale a quella più complessa, vale a dire all'intervento di centrali, organizzazioni internazionali: tutte possono risultare valide, tutte possono avere una ragion d'essere», dice il sostituto procuratore di Prato, Elio Pasquariello, che dirige l'inchiesta sull'attentato all'espresso Milano-Palermo. Può apparire un segno piuttosto sconfortante. Se un inquirente dice che tutto è valido, significa che non esistono punti di riferimento specifici, che le indagini in pratica si devono ancora iniziare. In parte è un'impressione falsa. Mentre 11 magistrato ci parla, s'intensificano da parte della Digos 1 controlli su esponenti dell'estremismo eversivo di destra in Toscana (dove s'indaga soprattutto sulle persone legate a Mario Tuti). in Emilia e altrove e stanno per essere compiute perquisizioni. In parte è un'impressione giusta. Basti pensare, per esempio, che il magistrato ha Incontrato parecchie difficoltà nel nominare il perito incaricato dì accertare la natura dell'ordigno, che soltanto per una serie di circostanze fortuite non ha provocato un massacro. Le difficoltà sono dovute ad una ragione precisa: non è stata trovata la minima traccia della bomba; gli inquirenti hanno in mano due frammenti metallici che potrebbero appartenere al congegno dell'ordigno, ma anche essere tutt'altra cosa. Sicché l'esperto deve partire dal danni causati, per esem¬ pio la flessione subita dalle rotale, per risalire alla causa, cioè al tipo dell'esplosivo. Compito difficilissimo, per il quale occorrono esperti di particolare competenza che al dottor Pasquariello non è stato facile trovare in breve tempo. Eppure l'accertamento della natura dell'ordigno è fondamentale, il vero principio primo di questa indagine. «Il tipo della bomba — afferma il magistrato — permetterà di tracciare un primo identikit del gruppo die l'Ila collocata accanto alle rotaie tra Vernio e Vaiano». Ed è a questo punto che il sostituto procuratore accenna ad un ampio ventaglio di Ipotesi, per ora a suo avviso tutte attendibili. Prende un foglio e una biro e traccia una retta, ne delimita le estremità con le lettere A e B e dice: «A rappresenta l'ipotesi più semplice; B l'ipotesi più complessa; in mezzo è possibile collocare tutta una serie di combinazioni». Vediamo il caso più semplice. Secondo il magistrato è quello rappresentato da un gruppetto di fanatici completamente isolati che hanno agito in modo autonomo. E afferma: «E' un'ipotesi die può risultare confermata se il perito accerta che l'ordigno è stato confezionato in modo rudimentale, con polvere di mina facilmente disponibile». Al capo opposto c'è la situazione più inquietante. Ancora 11 dottor Pasquariello: «L'attentato è stato compiuto nello stesso momento in cui si presentava alle Camere un governo presieduto per la prima volta da un socialista. Un'esperienza politica per molti aspetti nuova in Italia. Mi domando: "E' tanto azzardato pensare ad un attentato posto in essere con finalità destabilizzatrici, è tanto azzardato pensare anche all'azione di centrali, servizi stranieri?". Guardi die in questo momento più che il magistrato inquirente le sta parlando un cittadino die tenta di riflettere e di meditare sull'accaduto. E il cittadino non può scartare una simile supposizione anche se può apparire molto impegnativa. Naturalmente una tale supposizione può essere avvalorata dalla presema di un ordigno molto sofisticato, azionato per esempio da un telecomando. Ecco perdile ancora una volta l'intervento del perito è fondamentale». Una pausa, poi il magistrato afferma ancora: «La stagione del terrorismo, la tragica esperienza trascorsa ci induce a ragionare secondo certi schemi che ora appaiono consolidati. Per esempio diciamo die il terrorismo di sinistra sequestra e ferisce o colpisce a morte persone ben individuate, magistrati, polisiotti e cosi via; il terrorismo di destra invece colpisce in modo indiscriminato con le bombe. E infatti in seguito all'attentato della scorsa notte, come lei sa, s stanno facendo indagini nell'ambito dell'estrema destra eversiva, indagini importanti». «Ecco però, mi domando — precisa 11 magistrato—se non sia il caso ora di uscire per un momento da simili schemi consacrati e cercare spiegazioni un po' diverse da quelle tradizionali che si esauriscono nella distinzione Brigate rosse-terrorismo nero. Mi chiedo in altre parole se pur in presenza degli stessi eventi, come gli attentati ai treni, non si sia di fronte a qualche forma nuova, a qualche centrale nuova del terrorismo. Come vede i dubbi sono parecchi e l'inchiesta si presenta davvero come un terribile rebus». Per ciò che riguarda le notizie della giornata ricordiamo che gli inquirenti stanno rie-, saminando i fascicoli dell'inchiesta sugli attentati dinamitardi avvenuti in Toscana dal 1974 e controllano la posizione di alcuni individui arrestati in passato per possesso 4drv1«lu- l'Agislgp«stqcdsmCvqd1lldp d'armi. Fra questi ultimi figurano, in particolare, due giovani romani che il 27 giugno 1974 furono sorpresi su una «500» imbottita di esplosivo lungo la direttissima Firenze - Bologna, vicino al luogo dell'attentato della scorsa notte. All'Ansa, nel frattempo, è giunta una lettera anonima in cui si addebita al pel la responsabilità dell'attentato. E' la lettera di un mitomane che già aveva fatto la sua comparsa durante le Indagini sul «mostro» di Firenze, responsabile dell'assassìnio di quattro coppie dì fidanzati. Clemente Granata

Persone citate: Elio Pasquariello, Mario Tuti, Pasquariello