Un velocista sul Bianco di Gigi Mattana

Un velocista sul Bianc Un altro record conquistato sulla vetta più alta d'Europa Un velocista sul Bianc L'alpinista francese Jean Marc Boivin, partito dai pascoli della Val Veny, ha raggiunto i 4810 metri della cima in 10 ore e mezzo - Sulla stessa via il grande Desmaison nell'agosto del 1972 impiegò tre giorni con due bivacchi in parete - Un atleta straordinario Quando Balmat e Paccard, due secoli fa (proprio fra tre anni si festeggerà il bicentenario della scalata), giunsero, primi uomini al mondo, in vetta al Monte Bianco, non potevano Immaginare che la montagna più alta d'Europa, e cosi tante altre vette delle Alpi, sarebbero diventate un terreno di gioco bello e crudele in cui gli imperativi categorici sarebbero stati successivamente esplorazione, conquista, difficoltà, velocità. L'Impresa compiuta lunedi scorso dall'alpinista francese Jean-Marc Boivin ha qualche cosa di strabiliante, pur in un'epoca in cui un alpinista come Messner può vantare la conquista di dieci «ottomila» o arrampicatori di scuola anglosassone riescono a superare senza assicurazione pareti che sono letteralmente lisce come lavagne. Delle {re enormi creste che reggono il versante Sud del Monte Bianco (Brouillard, Innominata e Peutérey), quella di Peutérey è la più lunga (dai pascoli della Val Veny fino ai 4810 metri della vetta in un susseguirsi allucinante di vette, collie gendarmi) e probabilmente la più bella. Il suo primo percorso integrale fu compiuto nel 1934 da tre tedeschi ; nell'agosto del 1972 il grande René Desmaison riuscì a compierla in solitaria in tre giorni (due bivacchi in parete) e nell'inverno dello stesso anno, proprio a cavallo delle festività natalìzie, sei alpinisti, fra cui le guide di Gressoney Arturo e Oreste Squinobal, la percorsero integralmente.. Boivin ha impiegato, sullo stesso percorso di Desmaison, 10 ore e mezzo; gli abissi dell'Aiguille Noire, della Bianche, delle Dames Anglalses, poi su su fino.alla vetta del Bianco, sono stati percorsi quasi di corsa se il francese, partito alle prime luci dell'alba, alle 15 era sul Bianco e, compiuta la discesa fino all'Aiguille du Midi, la sera era già riuscito a tornare a Chamonlx cori la funivia. Jean-Marc Boivin, nella pattuglia di «superuomini» dell'alpinismo contemporaneo, è un caso a sé e se un malato di statistica volesse stilare una classifica, potrebbe risultare 11 più completo uomo di montagna oggi esistente: è su valori di assoluta eccellenza mondiale in alpinismo (formidabile su ghiaccio, recentemente ha eguagliato 1 migliori anche In roccia); è fra i più bravi sciatori estremi del mondo; ha pochi concorrenti nei voli in deltaplano, specie se da alta quota. Ragionando per assurdo, il giovane gendarme della Scuola di Alta Montagna di Chamonlx sarebbe capace in due giorni di salire al Bianco lungo una difficilissima via di ghiàccio, ricliscenderla con gli sci, risalire alla sommità su roccia e tornare a valle con il deltaplano. Discese come la Nord dell'Aiguille du Pian, l'Algullle du Chardonnet e la Nord del Col de Peutérey hanno lasciato il segno. Da quando poi Boivin arrampica con quell'altro «mostro» di Patrick Bérhault, le sue salite da eccellenti sono diventate quasi improponibili alla «concorrenza», imprese da marziani. Nell'estate del 1981 i due scalano in un solo giorno la parete Sud dell'Aiguille du Fou e la diretta americana sulla parete Ovest del Petit Dru (sono vie che, con tempi «umani», poche decine di alpinisti in Europa riescono a percorrere) e. l'inverno scorso la cordata francese vince il Pilastro Rosso e 11 Pilastro Centrale del Brouillard rispettivamente in tre ore e mezzo e sci ore (andatevi a leggere quanto costò a Walter Bonattl aprire la via sul Pilastro Rosso e capirete a quali livelli di funambolismo, di condizione atletica e di coraggio che supera ogni barriera psicologica dettata dall'ambiente invernale siamo arrivati). Ma questa arrampicata che è diventata corsa, questa lotta che ormai ha anche 11 cronometro come antagonista, non è la fine dell'alpinismo; è semplicemente 11 voltar pagina di una passione che sempre più diventa sport e come tale deve cancellare molte inibizioni. Noi restiamo qui, nelle nostre modeste escursioni, nelle nostre facili arrampicate, a guardare chi osa tanto, ma slamo con lui. Il limite dell'umano che ogni giorno si sposta un po' più avanti è un sortilegio riuscito, una conquista per tutti. Gigi Mattana

Luoghi citati: Europa