Per tre ore nel burrone
Per tre ore nel burrone Salvato da un elicottero dei carabinieri Per tre ore nel burrone Impiegato di 48 anni è caduto, fratturandosi una gamba, a quota 1600 - 1 soccorsi ostacolati dall'asperità del terreno Un impiegato di Oiaveno, Mauro Tardivo. 48 anni, via Susa 9. è rimasto per tre ore in fondo ad un burrone con una gamba spezzata a 1600 metri d'altezza, sopra la frazione Indiritto dell'Alpe di Giaveno, nel comune di Coazze. Per soccorrerlo è partito da Torino l'elicottero dei carabinieri del nucleo di corso Marche. L'uomo, in ferie, era andato a fare un'escursione con un amico. Alle 14,30 il suo compgano di gita ha chiesto aiuto ai vigili del fuoco di Oiaveno: sono subito partite due squadre di uomini con una Campagnola e una barella. Ma il fuoristrada ha dovuto fermarsi: per raggiungere il posto dell'incidente bisognava percorrere una mulattiera. L'hanno affrontata i barellieri. Alle 16,30 perù anche loro, dopo aver raggiunto il Tardivo, hanno dovuto desistere: l'impiegato aveva una gamba rotta, i vigili hanno avuto timore di trasportarlo al fondovalle con la barella. Ha dovuto levarsi in volo l'elicottero dei carabinieri. Alle 18 l'impiegato arrivava al pronto soccorso del Cto. it Per un eccesso di dose di sedativi, Luciana Galliano, 29 anni, via Tasso 5, è in coma al Centro di rianimazione del Mauriziano. Deve la salvezza — 1 medici non disperano di strapparla alla morte — al tempestivo intervento degli agenti della Volante 9 e del vigili del fuoco che hanno sfondato la porta del suo alloggio. * Ieri notte, una banda di ladri, dopo essersi introdotta nell'ufficio postale di via 1° Maggio, a Nichelino, ha cercato di aprire la cassaforte con la fiamma ossidrica, senza riuscirvi. Il forziere, all'interno del quale pare ci fossero oltre duecento milioni, ha resistito all'attacco. Gli inquirenti sono del parere che gli scassinatori non abbiano calcolato bene il tempo, e alle prime luci dell'alba abbiano dovuto desistere. Il nuovo ufficio, costruito qualche anno fa, è privo delle inferriate alle finestre, al posto delle quali ci sono traversine in cemento distanti l'una dall'altra circa trenta centimetri ; quindi, coloro che si sono introdotti all'Interno, devono essere «smilzi».
Persone citate: Luciana Galliano, Mauro Tardivo
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