Reagaa: nessun intervento diretto Usa in Ciad, la Francia è in prima posizione di Ennio Caretto

Reagcm: nessun intervento diretto Usa in Ciad, la Francia è in prima posinone In una conferenza stampa si dice ottimista sull'esito del conflitto Reagcm: nessun intervento diretto Usa in Ciad, la Francia è in prima posinone La caduta di Faya Largeau, secondo il presidente, non modifica il quadro militare - «N'Djamena è molto lontana ed è difesa dai "para" francesi» - «L'importante è la mobilitazione degli Stati africani contro Gheddafi» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Reagan ha ieri dichiarato che «gli Stati Uniti non prevedono assolutamente una partecipazione diretta alla guerra del Ciad». Mentre danno tutto l'appoggio possibile al governo Habrè, e sono disposti ad aumentare gli aiuti militari, ritengono che il Paese africano •sia nella sfera d'influenza primaria della Francia», e tocchi quindi a essa intervenire con le armi. Reagan ha detto di non sapere quali iniziative prenderanno i francesi dopo la caduta della città-oasi di Faya Largeau nelle mani della Libia, ma ha prospettato una loro operazione aerea «perclié gli apparecchi di Gheddafi hanno avuto e hanno una parte determinante nel conflitto-. Il presidente non ha escluso che sondaggi siano in corso tra Parigi, Tripoli e Ndjamena per la cessazione delle ostilità, avallando cosi la notizia data dall'agenzia di stampa libica di «iniziative» per un armistizio. Il capo di Stato Usa ha fatto queste dichiarazioni in una conferenza stampa convocata d'improvviso ieri alla Casa Bianca alle 14,30 locali, le 20,30 in Italia, poco prima della sua partenza per il Mid West e la successiva vacanza in California. Dopo aver dato lettura di un breve comunicato sul suo incontro, ìa mattina, con la commissione sul Centro America diretta da Kissinger, ha risposto per 10 minuti alle domande del giornalisti. Il te> ma centrale delle risposte di Reagan è stato il Ciad, «dove — ha detto — la situazione è per aria». Sostanzialmente ha sostenuto 11 Presidente, la caduta di Faya Largeau non cambia il quadro degli ultimi giorni: il governo Habré non può dirsi sconfitto, la guerra avrà altri sviluppi. Dimostrandosi fiducioso in un intervento collettivo di alcuni Stati africani contro Gheddafi. oltre che in quello della Francia, egli ha sottolineato che «N'Djamena è molto lontana da Faya Largeau, ed è di fesa dai para francesi». Reagan ha volutamente ignorato l'eventualità che gli Aioacs, i radar volanti da lui Inviati a Khartum con otto caccia F-14 di scorta e con un CR-135 «grande orecchio», cioè un aereo-spia, vengano impiegati In appoggio all'aviazione militare di Parigi. Ha detto di non essere informato sui dettagli delle mosse francesi «clic rimangono protette dal segreto, perché una fuga di notizie gioverebbe solo al nemico». Ha invece precisato i Umili dell'azione americana nel Ciad. «Abbiamo già mandato armi e istruttori — ha ricordato e se necessario ne manderemo altri. Abbiamo trasportato le truppe degli Stati africani che si sono schierati col Ciad. Ma possiamo solo appoggiare coloro die ce lo chiedono». La cosa più importante, ha aggiunto, è che si siano mossi gli Stati vicini, che si sentono minacciati dall'espansionismo libico. Il Presidente ha fatto capire di sperare ancora in una soluzione negoziata della cri¬ si, grazie alla presa di posizione congiunta della Francia e di molte sue ex colonie. La sua speranza è sembrata poggiare da una parte sulle notizie provenienti da Tripoli, dall'altra sull'apertura, al Palazzo di vetro dell'Orni, di due riunioni del Consiglio di sicurezza, la prima su richiesta del Ciad, la seconda su richiesta della Libia. Reagan ha fatto mandare due lettere al presidente di turno del Consiglio, il francese De la Barre, dall'ambasciatore Usa all'Orni, signora Kirkpatrlck. Nelle lettere si denuncia l'aggressione compiuta dalla Libia. Venlourage della Casa Bianca ha però indicato al giornalisti che la situazione militare nel Ciad è molto grave. Le truppe libiche cercherebbero di prendere alle spalle quelle di Habré in ritirata da Faya Largeau. I due punti strategici della zona, Koro Toro, e Oum Chalouba. sarebbero già stati occupati. Tra Faya Largeau e la capitale ci sono circa 800 km di deserto, dove qualsiasi avanzata potrebbe essere bloccata da massicci bombardamenti. Nella conferenza stampa, il Presidente si è soffermato sul dispiego delle forze Usa in tutto il mondo, dal Golfo della Sirte con la portaerei Elsenhower al Centro America con le manovre in Honduras, e da Beirut, con la forza multinazionale di pace, all'Egitto con le esercitazioni Brighi Star. Ha negato che la superpotenza voglia atteggiarsi a -gendarme», ma insistito che deve difendere 1 suoi interessi. Alla vigilia della conferenza stampa, il capo di Stato Usa è stato involontariamente protagonista di un curioso incidente. Ha schiacciato senza accorgersene il campanello d'allarme sulla sua scrivania, 11.cosiddetto Panie button, costringendo una mezza dozzina di agenti segreti a precipitarsi nel famoso studio ovale, con le armi in pugno. Il campanello indica infatti che il Presidente sta male o è vittima di un attentato. Reagan si è presentato al giornalisti sorridendo ancora per l'equivoco, e si è messo subito a parlare della commissione Kissinger. Gli Stati Uniti vo gliono la pace in Centro America, ha proclamato, non si sono impegnati in nessuna prova di forza con Cuba né con il Nicaragua; cercano solo di di mostrare di essere in grado di difendere i loro amici. Tutta la loro azione si dirige a un accordo negoziale. Quanto a Kissinger, dovrà trovare la formula per trasformare tutti i Paesi del continente americano «in partner eguali». Ennio Caretto Tolosa. Paracadutisti francesi si apprestano a salire su un Jumbo che li porterà, insieme con una ventina di veicoli, nel Ciad