Cova, sprint da leggenda per 10.000 d'oro di Giorgio Barberis

Cova, sprint da leggenda per 10.000 d'oro HELSINKI '83 L'azzurro conferma il successo di Atene aggiudicandosi la più emozionante finale dei mondiali Cova, sprint da leggenda per 10.000 d'oro Il venticinquenne Moses superbo nei di Inverigo ha battuto i tedeschi dell'Est Schildauer e Kunze al termine di una difficile gara tattica 400 ostacoli - Wuelbeck si aggiudica gli 800 - Nell'alto femminile la sovietica Bykova vince a quota 2,01 DAL NOSTRO INVIATO HELSINKI — Undici mesi dopo il trionfo europeo nei diecimila di Atene, Alberto Cova ha offerto il bis conquistando il titolo mondiale nello stadio olìmpico di Helsinki, in una cornice di pubblico che gremiva le gradinate all'inverosimile, desideroso di tributare il suo appassionato applauso a testimonianza di un credo sportivo che è quasi una religione. Tanto più bella la consacrazione del venticinquenne azzurro di Inverigo in quanto è venuta nel giorno della trion^ fale passerella di Edwin Moses, indiscusso re degli ostacoli, e di Tamara Bykova, vin citrice con 2,01 (la stessa mi sura che incoronò primatista mondiale cinque anni fa la Si' meoni) dell'alto femminile al termine di un appassionante duello con Ulrike Meyf arth. La prima medaglia dell'atletica azzurra, che finora ha raccolto ben poco in questi mondiali e risulta abbastanza delusa del suo bilancio, è giunta nella maniera più inattesa. Non perché si disconoscesse il valore di Alberto Cova, quanto perché l'andamento di questo 10.000 mondiale, scandito dai pubblico con il battere delle mani, è stato quanto di meno ideale alla vigilia si potesse auspicare per il nostro campione. Ritmo lento, gli etiopi Kedir e Debele ed il tanzaniano Shahanga (ventiseienne Garneade di turno) a dettarlo a strappi e comunque su un passo di 2'50" al km. che, alla fine, poteva solo favorire lo spunto vincente, magari di un outsider. Anzi, vedendo Kun ze sempre 11 nelle prime posizioni di un gruppo c'ne faceva un'unica vittima illustre nel sofferente portoghese Mamede, tutto lasciava presupporre che fosse il tedesco Est a poter prevalere. Il gruppo compatto di quindici unità restava incredibilmente tale fino ai 1000 finali, dove incominciava la bagarre per il terribile ultimo chilometro da poco meno di 2'30" con un ultimo giro da 54 secondi. A lanciare la volata era Schildauer, risultando forse anche la carta vincente per Cova, che già l'aveva rimontato e battuto un anno fa ad Atene. Schildauer giocava le sue chances nella volata lunga, partendo a due giri dall'arrivo e strappando poi deciso ai 450 finali. In questo modo obbligava Kunze ad anticipare la volata. Nella scia restavano Vainio, sollecitato dal pubblico di casa, Shahanga e Cova, mentre gli altri — etiopi in testa — perdevano irrimediabilmente contatto. Tutto si decideva comunque nel rettilineo finale. A settanta metri dal traguardo l'azzurro era ancora quinto, intelligente nell'allargarsi in quarta corsia per non trovare ostacoli alla sua progessione Superava Shahanga, superava Vainio, superava Kunze, pareggiava e superava Schil dauer a cinque metri dal traguardo per conquistare, braccia levate al cieìo, il titolo di campione del mondo dei dieci chilometri. L'alto femminile ha entusiasmato anche i finlandesi che in questa specialità non hanno mai vantato grossi talenti: Bykova e Meyf arth si sono date splendida battaglia e l'unico aspetto incredibile alla fine è come una delle due non sia volata a siglare il nuovo record del mondo. Entrambe hanno infatti, a ripetizione, offerto delle prove che sembravano preannunciare almeno i 2,05. s2Mh2trcvc La Bykova ha risolto tutto superando l'asticella, posta a 2,01, al primo tentativo: la Meyf arth fallita la sua prova, ha rimandato le successive ai 2,03 tentando il tutto per tutto. Non ce l'ha fatta. Splendida lotta fra le due ragazze, che viceversa è mancata nei 400 ostacoli. Si sperava infatti che Harald Schmid, colosso tedesco, riuscisse ad impensierire sua maestà Moses. Nulla è accaduto: le falcate del grande Ed hanno fatto il vuoto stroncando anche i suoi due connazionali, Phillips e Lee, usciti clamorosamente dalle medaglie. Degli altri quattro titoli assegnati, la vittoria più netta è quella di Jarmila Kratochvilova. cecoslovacca dalle fat¬ tezze poco femminili, che ha ribadito una volta in più la sua potenza. Già nei giorni scorsi si era sobbarcata due prove al giorno (400 e 800), ieri si è superata: ha vinto la semifinale dei 400 in 51"08 ed esattamente 33'28" dopo aver tagliato questo traguardo, ha preso il via sugli 800, per vincere in l'54"68 di valore assoluto. Giornata felice anche per un vecchia conoscenza delle piste, il tedesco occidentale Willy Wulbeck, trionfatore degli 800 maschili che le assenze di Coe e Juantorena hanno reso persino più interessanti. E la vittoria assume anche maggior valore se si pensa che per ottenerla ha siglalo la quinta prestazione mondiale di tutti i tempi. Scontato il successo della Neubert nell'eptathlon (domi nato dalle atlete della Ddr che hanno conquistato tutte e tre le medaglie). La Neubert fino alla sesta prova è stata in corsa per migliorare il suo primato mondiale. Regolare anche la vittoria del sovietico Litvinov nel martello, di cui è primatista del mondo. Giorgio Barberis Helsinki - Di fianco la spettacolosa a/ione di Moses sui 400 hs; a destra in allo gli americani Ixwis e Smith nella staffetta; in basso Wuelbeck vince gli 800

Luoghi citati: Atene, Ddr, Helsinki, Inverigo