Un altro rinvio per l'onorevole Negri la maggioranza favorevole all'arresto
Un altro rinvio per l'onorevole Negri la maggioranza favorevole all'arresto La giunta per le autorizzazioni a procedere deciderà questa mattina | Un altro rinvio per l'onorevole Negri la maggioranza favorevole all'arresto ROMA — Il 26 settembre 'onorevole Toni Negri, eletto alla Camera dei deputati il 26 giugno nelle file del partito radicale, assisterà quasi certamente alla ripresa del processo «7 aprile» dalla gabbia degli imputati tornando tra i suoi compagni con i quali ha scontato, sino ad oggi, quattro anni e mezzo di carcerazione preventiva. La giunta delle autorizzazioni a procedere di Montecitorio sembra infatti orientata a maggioranza a concedere un nuovo arresto del professore che' aveva lasciato il carcere romano di Rebibbia poco più di un mese fa, all'indomani della sua elezione. La votazione però è stata rinviata a questa mattina. Stamane i 21 deputati della giunta decideranno se votare subito o rinviare ai primi di settembre accogliendo la richiesta del socialdemocratico Correale, 11 quale chiede di esaminare parallelamente le altre richieste di autorizzazione (avanzate dalle procure di Milano e Venezia) e di cui solo ieri il presidente della Camera Nilde lotti ha dato formalmente notizia. A favore della richiesta con la quale il procuratore generale di Roma, Franz Sesti, aveva chiesto al Parlamento il permesso di sottoporre a processo e ad arresto un suo rappresentante si sono espressi democristiani, comunisti ed il deputato missino Valenzise. Contrari alla cattura si sono detti invece, sin dalle prime battute, il deputato radicale Mauro Mellini e i rappresentanti socialisti. Il relatore De Luca (pli) e i rappresentanti del prl e psdi, finiranno probabilmente con l'aderire alla proposta della maggioranza. L'ultima parola, ora, spetterà all'assemblea di Montecitorio: il presidente Nilde Jotti ha già iscritto il caso Negri all'ordine dei lavori. A partire dal 13 settembre, relazioni, dibattito e votazioni non potranno durare più di una settimana. Messo al corrente, con qualche ora di anticipo, sugli orientamenti a lui sfavorevoli che andavano maturando nell'aula della Giunta, Toni Negri non si è mostrato molto sorpreso. Vestito di blu, con giacca e cravatta, il parlamentare radicale ha scambiato qualche parola con i cronisti poco prima di entrare nell'aula di Montecitorio per ascoltare le dichiarazioni programmatiche dei presidente del Consiglio Craxi. «Sono amareggiato — ha detto — perclié nemmeno la nona legislatura è riuscita a correggere gli errori di quella precedente. Che senso ha — ha aggiunto — autorizzare l'arresto di un suo membro quando poi lo stesso Parlamento si accingerà a modificare la legislazione sulla carcerazione preventiva? E' un problema politico, prima che giuridico'. Meglio un deputato in meno o un latitante in più?, gli è stato domandato, «t/n onorevole in galera. E'più divertente». DI divertente, invece, nell'aula della Giunta ieri c'è stato ben poco. Un lunghissimo, delicato dibattito, che ha avuto inizio poco dopo le dieci e si è protratto 6ino alle prime ore del pomeriggio: alla fine, le impressioni ottimistiche del radicale Mellini e dei socialisti (contrari all'arresto anche se favorevoli al procedimento contro Negri) ne uscivano nettamente battute. Se durante la seduta di lunedi la «reticenza» di alcuni commissari che non volevano «scoprirsi» aveva fatto pensare ad una soluzione forse positiva per il professore, ieri, dopo un'ennesima esortazione del presidente Mannuzzu ai rappresentanti dei gruppi affinché esponessero chiaramente le loro opinioni, le cose, per Negri, sono cominciate a cambiare. La prima bordata alla diga garantista» innalzata da radicali e socialisti è venuta dal democristiano Pontello, subito seguito dal comunista Loda. «Poiché non c'è "fumus persccutionis", non vi è cioè nessun intento persecutorio nei confronti dell'on. Negri — ha detto Pontello, che ha specificato di parlare a nome di tutto il gruppo de (sette rappresentanti su ventuno)—resta da prendere atto che la richiesta di arresto si riferisce a reati per i quali il codice prevede il mandato di cattura obbligatorio. Questo è tutto. -,Per il comunista Loda, invece, «il problema vero, oggettivo, è quello della carcerazione preventiva che però va affrontato per tutti Ruggero Conte-duca
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