I fratelli Paratore, pianisti laureati di Giorgio Pestelli

/ fratelli Paratore, pianisti laureati IL DUO AMERICANO PALLA JUILLIARD SCHOOL AL FESTIVAL DI SALISBURGO / fratelli Paratore, pianisti laureati Versatilità e professionismo ma poco calore e fantasia per Mozart e Schubert, meglio con Musorgski SALISBURGO — Doveva essere di André Watts, un giovane pianista americano che da tempo cerchiamo invano di sentire, ilprijno concerto solir stico del Festival; ma Watts si è ammalato, e in sostituzione ecco scendere in campo il duo dei fratelli Anthony e Joseph Paratore, due pianisti invece di uno, americani pure loro. Jn programma ci sono Mozart e Schubert, ma mi attirano soprattutto i Quadri d'una esposizione di Musorgski in versione due pianoforti, anche per la vicinanza con la trascrizione sinfonica di Ravel diretta da Abbado con la London Synphony. Il lavoro è presentato nel programma come opera di Reginald Haché, senza altri particolari nemmeno su questo autore, e si fa in fretta a capire che è una trascrizione fedele, anche troppo, senza ambizioni creative; è innegabile tuttavia l'efficacia dei quadri più. spettacolari, specie Babà Yaga. o la Porta di Kiev, dove la somma dei due pianoforti produce un reale incremento coloristico Prodotti dalla Juilliard School, i due Paratore suonano con la precisione, la calcolata versatilità, e il professio¬ nismo che sempre si avvertono nei musicisti formati e lau-' reati in quella celebre scuola; ma il loro fare musicale, specie quando le note da articolare sono poche e le difficoltà modeste, sa un po' di astratto e precostituito, senza calore o fantasia. Jn altre parole, il Mozart della Sonata K 358 suona un poco scolastico, col colletto troppo insaldato. Viene in mente che Mozart scrisse questa sonata per eseguirla con la sorella Nannerl, e quindi si pensa al quadro di Johann Nepomuk della Croce, nel museo Mozart qui a Salisburgo: a destra della tastiera c'è Nannerl, a sinistra Wolfango, la cui mano destra incrocia la sinistra della sorella; e il padre Leopoldo appoggiato alla coda dello strumento che contempla i suoi due portenti. Forse è una esigenza arzigogolata, ma proprio questo ci vorrebbe, un po' più loislr di musica in casa e un po' meno compunzione di grande festi vai internazionale. Anche nella celebre Fantasia in fa minore di Schubert, mentre tutte le zone espressive venivano trattate con la giusta meditabonda melanconia, sùbito le parti veloci mettevano in mostra un'articolazione troppo netta, alla Czerny. Molto bene invece vanno le cose in Musorgski, dove il puntiglioso impegno tecnico apre la strada ai due pianisti, e benissimo nel bis fuori programma, le Variazioni di Lutoslawski sul più famoso dei temi di Paganini: pezzo di acrobatico virtuosismo, reso dai due Paratore con trasparenza e compiaciuto umorismo. Giorgio Pestelli A Salisburgo i due fratelli Anthony e Joseph Paratore

Luoghi citati: Kiev, Salisburgo