Vienna, 90 giorni senza Kreisky di Tito Sansa

Vienna, 90 giorni senza Kreisky L'Austria ha quasi dimenticato l'uomo che l'ha retta per 13 anni e lo ricorda solo per attaccarlo Vienna, 90 giorni senza Kreisky I cantori d'un tempo ora rimproverano all'ex Cancelliere il dissesto delle finanze, lo spreco di denaro pubblico per dare lustro alla capitale, gli scandali - Il rimpianto seguito al voto del 24 aprile è sostituito dall'acrimonia - Poco si parla del successore Sinowatz, che gli austriaci vogliono giudicare dai fatti - «Il buon Fred» riscuote simpatie, ma manca di autorità, e gli osservatori predicono breve vita al suo governo - La verifica con l'«autunno dei sacrifici» VIENNA — Hanno rubato la «W 1», la prestigiosa targa dell'automobile di Fred Sinowatz, il nuovo Cancelliere autriaco. E' la sola informazione che mi da un collega della Orf, la televisione, ed è lui il primo a stupirsi che su unser Fredl, il nostro Predi, a quasi tre mesi dall'insediamento •Non ci sia proprio altro da raccontare-. Aggiunge che -da quando Kreisky se n'è andato (si dimise la sera del 24 aprile per avere perduto la maggioranza assoluta dei voti e dei seggi in Parlamento) l'atmosfera è cambiata, al "Kaiser Bruno" nessuno avrebbe mal osato fare l'affronto di rubargli la targa». Di Fred Sinowatz si parla poco, ma anche sull'ex Cancelliere Bruno Kreisky, che per 13 anni aveva fornito quotidianamente titoli di prima pagina ai giornali, è caduto il silenzio. Se ne parla solo per parlarne male, sopo quasi tre lustri di osanna. Con rara acrimonia, i suoi cantori di un tempo ora gli rimproverano molte colpe: di avere lasciato uno Stato con le finanze dissestate, di avere punito i piccoli risparmiatori con una po- litica fiscale esosa, di avere sprecato denaro pubblico per dare prestigio a Vienna, di avere tollerato scandali e favoritismi, di avere governato come un sovrano autocrate. Delle lodi sperticate di un tempo non è rimasta traccia. Dopo essersi accorti di avere commesso un parricidio con il voto del 24 aprile, e avere rimpianto il sovrano abbattuto, ora gli austriaci infieriscono sul vecchio combattente malato, dalle lettere ai giornali trapela un certo compiacimento per avere scalzato un uomo al quale era riuscita la quadratura del cerchio di essere — socialista e per giunta ebreo—capo di un Paese conservatore con tradizioni antisemite. Il personaggio di Herr Karl, il tipico borghese viennese voltagabbana e opportunista creato da Helmut Qualtinger nel 1964, è sempre vivo. Abbandonato Kreisky, che In un'intervista al Kurier la settimana scorsa ha reagito con amarezza all'ondata di rimproveri ingrati, Herr Karl non ha ancora abbracciato il suo successore Sinowatz. Prudente, aspetta i primi risultati della sua opera di governo, mentre Fred Sinowatz, che sembra volersi scusare continuamente di essere salito sulla poltrona di Kreisky, sta faticosamente cercando di crearsi una immagine. Mentre Kreisky governava da monarca assoluto (benché la Costituzione austriaca preveda che ciascun ministro abbia la responsabilità totale sul proprio dicastero e che tutte le decisioni del governo debbano venir prese all'unanimità) Sinowatz cerca 11 dialogo, il compromesso, la decisione collegiale. «Voglio governare con umiltà», ha detto, e si sforza di tradurre in realtà i suoi principi. E' umile e gioviale non solo con i suoi colla¬ boratori, ma anche con i giornalisti; la tradizionale conferenza stampa dopo le riunioni di governo non si tiene più in piedi nell'anticamera, ma seduti intorno a un tavolo. Sinowatz riesce simpatico, e ha una buona stampa, benché scarsa, ma i suol ministri azzardano assoli televisivi inimmaginabili fino a tre mesi fa. Osservatori viennesi fanno già previsioni oscure sul suo futuro: o il «buon Fred» acquista autorità e mette a tacere le sue primedonne (annunciano privatamente leggi mal discusse in gabinetto), oppure il suo incarico avrà durata limitata. Nell'ombra del suo ufficio di presidente della più grande banca austriaca, Hannes Androsch, ex ministro delle Finanze e delfino di Kreisky (da lui allontanato perché osava dubitare e discutere) aspetta il suo momento, sostenuto non solo dal tecnocrati socialisti, ma anche appoggiato all'esterno da gruppi di manager non socialisti della nuova generazione. «Qui da noi non si lavora all'italiana — dice un funzionarlo — se così fosse Androsch non siederebbe più in panchina». Dopo una «estate del secolo», caldissima e soleggiata, che ha svuotato Vienna dei suol abitanti riempiendola di turisti (in buona parte italiani), sull'Austria sono arrivate improvvise giornate autunnali. Ma non è ancora l'autunno difficile che lo stesso nuovo Cancelliere, ha preannunciato >di sacrifici». A capo di una piccola coalizione socialista-liberale (con i liberali che coltivano memorie naziste e un ministro, quello della Giustizia, Harald Ofner, che si dichiara «non obbligato a una nazione austriaca, e definisce il Terzo Reich «La mia patria»), Fred Sinowatz si prepara, in un clima teso, a grandi battaglie. Enormi problemi sono da risolvere, e occorrerà trovare il consenso degli ostici e poco amati liberali (soltanto il .14 per cento della popolazione voleva la coalizione con loro):. 11 pareggio del bilancio dello Stato, che registra un passivo di quasi 8 mila miliardi di lire; la ristrutturazione dell'indù-1 stria dello Stato, in passivo a causa della politica del posti di lavoro ad ogni costo, il risanamento delle ferrovie federali; la chiusura delle falle nell'assistenza sociale. 'Saranno dolori», gridano le cassandre;' Sinowatz sarà obbligato ad aumentare l'Iva dal 18 al 20 per cento, e ad adottare la tassazione sul risparmio, la «geniale idea» di Bruno Kreisky, forse la causa prima della sua sconfitta elettorale. E' tutto quieto a Vienna, che, passati 1 temporali di inizio d'agosto, ha ripreso a sonnecchiare. SI osserva solo che la gente non ha più fiducia nel risparmio, ha ritirato 11 denaro in deposito e si è lanciata a spenderlo in viaggi e in acquisti di generi di consumo e di lusso, tappeti, mobili, apparecchiature elettroniche, gioielli e automobili. Come sempre, nell'attesa del recide rationem e in mancanza di grossi scandali, nella capitale si litiga ferocemente per piccole cose. Quest'anno, il pomo della discordia è la progettata diga sul Danubio, a Hamburg, quasi all'altezza della città slovacca di Bratislava. I tecnici la vogliono, il governo è diviso, gli ecolotristl l'avversano. Questi ultimi non vogliono nulla, né l'energia nucleare (la costosissima centrale di Zwentendorf, a nord di Vienna, bocciata con un referendum popolare, è diventata un pezzo di museo), né l'energia da carbone, né da petrolio; ora rifiutano perfino quella idrica. -Non si farà nulla neppure a Hainburg — dicono alla Presse, il quotidiano di maggior prestigio — anche perché si è scoperto che in Austria di energia ne abbiamo in sovrabbondama». E allora perché tanto chiasso? «£' nel nostro carattere, per qualcosa bisogna pure litigare'/ Vienna vive in queste settimane festeggiando il terzo centenario dalla liberazione dai turchi grazie all'intervento del re polacco Jan Sobieski, e soprattutto nell'attesa di un altro polacco, papa Wojtyla, che verrà quassù dal 9 al 12 settembre per 11 congresso dei cattolici austriaci. La città è tutta un cantiere, le strade sono sconvolte per venire ria¬ sfaltate, da centinaia di vetrine Giovanni Paolo H sorride e benedice, gli alberghi e le pensioni hanno annunciato 11 tutto esaurito, un appello ad ospitare 1 pellegrini è stato rivolto al privati dal sindaco socialista. Ma c'è anche chi festeggia la visita del Pontefice; la rivista Der Fai ter, (La Farfalla), della sinistra ecologista, ha organizzato un viaggio 'Roma sema Papa», che con un treno speciale porterà nella capitale italiana un migliaio di giovani per un incontro di calcio con una squadra del partito radicale. Quasi tre mesi sono trascorsi dalla rinuncia di Kreisky (accompagnata da lacrime, le sue e quelle degli austriaci); Immutata è la politica del Paese, sia quella interna che quella esterna. « Da noi non succede mai nulla — dice un redattore della televisione — l'Austria è come un romanzo a fumetti. Smetti per due anni, e quando riprendi è come se non avessi perduto neppure una puntata». Se accadrà qualcosa, certo non sarà prima del 27 e 28 ottobre, quando Bruno Kreisky, al Congresso straordinario del partito socialista, si dimetterà dalla Presidenza e passerà le consegne a Fred Sinowatz. «Soltanto allora — dicono al Presseclub Concordia — il buon Fred si sarà liberato dall'ombra incombente del sovrano e avrà le mani libere. Soltanto dopo, non alla fine dei suoi "primi cento giorni", potremo giudicarlo». Tito Sansa m licite Vienna. Nel novembre 1980 viene inaugurato il nuovo Reichsbriicke, in sostituzione del vecchio ponte, crollato nell'agosto *76. E' una delle tante opere architettoniche che con l'intenzione di rendere moderna la capitale hanno suscitato crìtiche contro Kreisky