L'uomo che controlla gli 007 di Ezio Mauro

L'uomo che controlla gli 007 Sul nome i segretari del psi e della de non trovano ancora un accordo L'uomo che controlla gli 007 E' il sottosegretario delegato dal presidente del Consiglio a coordinare l'attività di tutti i servizi segreti ROMA — Il tam-tam della crisi di governo racconta che questo è l'unico punto su cui De Mita ha quasi litigato con Craxi, interrompendo una telefonata in cui si continuava a girare intorno al problema, senza trovare un accordo. L'accordo c'era, wnerdì pomeriggio il coordinamento dei servizi segreti toccava a noi — dice adesso Giuseppe Gargani, demitia.no di ferro —; se i socialisti vogliono rimangiarsi tutto, ci dovranno spiegare perché». «Nessuna intesa — replica Salvo Andò, craxlano fedele, responsabile della sezione per i problemi dello Stato del psi —. La logica vuole che il coordinamento dei servizi segreti passi a noi. Da un lato, tutti dovrebbero capire che solo un vero pluralismo di controlli incrociati potrebbe neutralizzare eventuali abusi e dovrebbero ricordare die il ministero dell'Interno oggi è in mano alla de. la Difesa al pri e il psi è fuori. Dall'altro lato, una competenza altri buita per legge al capo del governo non può essere delegata ad altri su pressione dei parli ti della maggioranza». Al centro del primo, grosso braccio di ferro tra psi e de dopo il varo del governo-Craxi, c'è un potere misterioso, circondato dal segreto e dal riserbo, avvolto da miti e da sospetti, preceduto da brutte eredità, codificato in sole 25 righe da una legge della Repubblica del 1977: è il potere di coordinamento dell'attività dei servizi segreti, sia 11 Sismi, Servizio per le informazioni e la sicurezza militare (in pratica il controspionaggio), sia il Sisde, il Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica, con 11 compito di vigilare contro ogni forma di eversione. I due organismi dipendono rispettivamente dal ministero della Difesa e da quello degli Interni. Ma tutta V-alta direzione», la «responsabilità politica generale» e il «coordinamento» della politica informativa e di sicurezza, spettano in base all'articolo 1 della legge 801 del '77 al presidente del Consiglio dei ministri. Per esercitare in concreto questi poteri, il capo del governo può contare sul Cesis, il Comitato esecutivo per i servizi di informazione e di sicurezza, presieduto o direttamente dal leader dell'esecutivo, oppure da un sottosegretario da lui delegato. Conteso tra de e psi, il Cesis è il vero e proprio «santuario» in cui si raccolgono le indagini, le inchieste, le piste e le voci dei servizi segreti, in cui arrivano i rapporti e le note informative, da cui partono le direttive politiche ma anche esecutive e operative. Si tratta di una mitologia politica all'italiana, che vede in questo potere all'ombra della presidenza del Consiglio molto più potere di quanto non abbia in realtà, ingigantendo il ruolo, la funzione, le capacità e gli strumenti dei servizi segreti? Non sembra proprio. Un attento esame delle competenze e delle possibilità di intervento del Cesis, e quindi del sottosegretario ai servizi di informazione che le presiede, dimostra che si tratta di un incarico di grande rilievo e di grande delicatezza. «In pratica — dice Michele Zolla, deputato democristiano, attuale sottosegretario ai Servizi, risèrvatissimo durante tutto il governo Pantani — chi fa questo lavoro si muove come un ufficiale di stato maggiore che dà le informazioni al reparto, e se il reparlo non è schierato, ne rettifica la posizione». Ma la legge dice qualcosa di più. Intanto, del Cesis fanno parte i direttori del due servi zi d'informazione, che oggi sono il generale Lugaresi per il Sismi e il prefetto De Francesco per il Sisde. Poi è il Cesis che gestisce direttamente i rapporti con i servizi di infor- inazione e di sicurezza degli altri Stati. In più, il Comitato può utilizzare per legge mezzi Infrastrutture «di qualsiasi amministrazione dello Stato». Non solo: la consistenza dell'organico del Cesis, come anche il trattamento economico del personale e le modalità di trasferimento, sono stabiliti direttamente dal presidente del Consiglio «anche in deroga ad ogni disposizione vigente». Infine, la disposizione più importante: sia il Sisde, sia il Sismi hanno l'obbligo di legge di comunicare al Cesis «tutte le informazioni ricevute» o comunque in loro possesso», tutte «le analisi e le situazioni elaborate», le «operazioni compiute» e comunque «tutto ciò che attiene alla loro ailività». Questo significa che la legge impone ai servizi di infor-. inazione di riferire al Comitato esecutivo e al sottosegretario che lo presiede linee generali, nomi, dettagli, voci e sospetti su ogni iniziativa intra- ' presa. E ciò — almeno negli ultimi mesi — non solo ad operazioni concluse, com'era abitudine del Sismi, ma al-, l'avvio di ogni operazione, e durante il loro svolgimento. Attraverso le note informative (con Zolla, secondo quanto si dice, sono state abolite le informative informali», una caratteristica dei servizi italiani, che raccoglievano su carta non intestata, e quindi senza un'attribuzione di responsabilità specifica, voci e illazioni in libertà) il sottosegretario riceve dunque ogni giorno sul suo tavolo indicazioni precise, concrete e dettagliate su tutte le indagini in corso; sui rapporti più importanti e delicati, informa direttamente il presidente del Consiglio. Con la legge, anche la prassi conferma 11 potere di questo sottosegretarlato. In pratica, nessun livello di informazione è negato a chi per delega del presidente del Consiglio preslede il Cesis: e questo vuol dire che il sottosegretario, se vuole, può conoscere i nomi e gli elenchi degli uomini che lavorano per i servizi, può dare un'occhiata alle «mappe» degli Insediamenti dei servizi italiani all'estero, può intervenire nelle operazioni allo studio o già avviate con direttive non solo di carattere generale, ma anche operativo. Un potere importante e delicato, in un Paese in cui i servizi hanno avuto troppo spesso in passato la tendenza a muoversi come un corpo separato, al servizio di questo o quel potere. Ezio Mauro

Persone citate: Craxi, De Francesco, De Mita, Giuseppe Gargani, Lugaresi, Michele Zolla, Salvo Andò, Zolla

Luoghi citati: Roma