Le lettere della domenica

Le lettere della domenica Le lettere della domenica Il tè cinese caldo o freddo? Ringrazio Ceronetti per i preziosi consigli che a me, uomo del Sud, sono particolarmente utili per sopportare con allegrezza l'eccessiva mia temperatura interna. Ho già prenotato un appuntamento con il chirurgo plastico per rimodellarmi il naso e ho cominciato un corso di ginnastica per lo snellimento dei miei lombi, ahimè piuttosto opimi. Ma a Ceronetti, distillatore di sapienza biblica come di dottrina termina, chiedo una precisazione: lui il tè verde cinese come lo beve, caldo o freddo? Antonio La Rosa, Siracusa In merito all'articolo apparso in prima pagina su La Stampa del 2 agosto, sotto il titolo "Ma fa davvero caldo?', firmato da Guido Ceronetti, desidereremmo fare alcune considerazioni: 1) Nel mondo non tutti possono essere degli splendidi esemplari umani come senz'altro sarà il nostro Guido (gradiremmo una foto); 2) Il caldo si patisce anche lavorando, probabilmente il nostro Guido questo non lo può sapere; i 3) Chi non ha sudato in questi giorni sarà nordico, avrà gli occhi azzurri, ma è senz'altro un poveruomo senza alcuna sensazione tattile; 4) Riguardo ai suoi 21 gradi di temperatura interna possiamo, senza timore di smentita, affermare che è leggermente bassa. Desideriamo, infine, ricordare a Ceronetti che solo il .pane non si lamenta quando entra nel forno e il pane, si sa, all'interno è mollica e fuori è pieno di croste. Attendiamo fiduciosi gigantografia di Guido, da esporre all'ingresso del bar. Gli amici' del bar Americano, Borgosesia Cari lettori del bar di Borgosesia, non sarò certo io a trovare tllegtttima la vostra protesta; ma non attribuite a Guido l'infame arroganza di volersi bello fra tanti brutti! Anzi confesso, senea vergogna, di essere stato in gioventù interprete, in una versione teatrale di «La Bella e la Bestia », del ruolo più amaro, e sema troppa fatica per il truccatore. Le foto, perù, sono negli Inaccessibili archivi segreti del Teatro Fortino di Torino. Quanto alla garbata domanda se sia consigliabile prendere il té verde alla menta freddo o caldo, mi pare che nessun tè possa essere preso freddo. In un clima bollente si può. invece che bollente, sorbirlo un po' più che tiepido. Lo spirito del té non sopravvive all'urto con un pezeodi ghiaccio. (g.c) In difesa del geologo poeta Vorrei spendere due parole sullo 'Scherzo poetico' del mio collega prof. Edoardo Semenza, a riguardo della frana di Ancona. Gli addetti ai lavori sanno che Semenza, studioso di notorietà internazionale, è anche uno dei pochissimi, veri esperti di frane tra i geologi italiani. Da anni ha l'hobby di mettere in versi le cose, le persone, i fatti della geologia. Conoscendolo come lo conosco, sono perfettamente sicuro che l'essenziale della relazione è di inappuntabile rigore scientifico. Il generale coro di esecrazione, al quale anche Lo Stampa non si è sottratta, a mio avviso dimostra soltanto che, come al solito, il nostro paese, incapace di essere serio, riesce soltanto ad essere «serioso». Rosalino Sacchi ordinario nella Facoltà di Scienze dell'Università di Torino Chi non conosce il «Soliloquio»? Leggo su La Stampa del 22 luglio, a pagina 3, alcune frasi di un presunto medito di Benedetto Croce, noto (è detto testualmente citando la rivista Prospettive Libri) soltanto ad alcuni amici napoletani. Sarà bene avvertire i lettori (almeno coloro che non se ne sono già accorti da sé) che si tratta di un testo notissimo, l'ormai celebre «Soliloquio* premesso dal Croce ai Quaderni della Critica del settembre 1951 e da lui ripubblicato nel primo volume delle Terze pagine sparse, Bari, Laterza, 1955, pp. 119-120. Dino Pleraccioni, Firenze Il dio di Croce Desidero manifestare la mia meraviglia per la breve notizia pubblicata il 22 luglio in terza pagina sotto il titolo •Morendo Croce si avvicinò allafede?». Faccio rilevare che: 1) nel "Perché non possiamo non dirci cristiani» Croce parla dell'importanza grandissima del Cristianesimo senza però avvicinarsi ad esso sul piano della fede (come, inve¬ ce, sembrerebbe dal modo in cui la notizia è riportata): 2) le parole del Croce riportate tra virgolette, presentate come inedite e note solo a pochi amici napoletani del filosofo, sono una, molto lacunosa, citazione del celebre «Soliloquio» pubblicato oltre 30 anni or sono (Quaderni della .Critica», voi. VII, n. 19-20, pag. 1, settembre 1951). Quel che più conta è però la circostanza che il Dio di Croce non era quello di una delle religioni rivelate. A. Brat, Montecatini Ci scusiamo. I lettori hanno ragione: abbiamo rìport'.to una notizia d'agenzia inesa'.ca. La prigionia mentale Il successo del msi alle elezioni induce a una riflessione. Non sarebbe bene che chi ha vissuto nel «Ventennio» spiegasse a chi non conobbe il tempo dei cannoni come alternativa al burro quale fu la vera colpa del fascismo che, lesinando alla gente i mezzi di informazione, mettendo il bavaglio alla stampa, distribuendo a piene mani slogan di ogni tipo, plagiava gli italiani sin dall'infanzia inducendoli a «pensare fascista», cioè a ragionare come se l'Italia fosse la sola isola del mondo in cui valeva la pena di vivere? Non sarebbe meglio, che questa prigionia mentale non si ripetesse? Vincenzo Brusatti, Vicenza Il Tar e 800 vigili Con riferimento alla notizia pubblicata da La Stampa dal titolo «Sciopero bianco, il Tar bocciaci ricorso», preciso che 11 Tar all'udienza del 28 luglio non ha trattato né poteva trattare il merito del ricorso, non ha respinto né poteva respingere il ricorso. Il Tar si è semplicemente limitato a respingere non il ricorso ma la più modesta richiesta istruttoria di sospensiva del provvedimento impugnato dagli 800 vigili, in base alla gradita assicurazione del Comune secondo cui tutte le ritenute sono già state effettuate ed esaurite e che per l'avvenire non ci saranno altre ritenute. Naturalmente sulla scorta di tali assicurazioni il Comune, ove non voglia cadere in un'ipotesi molto grave di falso, non potrà effettuare altre ritenute per lo stesso titolo. Scrivo questa precisazione nella mia veste di condifensore degli 800 vigili. Carmelo Nazzaro, Milano La mafia e il silenzio Scrivo dopo l'ennesimo, vergognoso delitto di mafia. Sono stufa, anzi arcistufa, di sentire ripetere che "Palermo è indignata, Palermo piange, Palermo è agghiacciata, Palermo è...» e chi più ne ha più ne metta. Noi, cittadini onesti, vorremmo meno indigna¬ zione, meno pianti, meno stupore, ma più collaborazione, più disposizione ad aiutare le forze dell'ordine, più gente che vede, sente e parla. Altrimenti la mafia non sarà mai sconfitta e sarà inutile continuare a piangere e a indignarsi. Carla Maina, Bardonecchia Equo canone altre interpretazioni Governo, sindacati, giornali e Rai-Tv affermano che dal 1° agosto i canoni di locazione dei contratti «soggetti a proroga» dovranno aumentare del 92,17% rispetto al canone calcolato nel 1978, con un aumento secco sul mese scorso di oltre il 73%. L'Unione Inquilini, tralasciando ogni valutazione politica su questa indicazione palesemente a favore della rendita immobiliare e in netto contrasto con ogni logica di contenimento dell'inflazione, vuole evidenziare che il 3° comma dell'art. 63 della legge detta «equo canone» prevede che «se le variazioni sono in aumento di esse si applica soltanto... il 75% dall'inizio del sesto anno», cioè dal 30-7-83, facendo riferimento «alla variazione accertata dall'Istat dell'indice dei prezii al consumo... verificatasi nell'anno precedente» come previsto anche dal V comma dell'art. 24 Se il legislatore avesse voluto che il canone calcolato in base agli artt. 12-23 fosse aggiornato con l'intera rivaluta- zione dell'lstat intervenuta dal 1978 al 1983 non si sarebbe limitato a scrivere nell'art. 63 che dall'inizio del sesto anno il canone si rivaluta del 75% della variazione dell'indice dei prezzi verificatasi nell'anno precedente. Pertanto l'Unione Inquilini sostiene che i canoni di locazione del contratti soggetti a proroga potranno essere aggiornati dal 30-7-83 nella misura massima del 12% (pari al 75% della variazione annuale dei prezzi al consumo accertata dall'Istat) e non del 92,17% come chiesto da molti padroni di casa e avallato dai mass media. Soltanto al momento di un'eventuale stipulazione di un nuovo contratto di locazione potrebbe essere effettuata la ricostruzione dell'aggiornamento Istat dal 1978 alla data del rinnovo del contratto. Unione Inquilini, Firenze Anche un partito per donne nubili Avevo letto la divertente lettera del signor Pagnanelli di Padova (La Stampa, 24 luglio) sul nuovo Partito dei pensionati e mi sembravano chiari due motivi ispiratori: 1) sono voti più che rispettabili quelli che ha ottenuto, ma sterili perché non hanno permesso l'elezione di alcun deputato, ossia non hanno permesso l'esercizio parlamentare. 2) In Italia ci sono già parecchi partiti nel quali ogni categoria di cittadini può riconoscersi, rilasciare deleghe, specchiarsi. Ma gli autori di altre lettere (La Stampa, 31 luglio) sullo stesso argomento non hanno dato la mia interpretazione. Mi si consenta allora di dire a chi non è d'accordo con il signor Pagnanelli che in Italia sarebbe lecito vedere anche la nascita del Partito dei medici, infermieri e operatori sanitari (ottocentomila addetti, più i loro familiari): oppure il Partito degli statali (otto milioni di addetti, più i familiari); oppure il Partito delle fanciulle da marito (dati Istat: quattro milioni e mezzo, più i familiari e i fidanzati). Lecita ma sconsigliabile sarebbe invece — per l'esiguità delle rispettive categorìe — la fondazione del Partito degli spazzacamini o del Partito degli ombrellai. Muzio Parcella, Firenze Bob Wilson e l'Opera di Roma L'articolo di Gaia Servadio su La Stampa del 16 luglio «Londra dice no a Bob Wilson, un'opera di 12 ore è follia», fa apparire nel riquadro, peraltro siglato r. s., il Teatro dell'Opera quale finanziatore di Bob Wilson e delle sue megalomanie. Quando si intitola «Roma sborsa mezzo miliardo» può sembrare che il Teatro dell'Opera contribuisca con tale cifra al progetto di 2 milioni di dollari da realizzare a Los Angeles nel giugno 1984. Ma non è cosi. Il Teatro dell'Opera ha incluso nella stagione 1983-84 un'opera di Phil Glass, testo di Bob Wilson, il cui costo complessivo per scritture e allestimento scenico è stimato in 500 milioni. Tale prezzo (100 milioni per recita) è un costo medio per la produzione di uno spettacolo con un nuovo allestimento. Se ad esempio si mette in produzione un «Trovatore» o una «Bohème», si ha un costo medio di 40 milioni a recita per le scritture artistiche e un costo di 300 milioni per l'allestimento, 11 che fa mezzo miliardo per 5 recite. Il titolo allora andrebbe rifatto cosi: "Ro7na sceglie le Guerre Civili» di Bob Wilson e non fa il « Trovatore». La questione è appunto di scelta artìstica. Gioacchino Lama Tornasi direttore artistico del Teatro dell'Opera di Roma Guerre stellari fra superpotenze Mi riferisco all'articolo "Guerre stellari, parte prima» di mercoledì 27 luglio e non ne condivido la preoccupazione di fondo circa la progressiva •militarizzazione» dello spazio. Fra una decina d'anni lo spazio avrà assunto una tale importanza strategica che si può ragionevolmente sperare che un'eventuale guerra fra le superpotenze vi verrebbe circoscritta, con danni marginali per la Terra. Infatti chi riuscirà a eliminare 11 dispositivo spaziale avversario (stazioni di rilevamento, basi di telecomunicazione e comando, basi antimlssllistiche) avrebbe de facto vinto la guerra, rendendo inutile e comunque impossibile il ricorso ai missili balistici intercontinentali da parte dell'avversario sconfitto, risparmiando cosi la vita a qualche centinaio di milioni di persone. Giovanni Mello S. Vito di Valdobbiadene