Delusione «verde»
Delusione «verde» A Bonn dubbi sulle loro capacità politiche Delusione «verde» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — I «verdi, deludono. Ciò non significa che il movimento ecologico-pacifista tedesco sia già una forza spenta, tutt'altro: ma la sua condotta crea dubbi crescenti sulle sue doti politiche. Lungi dall'inserirsi con slancio e coerenza nella vita parlamentare, i suoi ventisette deputati al Bundestag non hanno dato finora un contributo tangibile: non hanno neppure agitalo le acque, acceso bufere come molti temevano e altri speravano. Sintomi di malessere si notano pure in altri raggruppamenti «verdi», lontano da Bonn, dal Nord al Sud della Germania. Il guaio è che troppi «verdi- non hanno ancora compreso che 11 potere politico esige disciplina. E' il caso di Frank Schwalbach-Hoth, un deputato «verde» nel Parlamento dell'Assia (uno dei dieci Stati, Lander, che formano questa Repubblica federale) il quale, avvicinatosi al generale americano Paul 'Williams, durante un ricevimento ufficiale a Wiesbaden, gli ha vuotato addosso una bottiglia di sangue. Sangue proprio, di Schwalbach-Hoth, meticolosamente raccolto per questa vistosa protesta 'Contro la brutale politica Usa nell'America Centrale*. Indignazione universale: ma non dei «verdi» a Bonn, che hanno definito le invettive « lacrime di coccodrillo-. In realtà non lo vogliono neppure 11 potere, che disprezzano e considerano fonte di corruzione. Principio nobilissimo ma che impedisce al gruppo parlamentare, a Bonn, di acquistare compattezza e martellante dinamismo. E' uno spreco di energie e di tempo: più che attacarc gli oppositori i ventisette deputati federali attaccano i propri compagni. Stanca di essere bollata una «cacete trice di pubblicità; Petra Kelly, la più vivida figura del momento, ha abbandonalo la ribalta, manifesta il suo disappunto. 1 «fondamentalisti» trascurano il Bundestag, vogliono restare soprattutto un «partito di protesta». I «programmatisi! - invocano un maggior senso di responsabilità. Sono dibattiti incessanti, teologici, dominati però dall'ansia di non tradire le Ideologie in cui i «verdi., hanno trovato la propria raison d'étre. Un esemplo: l'arresto di 134 pacifisti dopo l'assalto di due mesi fa, a Krefeld, con sassi e botti- glie, contro la vettura del vice presidente Bush. Per il parlamentare «verde» Gerì Bastian, un ex generale dell'esercito, la sorte del 134 non merita comprensione: •Erano provocatori, non veri paladini della pace'. Ma per Otto Schily, che dei verdi» è tra i leaders, ogni critica sarebbe un'eresia: 'Il partito deve restare aperto ai dissidenti», a tutti i dissidenti. Come dovrà dunque reagire il partito alle violenze che accompagneranno le dimostrazioni dcll'-autunno caldo» contro gli euromissili? Dovranno essere condannate. Ignorate o tollerate? Decisioni tormentose che si aggiungono a tutte quelle che si accumulano, dì giorno in giorno, sull'agenda «verdi». I ventisette non sanno ancora se mantenere l'impegno pre-clettorcle di ritirarsi dopo due anni cedendo 11 seggio ad altri «verdi», senza attendere la fine del parlamento, quadriennale. Una rotazione, insomma. Litigano ed esitano: perché si sono accorti che l'avvicendamento innalzerebbe degli sconosciuti, priverebbe il Bundestag di figure come Petra Kelly, Schily e Bastian. Quest'impossibilità di conciliare l'ideologia e l'esercizio del potere ha già fatto qualche vittima. Wolf Dleter Hasenclever, l'autorevole leader dei «verdi» nel Parlamento del Baden-WUrttemberg, ha annunciato che non cercherà un nuovo mandato nelle elezioni dell'84. E' stanco. Non ha più fiducia né nei «fontl amen tal isti» né nei «programmatisti»: vuole trovare un modello diverso. m. ci.
Persone citate: Bush, Frank Schwalbach-hoth, Lander, Petra Kelly, Schily, Wolf Dleter Hasenclever
Luoghi citati: America Centrale, Baden-wurttemberg, Bonn, Germania, Usa, Wiesbaden
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