Estate, l'inferno alle Nuove
Estate, l'inferno alle Nuove Il vecchio carcere è sovraffollato, quello nuovo non è ancora pronto Estate, l'inferno alle Nuove Tensioni e proteste nel superato istituto di corso Vittorio - Ci sono 1200 detenuti contro una capienza di 900; cinque persone costrette in celle appena sufficienti per due - Il giudice di sorveglianza: «Situazione drammatica» Con una popolazione che oscilla tra le 37 e le 40 mila persone, il sistema carcerario italiano rischia il collasso. Da questa situazione non è certo immune Torino dove, alle Nuove, sono rinchiusi 1100 detenuti, quasi 400 in più di quella che è la capienza. Il disagio e l'insofferenza di persone costrette a vivere in cinque celle sufficienti per tre, o in nove dove normalmente dovrebbero starcene cinque, è enorme. Soprattutto d'estate. E' di pochi giorni fa 11 documento di protesta fatto uscire dalle Nuove in cui 1 carcerati lamentavano condizioni pietose di vita accompagnate dalla richiesta di una sanatoria generale, dell'abolizione delle leggi speciali, della revisione del meccanismo della carcerazione preventiva (secondo il documento, la stragrande maggioranza degli «ospiti» sarebbero in attesa di giudizio), della depenalizzazione del reati associativi, di forme alternative di punizione. Sul piano del trattamento carcerarlo, i detenuti chiedevano il blocco del trasferimenti punitivi, l'autodeterminazione delle celle e dei passeggi, nonché la garanzia di colloqui e di «rapporti affettivi completi' con 1 congiunti. Problemi gravi e di non facile soluzione. Le tensioni si accumulano ed esplodono in gravi episodi. Nei giorni scorsi, un detenuto è stato accoltellato durante l'ora d'aria; un altro si è impiccato in cella. Come risolvere questa situazione? Come agire affinché il debito che un uomo deve pagare alla società non si trasformi in una vendetta della società? Secondo il giudice di sorveglianza di Torino, dott. Fabri¬ zts«Nsderczrr zio Pasi, una misura a breve termine non può che essere lo sfoltimento del penitenziario. «Bisognerebbe riportare le Nuove a quelle 900 unità a cui si era arrivati dopo il condono dell'Sl, quando le condizioni erano effettivamente migliorate: le tensioni si stemperano con una migliore ridistribuzione dei detenuti», ha dichiarato il magistrato. Ma, nel giro di quattro anni, la situazio¬ ne si è gradualmente aggravata e, oggi, siamo al punto di prima. Nel carcere torinese si sta ristrutturando il centro clinico e il reparto riservato ai detenuti alle Molinette è un ottimo reparto: «E, tra breve, dovrebbero entrare in servigio nuovi operatori penitenziari. Educatori — continua il dott. Pasi — con lo specifico compito di avvicinare il detenuto per non farlo sentire abbandonato, dargli la possibilità di esporre i propri problemi. Sono interventi circoscritti che possono comunque portare qualche miglioramento in attesa che la situazione possa radicalmente cambiare con la realizzazione di progetti già allo studio da tempo e che in gran parte sono stati bloccati dalla caduta della legislatura». ' Come non bastassero i problemi che strangolano le Nuove, ci sono quelli che, da dieci anni, perseguitano il «nuovo» carcere delle Vallette, n completamento della struttura era stato garantito per il prossimo autunno ma, molto probabilmente, bisognerà attendere la fine dell'84. Del quattro padiglioni previsti, ne sono stati ultimati due, quello per 1 giovani e uno per gli adulti. Il secondo padiglione destinato ai detenuti adulti e quello per le donne sono rimasti sulla carta. Alle Vallette, una volta ultimate, potrebbero essere ospitate 900 persone, cifra di 300 unità superiore a quelle previste perché giudicata insufficiente a compensare il sovraffollamento delle Nuove. Problemi anche per le guardie che dovrebbero essere 660, ma solo una delle tre caserme che dovrebbe ospitarli è stata ultimata. Un cortile delle Nuove durante l'ora d'aria, pochi momenti in cui si dimenticano le tensioni
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