Clio, da ribelle a manager nel serial lombardo di Risi

Clio, da ribelle a manager nel serial lombardo di Risi La Goldsmith in «La vita continua», da settembre in tv Clio, da ribelle a manager nel serial lombardo di Risi ROMA — «Una ragazza coraggiosa, che affronta e vive la vita in modo molto moderno, senza tabù, e senza interessarsi dei giudizi della gente». Clio Goldsmith, ne «La vita continua» di Dino Risi, il teleserial che andrà In onda in settembre sulla rete uno, affronta per la prima volta -un ruolo completo, molto vario, composto di tante diverse sfumature». Nella parte della figlia di Virna Lisi, in un arco di tempo che va dalla fine della guerra fino ad oggi, e in una famiglia lombarda della borghesia ricca, l'attrice sarà prima una ragazza spregiudicata in cerca di una stabilità affet Uva difficile da raggiungere e poi una manager efficiente di grande successo. «Mi sono buttata nella parte come mi butto sempre in tutte le cose che faccio» spiega Clio Goldsmith. «La cosa che mi ha divertito di più t stata invecchiare, interpretare un ruolo per me nuovissimo e naturalmente molto diverso da quello che lo sono davvero nella vita». Lanciata da Lattuada ne 'La cicala» la Goldsmith aveva avuto finora ruoli di ragazzina seducente o di donna sempre in cerca di avventure erotico-scntimentali: «Non mi sono mai sentita una sex symbol e non credo neanche di avere il fisico per esserlo commenta l'attrice. «Per riu sclre a fare sempre quel gene re di parti bisogna essere proprio stupende, come Marilyn o come la Bardot. Ne La vita continua ho avuto finalmente la possibilità di recitare, cioè di fare finta di essere un'al tra m La Goldsmith, cìie nel cinema dice di «esserci capitata quasi per caso» si è trovata molto bene con Risi: «E' una persona simpaticissima, piena di charme: sul set dà sempre l'impressione di sapere molto bene cosa un attore deve fare e questo serve, almeno nel mio caso, a dare molta fiducia». Ventisei anni, un marito rampollo di industriale affermalo, una figlia «che sembra un folletto», la Goldsmith è sbarcata in Italia solo quattro anni fa: «Avevo vissuto a Parigi e a New York, poi per fuggire da Londra, una città che non sopportavo, ero partita per un viaggio alla volta di Ball. Pensavo di trovare la soluzione dei miei problemi, ma dopo un mese ero 11 con i fiori in testa e nessuna prospettiva concreta. Allora mi è venuto in mente di tornare a Roma, dove ero Btata una sola volta di passaggio». Cosi ha cominciato a fare la fotomodella e poi è arrivata la prima occasione di cinema, quella con Lattuada, a cui era stata presentata da Marina Cicogna. «Fino a questo momento ho avuto la possibilità di interpretare pochi personaggi e in Italia ho fatto anche due film che non hanno incassato una lira—confessa tranquilla l'attrice — sono molto influenzabile, un giorno sento di essere tutta in un modo e il (riorno dopo tutta in un al' re -n so se questo mi aluta a fare bene il mio lavoro e neanche se ho davvero del talento. Il cinema comunque non lo ho mai preso sul serio». Forse «La vita continua» è la grande occasione di Clio Goldsmith: per raggiungere il grosso pubblico attraverso la tv e per dimostrare di essere un'attrice completa, magari utilizzando in modo giusto quelli che lei considera i suoi difetti maggiori: l'esibizionismo e una voglia tremenda di parlare. Con lei, nel cast del teleserial di Risi, lavorano attori affermati, quasi tutti di provenienza cinematografica: Virna Lisi, Jean Pierre Marielle, Vittorio Mezzogiorno, Sylva Koscina, Tino Scotti, Tobias Hoesl, Mario Marenco, Valeria D'Obici, Jerome Foulon e altri ancora. Coproduzione con la Francia, il Belgio, la Svizzera, la Spagna, la Germania e il Canada, il lavoro dura complessivamente otto ore. t. c. Una scena di «l,a vita continua» con Clio Goldsmith, Virna Lisi, Jean Pierre Marielle