Reagan frena, ma non piega il dollaro (la speculazione punta sui tassi Usa)

Reagan frena, ma non piega il dollaro (la speculazione punta sui tassi Usa) L'INTERVENTO CONGIUNTO DELLE BANCHE CENTRALI (USA-TOKYO-BONN) NON SMORZA LE TENSIONI SUI MERCATI Reagan frena, ma non piega il dollaro (la speculazione punta sui tassi Usa) ROMA — Gli Interventi delle grandi banche centrali non hanno indebolito il dollaro in quanto il fattore di fondo della sua forza, e cioè gli altissimi rendimenti degli investimenti nella valuta Csa, è più che mai attuale. Di conseguenza, il dollaro si è mantenuto ieri su livelli prossimi al record di lunedi, concludendo a 1574,50 lire, solo una frazione in meno di martedi (quando quotò 1574,75). L'effetto principale dell'azione concordata della Federai reserve americana, della Bundesbank tedesca e della Banca del Giappone, alle quali si è aggiunta quella svizzera, è stato quello di rarefare l'attività sui mercati delle monete. E' stato conseguito, comunque, il risultato di scoraggiare la speculazione, ma da molte parti ci si chiede fino a quando questo sarà vero. Nemmeno è finita la serie dei record: ieri il dollaro ha segnato un nuovo massimo storico sulla corona svedese a 7,8050. A Francoforte il dollaro al fixing fa registrare un leggero rialzo con un valore di 2.6613 marchi rispetto ai 2,6605 di martedi. La Bundesbank ha venduto 66,15 milioni di dollari al momento del fixing ed è stata attiva anche sul mercato aperto. L'azione delle banche centrali, Insomma, non è servita a rendere più interessanti gli Investimenti in marchi. D'altra parte, all'asta dei Buoni triennali del Tesoro Usa, martedì, i rendimenti hanno raggiunto i'11,43%, il massimo dall'agosto dell'anno scorso. Ai primi di maggio un'asta analoga aveva dato rendimenti del 9,48%. Le banche centrali sono intervenute ieri sui mercati In misura più contenuta rispetto a lunedi. Gli interventi della Bundesbank non avrebbero raggiunto 1100 milioni di dollari sul mercato aperto, contro i 300 di martedì. Già venerdì, la Banca centrale tedesca era presente sul mercato con la vendita di 200 milioni di dollari In Interventi non ufficiali. Anche la Banca centrale elvetica ha confermato di essere intervenuta Ieri, senza però voler precisare l'entità delle vendite. La ridotta immissione di dollari sul mercato ha consentito pertanto al dollaro di salire lievemente sul franco francese, quanto è bastato per superare nuovamente quota 8 franchi. Alla chiusura, è stata raggiunta una quotazione di 8,0060 franchi, contro i 7,9985 di martedì, e contro il record di 8,0240 franchi fissato lunedi. La Banca di Francia è intervenuta ieri sui mercati di cambio per frenare l'ascesa del dollaro, vendendo tra 80 e 100 milioni di dollari. L'intervento delle autorità francesi, di cui si è avuta notizia solo a tarda sera, si è cosi aggiunto a quello intrapreso fin dallo scorso venerdì dalle Banche centrali di Stati Uniti, Germania Federale, Giappone e Svizzera. Si calcola che il Giappone abbia ceduto 20-30 milioni di dollari. Ribasso anche per l'oro che ha perso colpi ed è tornato sul valori di lunedi. Il metallo ha chiuso a 411,25 dollari l'oncia sia a Londra che a Zurigo. La tendenza al ribasso è innescata dall'andamento del dollaro, che nonostante gli Interventi concertati delle Banche centrali rimane tendenzialmente Improntato al rialzo. Anche l'argento ha reagito al ribasso, con valori di 11,845 dollari l'oncia, contro 11,87 di martedì.