Sulla British Steel la «scure Thatcher»

Sulla British Steel la «scure Thatcher» Il colosso ha perso 1000 miliardi Sulla British Steel la «scure Thatcher» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Mentre in Italia si discute con preoccupazione del futuro di Bagnoli e di Cornigliano, la -British Steel», il colosso siderurgico britannico, ha annunciato nei giorni scorsi un passii'o annuale di quasi mille miliardi di lire (386 milioni di sterline), ancora superiore a quello dell "esercizio precedente. L'energica cura di ristrutturazione imposta da Jan Mac Gregor (il presidente della British Steel richiamato in servizio mentre lavorava negli Stati Uniti dal primo ministro Margaret Thatcher con un contratto di tre anni per rimettere in sesto la disastrata azienda di Stato) non ha quindi dato, almeno per il momento, i risultati sperati, malgrado i drastici tagli nel settore dell'occupazione. In undici anni, dal giugno del '72 ad oggi, il numero dei lavoratori dell'acciaio ha subito infatti un crollo pauroso in Inghilterra, scendendo da 251 mila a nemmeno 80 mila, con mia tendenza ai licenziamenti che ha precipitato intere regioni nella recessione e che si è accentuata nell'ultimo triennio, dopo che il governo conservatore lia deciso di ristrutturare severamente il settore nazionalizzato anche a costo di penalizzare pesantemente l'occupazione. Il rapporto annuale presentato dal responsabile dell'ente statale siderurgico addebita alla contrazione della domanda mondiale d'acciaio il fallimento dell'ambizioso traguardo che la British Steel si era posto per quest'anno, cioè la riduzione del passivo di gestione a soli 80 milioni di sterline. La siderurgia britannica ha dovuto diminuire perciò di circa un quinto il livello dì produzione previsto inizialmente, toccando il limite più basso della sua storia. In concreto, la riduzione della produzione (undici milioni di tonnellate d'acciaio liquido) e delle vendite (9,3 milioni di tonnellate, di cui un terzo destinato all'esportazione) abbinandosi ai massicci tagli nell'occupazione si è risolta con un notevole aumento della produttività. Ma per quanto sia incoraggiante questo prÌ7no -segnale» ancora non ba sta, e l'obiettivo fissato da Mac Gregor per il prossimo futuro è perentorio: «La società deve raggiungere gli standards di efficienza dei maggiori produttori in ternazionali se vuole conservare la sua quota sul mercato nazionale e coni, potere con gli altri a livello mondiale La mia più grossa delusione — lia ag giunto il presidente della Steel — è stata la mancali za di reali progressi nel l'ambito della Cee per ottenere un adeguato allineamento nei livelli di produzione e di consumo». E non sono stati certo i risultati dell'ultimo tempestoso vertice sull'acciaio di Bruxelles a modificare il suo punto di vista. La Gran Bretagna, infatti, non ha ottenuto praticamente nulla in sede comunitaria, di fronte ai sei mesi di tempo guadagnati dall'Italia e al consolidamento della sua quota di produzione e ui leggeri incrementi conquistati dalla Francia e dalla Germania Federale. Ma nonostante il grigiore di questa situazione, l'energico -boss» della siderurgia britannica rimane ottimista. Secondo lui resta infatti valido l'ambizioso traguardo di condurre la British Steel al pareggio di bilancio nel marzo dell'84. E se questo obiettivo sarà davvero raggiunto, Mac Gregor avrà esaurito il suo compito e su invito della signora Thatcher si dedicherà a « boni/icore» (dal punto di insta del governo conservatore, naturalmente) l'industria carbonifera di Stalo. Mentre il primo ministro potrà realizzare in buone condizioni finanziarie la programmata «privatizzazione» dell'industria siderurgica, seguendo il suo programma di progressive «denazionalizzazioni» del settore pubblico, dopo l'aerospaziale, l'industria petrolifera di estrazione e di distribuzione e in attesa che arrivi il turno della British Airways, del settore automobilistico, dei trasporti, delle telecomunicazioni, ecc. E' questo un processo di primaria importanza per la politica economica e finanziaria della seconda legislatura Thatcher, perdié il neoliberalismo sul quale si basa l'azione del governo conservatore ha, fra le sue fondamenta, proprio la riduzione del settore pubblico (clic impiega oggi circa «?i milione e 600 mila addetti) e il ritorno di circa l'80 per cento del «carrozzoni» scotoli nelle mani del capitale privato. Ma, ovviamente, questa operazione positiva per le casse statali sarà possibile soltanto se il governo offrirà sul mercato azionarlo industrie risanate e rimodernate. _ . ■■ Paolo Pati-uno Margaret Thatcher

Persone citate: Mac Gregor, Margaret Thatcher, Paolo Pati-uno, Thatcher

Luoghi citati: Bruxelles, Francia, Germania Federale, Gran Bretagna, Inghilterra, Italia, Londra, Stati Uniti