Montecitorio, l'attesa del gregario di Luciana Castellina

Montecitorio, l'attesa del gregario Le smanie di protagonisti e portaborse alle prese col totoministri Montecitorio, l'attesa del gregario Goda: «Se va come l'altra volta che l'ho saputo dalla radio...» - Longo: «Pirandello aveva capito tutto» - Luciana Castellina: «Non ho mai visto scene del genere, siamo in Sudamerica» - L'assedio ai cronisti per il nome sul giornale ROMA — Ecco Craxl. Sono le tre di un pomeriggio caldissimo, piazza Montecitorio è deserta. Ha attraversato a passo veloce 11 Transatlantico. Venti cronisti ed altrettanti fotografi con lui, a passo di carica. Craxl ha il volto imperlato di sudore. Scattano i flash, vanno i microregistratori. Dice poco, si sente nulla. Tutti di corsa, sin sulla piazza, nel corridoio stretto dei tubi Innocenti. Craxl si volta: « Valdo, Valdo, vieni con me!'. Spini sale veloce in blindata. «Presidente, presidente' urlano 1 fotografi sotto il sole. Craxi si guarda attorno: «Dov'è Claudio?'. Martelli è rimasto indietro. Scatti di Nikon a raffica, motori imballati della scorta. «Al Raphael?», do manda l'autista. «Al partito' ordina Craxi. Luciana Castellina, dorata nel vestito verde di tela, si ferma con il cronista. «Dolce vita Anni Cinquanta? Paparazzate?', «Sud America, Sud America, mai viste scene del genere' risponde in questo pomeriggio romano sul filo della conclusione della crisi. Dalle 15 alle 18 Montecitorio resta deserta. Goria si fa vedere in prima serata. «I segretari s'incontrano a messanotte' confida. E per la lista? «/ pugnali si sfoderano domani, a direzioni concluse'. Goria aspetterà alla televisione. «Se va come l'altra volta die ho saputo del Tesoro alla radio...' dice, ma non sembra convinto. La mattinata è cominciata nella pigrizia. I condizionatori d'aria non vanno. Montecitorio è in una cappa di piombo. Il Transatlantico è un bagno turco. Oltre il «corridoio dei ministri» Craxi riceve i segretari dei partiti. Sui divani in ! pelle, corre 11 toto-ministri. | e«Tanto si vedono stanotte — rdlce il cronista di un giornale a del Nord — stanotte si decide, 'inetti una sera a cena"'. «Se magnano er core' replica un informatore. «Ma no — ribatte il cronista settentrionale — si accordano, si accordano'. Un'aria pigra e molle domina il Transatlantico. Il «grande bivacco» della crisi d'agosto s'accende a balzi improvvisi. Personaggi illustri o sconosciuti con accesso al Palazzo, tutti sono ascoltati. Previ sioni e indiscrezioni corrono nella lunga attesa, animano Montecitorio, poi il caldo e le nuove voci respingono nel nulla dicasteri assegnati e negati. Arriva Longo. La cronista dell'agenzia Asca lo blocca per prima. Tutti dietro. «L'Italia si domanda su quale poi trona finirà il segretario socialdeìnocratico...'. Longo sfodera un bel sorriso. Alla giornalista che porge il microfono, risponde con autoironia, «Mia cara, all'Italia della mia poltrona non gliene frega niente'. S'accendono le telecamere. Longo si fa serio. Chi domanda precisazioni al presidente incaricato — risponde — recita a soggetto, alza il prezzo. Gioca la sua parte'. Da Craxi c'è Spadolini. Longo aspetta il suo turno e continua: «Pirandello aveva capito lutto, la storia si ripete'. Un notista di spicco esclama: «Se lo mandano alle Finanze, sai die pacchia'. Longo continua: «Ci sono tentativi di alzare il prezzo'. Attorno a lui il gruppo s'infittisce. Le dichiarazioni del leader socialdemocratico si perdono nella confusione. Resta in disparte soltanto Ugo Zatterin Riposato, passeggia nella sua pffbella giacchetta a scacchi con Vittorio Orefice: «Sono qui per sbaglio — confessa il di- rettore del Tg2 — ero in ccn- irò, c mi sono detto: "vado a vedere, dal vivo, l'ambiente che vedo sempre in televisione in bassa frequenza"'. Cosi Zatterin s'è presentato alla Camera. I commessi di Montecitorio lo ossequiano. Se ne stanno schierati accan- lo alla postazione televisiva, pronti a comparire alle spalle di Nuccio Fava. La crisi è alle ultime battute. Marco Pan- nella corre verso la «barberia» per uno «sciampo». «Clie eleganza onorevole' dice una giornalista molto bella. «Roba vecchia, tutta roba vecchia' risponde Palmella soddisfat lo. Antonello Trombadori è in sala stampa. «Che ne pensa della crisi?'. «Come che ne penso? lo sto qui a lavorare, faccio il giornalista, faccio la critica cinematografica per l'Europeo, non lo sapete? La faccio da tre aìini». «Sì, ma che ne pensa?' «Penso die sto a lavora e celò da fa'. Longo finisce di parlare. Telecamere e luci spente. «Sciolti? sciolti?», grida qualcuno ai cronisti e i microregistratori si spengono. E' il segnale per una conversazione che torna distesa con Longo che adesso sogna la spiaggia di Marina Romea. «Come, non la conoscete? Sta sopra Ravenna Accanto al lido degli scacchi?' Longo non risponde. Nel Transatlantico riprende il toto-ministri. Gregari ed uomini di mano, portaborse e segretari implorano un posto nell'organigramma. Un cronista giovane è assediato. Si giustifica: «La lista non la faccio io, la fa il direttore...'. Tutti si allontanano e all'uomo con la camicia segnata da gore vastissime dice con stanchezza: « Va bene, allora cancello Mannino e metto il tuo. Ti vanno bene i Beni Culturali?' «Ma se ci va Vernola!* «Ma allora dove lo metto?: «Marina Mercantile, dai die ti frega, segtia Marina Mercantile'. De Mita se ne è andato senza fermarsi, Spadolini è scomparso da un'uscita se condarla, ha parlato prima di entrare, Zanone ha detto poco. Montecitorio vive le ore della vigilia in un clima rilassato. Cronisti e fotografi si fanno intorno a Giorgio la Malfa. «Giorgio perette Spadolini non si e visto?' Gli domanda un giornalista amico. La Malfa parla di banca d'Italia e di macroeconomia. Si interrompe: «Non si è visto perché non voleva vedere la tua faccia'. Francesco Santini

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