MINISTRI, SCONTRO PIÙ DURO di Luca Giurato

MINISTRI, SCONTRO PIÙ' DURO Craxi costretto a rinviare l'appuntamento con Pertini MINISTRI, SCONTRO PIÙ' DURO Forlani dovrebbe essere il vicepresidente unico - Dopo Longo (al Bilancio), anche Spadolini (alla Difesa) e Visentini (alle Finanze) entrano nel governo - Incerta la presenza di Zanone - Proprio l'ingresso di tanti leader nella compagine ministeriale provoca aspre reazioni di troppi importanti esclusi, soprattutto democristiani ROMA — La definizione dei ministeri e la scelta dei ministri, mai cosi laboriosa e contrastata, ha costretto Craxi a rinviare la visita a Pertini per sciogliere definitivamente la riserva. Pertini è rimasto a Castel Porziano per tutta la giornata di ieri, in attesa di una telefonata dal «Raphael» che è arrivata tardi, senza la notizia che il Presidente tanto sperava. Craxi ha infatti comunicato che, per la lista, c'erano ancora molti problemi; contava di risolverli nelle notte, tra una cena a due o a quattro, un incontro bilaterale e le solite telefonate, estenuanti ed interminabili. Ma l'atmosfera è tesa. Proprio nel psi, 11 partito del presidente del Consiglio Incaricato, qualcuno, per la prima volta, critica il leader tanto amato: «Maledizione a quando Bettino ha accettato l'idea di Spadolini di fare, per i ministri, gli incontri a due anziché il vertice. Ora, purtroppo, si vedono i risultati!». Craxi sostiene invece che non si poteva fare altrimenti Rimane ottimista e più che mai deciso. Sarà certamente il più informato di tutti, ma l'impressione generale è che non basterà una sola notte a portare consiglio là dove c'è uno scompiglio quasi totale Gli ostacoli maggiori, ieri, venivano dalla de, dal pli, dove Spadolini ha «soffiato» a Za none la Difesa e da numerosi esponenti del psi, la cui dele gazione sembra declassata La de ha spostato la direzione da ieri ad oggi; la scelta di Forlani vicepresidente del Consiglio unico, suggerita da De Mita ed accettata con entusiasmo da Craxi, ha provocato le proteste di alcuni capi storici (si dice Andreotti t Fanf ani) che non vogliono co me capo delegazione al governo un esponente della minoranza, sia pure autorevole e di indiscussa competenza. 'Nel la de, bisogna perdere o essere, all'opposizione per contare qualcosa!., avrebbe detto uno dei membri dell'ufficio politico a De Mita. Ma il -caso de» più clamoroso riguarderebbe Emilio Colombo, che «radio fante», come la chiama Craxi, vorrebbe declassato alla Cassa del Mezzogiorno, un ministero, tra l'altro, senza portafoglio, oppure al coordinamento tra agricoltura e politica comunitaria. Conosciuto e stimato in tutte le capitali che contano per la sua lunga attività di ministro degli Esteri, Colombo si arrabbiò quando, la settimana scorsa, circolarono le prime voci di una sua sostitu zione, prima a favore di Spadolini, poi, per l'Impuntatura di De Mita, di Andreotti. Fece i suoi passi, ma Andreotti, oltre 11 segretario, aveva dalla sua anche Piccoli, presidente del partito. -Colombo avrà il Tesoro. Oggi, con l'economia sempre in primo piano, che cosa si vuole di piti?', spiegò un giornalista un personaggio de di primissimo piano. AH'ultim'ora, Ieri, sembra che le cose siano nuovamente cambiate: De Mita avrebbe proposto a Craxi la conferma di Qoria e il trasferimento di Colombo alla Cassa. Forlani sarebbe intervenuto in favore di Colombo chiedendo che «certe scelte vengano fatte da Craxi e non dui partito». Risultato: una. notte insonne per tutti, e nuove grane per il presidente incaricato che, ieri mattina, sembrava a un passo dal traguardo per avere ottenuto l'intesa definitiva sul programma economico e 11 «si», quasi definitivo, di Spadolini alla Difesa e di Vlsentl ni alle Finanze. Per il programma, gli esperti dei partiti hanno lavo rato presto e bene, tanto che tutti e cinque i loro leader hanno accolto le modifiche come un successo personale. Il più contento di tutti è Spadolini: .Finalmente si chiarito che la politica dei redditi, questo sacrilegio dei decenni trascorsi, è ora un punto fermo della maggioranza: intorno ad essa ruoterà il programma economico del governo, con l'obbiettivo di riprendere la lotta senza quartiere all'inflazione'. Naturalmente, su quecto punto-chiave del programma, elanlalixBlpcitCZdlttitspnmr e su altri, fondamentali, come la politica monetaria, nessuno, dal psi ai liberali, intende lasciare «monopoli» a Spadolini. Esulta Longo, al quale Craxi ha offerto il ministero del Bilancio. «Il programma realizza insieme rigore e sviluppo, come i liberali sin dalla campagna elettorale hanno indicato; affermano, contenti, Zanone e il suo esperto, Caffarena. Ma, ieri mattina, la gioia di Zanone, come quella di Craxi di tanti altri leader, è stata di breve durata. Il segretario liberale è arrivato a Montecitorio dove Craxi aveva ricevuti De Mita, Longo e Spadolini in grande forma; il prcsiden te incaricato, oltre a dargli la sua parte di soddisfazione sul programma, gli aveva comunicato, il giorno prima, che il ministero della Difesa, dopo il rifiuto di Spadolini, era a sua disposizione. Un attimo dopo, dentro lo studio, la doccia fredda: -Caro Zanone, mi sembra che Spadolini ci abbia ripensato, purché entri anche Visenttnt alle Finanze. Longo è d'accordo per spostarsi dalle Finanze al Bilancio. Tu andresti dalla Difesa alle Partecipazioni Statali?-. Io, personalmente, proprio no. Tra poco si riunisce la nostra direzione. Di certo, posso anticiparti che non accetteremo posti die non siano degni del nostro impegno e della simpatia con la quale abbiamo sempre seguito ed appoggialo il tuo tentativo: Il pli è in attesa di contro-offerte che tardano e che forse non arriveranno mai. Si è parlato dell'Industria, ma Craxi dovrà pur dare un ministro che conta anche ai socialisti. Cosi, almeno, dicono, un po' tesi e un po' avviliti, in via del Corso. Luca Giurato

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