Emanuela, solo falsi allarmi da 10 giorni nessun segnale

Emanuela, sefo falsi allarmi da 10 giorni nessun segnale Telefonate di mitomani per la ragazza rapita Emanuela, sefo falsi allarmi da 10 giorni nessun segnale DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — «Non immagino che cosa, ma qualcosa ora dovrà pur accadere». Il padre di Emanuela Orlandi è sfinito dal dolore che si sfilaccia in ore interminabili d'attesa e d'angoscia.-Prima era dal telefono di casa che si attendeva la notizia capace di riportare la speranza sulla sorte della figlia. Adesso, da quando il telefono è stato isolato per scoraggiare gli sciacalli e concentrare gli eventuali contatti con i rapitori nelle mani di una sola persona, l'avvocato di fiducia del Vaticano scelto come legale della famiglia e con una delega totale da parte di questa, le notizie vengono attese dalla radio e dalla televisione. «Da qualche giorno ho ripreso ad andare in ufficio. Tanto, in casa non c'è molto da fare. Con il telefono isolato, l'attesa è ancora più snervante» ha aggiunto il signor Ercole Orlandi, uscendo dal Palazzo di giustizia dove il giudice Sica lo aveva ascoltato per ricostruire le abitudini di Emanuela, il carattere, le relazioni della ragazza, quelle almeno che un genitore conosce della propria figlia ormai adolescente ed è in grado di riferire. Il magistrato insomma ripercorre fin dall'inizio le fasi del sequestro e l'insieme delle premesse, per ricavare quelle indicazioni che permettano di risalire alla banda che ha agganciato la ragazza convincendola a seguire i nuovi amici o, forse, secondo un'ipotesi, coloro che le promettevano un lavoro breve e ben remunerato. Il padre e la famiglia, intanto, consumano nella loro solitudine le ore dell'attesa e, fanno capire, tentano con la ripresa di una vita normale di fugare i fantasmi terribili che l'incertezza sulla sorte della figlia alimenta. Gli inquirenti brancolano nel buio, e la mancanza di indicazioni precise cui affidarsi li costringe a tener dietro ai pazzi, i crudeli, i mitomani che continuano a segnalare false notizie sul conto di Emanuela. Sabato sera una telefonata al pontificio Istituto «Propaganda Fide» di Castellando) fo annunciò che la gio¬ vane stava per essere portata presso il lago di Castel Gandolfo. Viva o morta? Non fu detto. Bastò perché uomini della polizia e dell'arma del carabinieri per tutta la notte e ancora per la giornata di domenica scandagliassero le rive del lago e tutta la zona dell'entroterra. DI Emanuela non fu trovata alcuna traccia. Ieri nuova segnalazione, al «Mattino, di Napoli. «L'ultimatum è scaduto. Troverete il corpo di Emanuela Orlandi nel lago di Patria. La segnalazione di due giorni fa che portava al lago di Castel Gandolfo era opera di mitomani. Noi siamo i veri rapitori: i lupi grigi» ha detto un anonimo al telefono. Anche a lui gli inquirenti non hanno dato un eccessivo credito. Tuttavia da Roma sono partiti un ufficiale e un sottufficiale del reparto operativo dei carabinieri, Sul posto, a scandagliare il lago e le sue rive si sono concentrati carabinieri-sommozzatori, militari, unità cinoftle, un elicottero. Le due segnalazioni non hanno dato risultato alcuno. Hanno indicato, pur nella loro rozzezza, quale effetto suggestivo su menti insane ab biano prodotto i drammatici momenti del sequestro Moro; dalla falsa segnalazione che dava 11 corpo dello statista nel lago della Duchessa, quando egli era ancora in vita, alla provocatoria scelta di far ri trovare il cadavere a mezza strada fra la sede della de e quella del pei. Anche questa volta, osservano gli inquirenti, 1 mitomani hanno scelto luoghi allusivi per dare risalto al loro provocatorio messaggio. Ma non è questa, ritengo no tutti, la pista buona. Di certo, purtroppo, per ora c'è soltanto questo: 1 rapitori non si fanno vivi da più di dieci giorni, Emanuela non ha mal mandato un segnale con creto della sua sopravvivenza dopo il nastro con le sue gene ralità che potrebbe risalire al momento del sequestro, quando magari la ragazza non si era ancora resa conto dell'angosciosa avventura che stava per incominciare per lei (11 nastro con 1 lamenti è successivo, e su di esso il margine di dubbio è ampio). E in questi quaranta giorni, di cui forse non si riuscirà mal a ricostruire la storia vera, non è stata solo una banda di «balordi» ad agire.

Persone citate: Emanuela Orlandi, Ercole Orlandi, Sica

Luoghi citati: Castel Gandolfo, Napoli, Roma