Cercavano il carbone trovarono l'iguanodonte
Cercavano il carbone trovarono l'iguanodonte Cercavano il carbone trovarono l'iguanodonte differenze riscontrate in particolari ossei e nelle dimensioni. Gli scheletri completi di Bernissart dimostrarono inoltre chiaramente che questi dinosauri erano bipedi e che il preteso corno era invece un artiglio degli arti superiori. Gli iguanodonti erano però esseri realmente strani. Il cranio, allungato e irrobustito anteriormente, era incurvato verso 11 basso nelle ossa premascellarl e predentali. Mascella e mandibola erano ornate da numerosi denti spatoliformi, disposti a rastrelliera e capaci di rompere e triturare vegetali anche resistenti. Il collo lungo e un po' arcuato assicurava notevole mobilità al capo. Il corpo era proteso in avanti e veniva perfettamente bilanciato dalla coda, particolarmente massiccia e robusta. La cintura scapolare e gli arti anteriori costituivano un insieme poderoso per l'approvvigionamento del cibo e per la difesa. L'arto anteriore era dotato di un artiglio e di dita tali da scoraggiare avversari anche di grande mole. Gli arti inferiori erano allungati, con piede tridattilo, atti a muoversi su terreno anche cedevole e a mantenere una corsa abbastanza veloce in nenti questo fossile rappresentava un animale gigantesco. OonX.intervento della direzione della miniera la ricerca divenne ufficiale e assunse presto il ritmo di una gara. Lo stupore crebbe quando si constatò che i resti appartenevano quasi sempre ad animali che apparivano simili. GII scavi proseguirono per mesi finché la scoperta iniziale si concretò in una raccolta di fossili senza eguali. Gli studiosi, accorsi in buon numero, riconobbero che i resti appartenevano a iguanodonti, dinosauri erbivori appartenenti all'ordine degli Ornitischi. Fra le caratteristiche più salienti erano 1 denti, di forma eguale a quella delle iguane attuali. Inoltre alcune ossa del bacino e del piede confermavano l'inquadramento risultando ben correlabili con le corrispondenti strutture degli uccelli. Fino al ritrovamento di Bernissart le conoscenze sugli Iguanodonti erano largamente incomplete e si basavano quasi unicamente su resti frammentari rinvenuti nel 1822 in Inghilterra. Le prime descrizioni facevano presumere che questi rettili giganteschi si muovessero su quattro zampe e che portassero una specie di corno osseo sull'estremità anteriore del muso. Le ricerche nella miniera di Bernissart iniziate e proseguite con ritmo crescente vennero sospese improvvisamente a causa di una disastrosa inondazione della galleria con conseguente crollo di tutte le Impalcature. Fratlanto tirano state estratte le ossa di oltre trenta individui, fra i quali alcuni eccezionalmente conservati fino ai particolari morfologici più minuti. La preparazione e la sistemazione dei reperti di Bernissart, ormai famosi in lutto il mondo, si protrasse per un quarto di secolo destando sempre maggiore interesse. Infine buona parte del materiale trovò degna collocazione in una grande sala del Museo Reale di Storia naturale di Bruxelles, costituendone l'attrattiva più evidente e suggestiva. Gli scheletri montati nella posizione dell'animale vivo furono dieci; altri venti individui più o meno completi vennero esposti adagiati come erano stati conservati nelle argille cretacee. Con lo studio di questi imponenti resti fossili vennero individuate due specie distinte, in base ad alcune Cercavano il carbone trovarono l'iguanodonte Cercavano il carbone trovarono l'iguanodonte differenze riscontrate in particolari ossei e nelle dimensioni. Gli scheletri completi di Bernissart dimostrarono inoltre chiaramente che questi dinosauri erano bipedi e che il preteso corno era invece un artiglio degli arti superiori. Gli iguanodonti erano però esseri realmente strani. Il cranio, allungato e irrobustito anteriormente, era incurvato verso 11 basso nelle ossa premascellarl e predentali. Mascella e mandibola erano ornate da numerosi denti spatoliformi, disposti a rastrelliera e capaci di rompere e triturare vegetali anche resistenti. Il collo lungo e un po' arcuato assicurava notevole mobilità al capo. Il corpo era proteso in avanti e veniva perfettamente bilanciato dalla coda, particolarmente massiccia e robusta. La cintura scapolare e gli arti anteriori costituivano un insieme poderoso per l'approvvigionamento del cibo e per la difesa. L'arto anteriore era dotato di un artiglio e di dita tali da scoraggiare avversari anche di grande mole. Gli arti inferiori erano allungati, con piede tridattilo, atti a muoversi su terreno anche cedevole e a mantenere una corsa abbastanza veloce in nenti questo fossile rappresentava un animale gigantesco. OonX.intervento della direzione della miniera la ricerca divenne ufficiale e assunse presto il ritmo di una gara. Lo stupore crebbe quando si constatò che i resti appartenevano quasi sempre ad animali che apparivano simili. GII scavi proseguirono per mesi finché la scoperta iniziale si concretò in una raccolta di fossili senza eguali. Gli studiosi, accorsi in buon numero, riconobbero che i resti appartenevano a iguanodonti, dinosauri erbivori appartenenti all'ordine degli Ornitischi. Fra le caratteristiche più salienti erano 1 denti, di forma eguale a quella delle iguane attuali. Inoltre alcune ossa del bacino e del piede confermavano l'inquadramento risultando ben correlabili con le corrispondenti strutture degli uccelli. Fino al ritrovamento di Bernissart le conoscenze sugli Iguanodonti erano largamente incomplete e si basavano quasi unicamente su resti frammentari rinvenuti nel 1822 in Inghilterra. Le prime descrizioni facevano presumere che questi rettili giganteschi si muovessero su quattro zampe e che portassero una specie di corno osseo sull'estremità anteriore del muso. Le ricerche nella miniera di Bernissart iniziate e proseguite con ritmo crescente vennero sospese improvvisamente a causa di una disastrosa inondazione della galleria con conseguente crollo di tutte le Impalcature. Fratlanto tirano state estratte le ossa di oltre trenta individui, fra i quali alcuni eccezionalmente conservati fino ai particolari morfologici più minuti. La preparazione e la sistemazione dei reperti di Bernissart, ormai famosi in lutto il mondo, si protrasse per un quarto di secolo destando sempre maggiore interesse. Infine buona parte del materiale trovò degna collocazione in una grande sala del Museo Reale di Storia naturale di Bruxelles, costituendone l'attrattiva più evidente e suggestiva. Gli scheletri montati nella posizione dell'animale vivo furono dieci; altri venti individui più o meno completi vennero esposti adagiati come erano stati conservati nelle argille cretacee. Con lo studio di questi imponenti resti fossili vennero individuate due specie distinte, in base ad alcune
Luoghi citati: Bruxelles, Inghilterra
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