Come le api infuriate scelgono il bersaglio

Come le api infuriate scelgono il bersaglio Come le api infuriate scelgono il bersaglio AZZOPPATO da un nugolo d'api; cosi mi trovo oggi. Ma a parte 11 gonfiore orrendo (quattordici punture accertate, dieci su una caviglia e quattro sull'altra) e il fastidio di dover stare alternativamente con 1 piedi a bagno in acqua salata e distesi su un cuscino, mi chiedo come abbiano fatto quelle guardiane indiavolate a individuare nel giro di pochi secondi le uniche parti del mio corpo non sufficientemente protette. Ero molto attento, fin troppo forse, e le ho viste benissimo uscire in formazione ordinata da una fessura apertasi accidentalmente sotto il tettuccio dell'arnia; saranno state un centinaio. Solo una decina però mi hanno urtato 11 petto, la gambe, la retina protettiva del cappello: una mi ha punto leggermente attraverso 1 pantaloni; le altre si sono addensate immediatamente Intorno alle zone che avevo coperte solo da un paio di calzini leggeri, e 11 si sono accanite. Distinguo prudenzialmente «urtato» da «punto» perché sono quasi certo che le api sanno fare distintamente l'una e l'altra cosa: spesso quando mi aggiro intorno alle arnie, e puntualmente quando mi intrometto nella zona di transito delle bottinatrici, alcune mi urtano violentemente in zone anche scoperte del corpo (ma soprattutto lnf lerlsono sui capelli) senza tuttavia infiggere il pungiglione. Penso clie si tratti di una Cren.}/ OIORNI PAMIGLIE 14 15 16 17 18 19 20 FAGACEAE (Castagno) 14 11 12 9 5 26 11 PLANTAGINACEAE (Piantagglne) 12 1113 2 URT1CACEAE (Parletaria.ortica) 37 56 98 45 20 65 39 COMPOSITAE (Erigeron.galinsoga) —12 112 1 GRAMINEAE (poa.fes.uca) 19 22 28 9 5 23 13 L'aumento di temperatura e l'assenza di piogge hanno causato un aumento di concentrazione pollinica rispetto alla settimana precedente. A cura dcìVlslltuto e Orto Botanico dell'Università di Torino c della sezione dì Allergologia dell'ospedale Maurleiano. sorta di avvertimento o di Intimidazione. Si sa che a questi insetti non sempre conviene pungere, poiché se 1 tessuti della vittima sono elastici, come la pelle dell'uomo, il pungiglione spesso risulta lnestraiblle e all'atto del distacco l'animale si sviscera. Quanto alla scelta fulminea del bersaglio costituito dalle mie caviglie, l'unica Ipotesi che mi sento di sostenere è che le prime api che hanno trovato da pungere efficacemente (e qui bisogna supporre che sappiano distinguere le punture efficaci da quelle in tutto o In parte annullate da un tessuto protettivo) l'abbiano segnalato alle altre. Ma come? Sappiamo molto poco sui meccanismi di coordinamento delle azioni collettive e sulla comunicazione, in particolare riguardo agli insetti: 1 quali costituiscono, non lo si dimentichi, il raggruppamento più differenziato e cospicuo del regno animale. Nel caso In questione la rapidità dell'intesa fa supporre che siano stati usati segnali di tipo acustico e/o visivo piuttosto che chimico: ed è tutto, cioè 11 buio più sconsolante (o stimolante). Ma non si può anche pensare che un certo numero di api, quelle che mi hanno colpito sulle parti protette dai vestiti, abbiano sbagliato bersaglio, e che le altre lo abbiano Invece individuato di primo acchito. Bisogne-, rebbe allora riconoscere a questi animali una partico¬ lare capacità di distinguere 1 bersagli utili e più o meno protetti sul corpo di un uomo, e quindi anche la sottigliezza o la penetrabilità di una stoffa. Il che, anche se tecnicamente è immaginabile, visti gli strumenti sensori di cui questi insetti sono dotati e le capacità discriminatorie che dimostrano, per esemplo, quando si trovano alle prese con fiori sconociuti, mi sembra tuttavia improbabile. Anche le zanzare (Culex) e 1 tafani (Tabanus), che si nutrono del sangue di animali omeotermi, sembra che non sappiano orientarsi di primo acchito sul corpo delle loro vittime, e che ricorrano per lo meno al rilevamento termico e tattile per individuare le zone ricche di vasi superficiali. Quantunque spesso si legga che nell'assalto al loro nemici naturali le api e altri imenotteri aculeati, come le vespe, portino con sicurezza 1 colpi alle regioni più vulnerabili del corpo, lo ho potuto osservare in diverse occasioni che la maggior parte dei colpi lnfertl nel corso di assalti prolungati ai danni di grossi coleotteri erano diretti indiscriminatamente a ogni parte del corpo, anche alle più dure, e questo anche dopo che le vittime avevano subito le prime punture efficaci. Dubito tuttavia che si trattasse In ogni caso di tentativi di puntura, e non piuttosto di semplici urti con lo scopo di saggiare e disorientare l'avversarlo. Pier V.Molinario Come le api infuriate scelgono il bersaglio Come le api infuriate scelgono il bersaglio AZZOPPATO da un nugolo d'api; cosi mi trovo oggi. Ma a parte 11 gonfiore orrendo (quattordici punture accertate, dieci su una caviglia e quattro sull'altra) e il fastidio di dover stare alternativamente con 1 piedi a bagno in acqua salata e distesi su un cuscino, mi chiedo come abbiano fatto quelle guardiane indiavolate a individuare nel giro di pochi secondi le uniche parti del mio corpo non sufficientemente protette. Ero molto attento, fin troppo forse, e le ho viste benissimo uscire in formazione ordinata da una fessura apertasi accidentalmente sotto il tettuccio dell'arnia; saranno state un centinaio. Solo una decina però mi hanno urtato 11 petto, la gambe, la retina protettiva del cappello: una mi ha punto leggermente attraverso 1 pantaloni; le altre si sono addensate immediatamente Intorno alle zone che avevo coperte solo da un paio di calzini leggeri, e 11 si sono accanite. Distinguo prudenzialmente «urtato» da «punto» perché sono quasi certo che le api sanno fare distintamente l'una e l'altra cosa: spesso quando mi aggiro intorno alle arnie, e puntualmente quando mi intrometto nella zona di transito delle bottinatrici, alcune mi urtano violentemente in zone anche scoperte del corpo (ma soprattutto lnf lerlsono sui capelli) senza tuttavia infiggere il pungiglione. Penso clie si tratti di una Cren.}/ OIORNI PAMIGLIE 14 15 16 17 18 19 20 FAGACEAE (Castagno) 14 11 12 9 5 26 11 PLANTAGINACEAE (Piantagglne) 12 1113 2 URT1CACEAE (Parletaria.ortica) 37 56 98 45 20 65 39 COMPOSITAE (Erigeron.galinsoga) —12 112 1 GRAMINEAE (poa.fes.uca) 19 22 28 9 5 23 13 L'aumento di temperatura e l'assenza di piogge hanno causato un aumento di concentrazione pollinica rispetto alla settimana precedente. A cura dcìVlslltuto e Orto Botanico dell'Università di Torino c della sezione dì Allergologia dell'ospedale Maurleiano. sorta di avvertimento o di Intimidazione. Si sa che a questi insetti non sempre conviene pungere, poiché se 1 tessuti della vittima sono elastici, come la pelle dell'uomo, il pungiglione spesso risulta lnestraiblle e all'atto del distacco l'animale si sviscera. Quanto alla scelta fulminea del bersaglio costituito dalle mie caviglie, l'unica Ipotesi che mi sento di sostenere è che le prime api che hanno trovato da pungere efficacemente (e qui bisogna supporre che sappiano distinguere le punture efficaci da quelle in tutto o In parte annullate da un tessuto protettivo) l'abbiano segnalato alle altre. Ma come? Sappiamo molto poco sui meccanismi di coordinamento delle azioni collettive e sulla comunicazione, in particolare riguardo agli insetti: 1 quali costituiscono, non lo si dimentichi, il raggruppamento più differenziato e cospicuo del regno animale. Nel caso In questione la rapidità dell'intesa fa supporre che siano stati usati segnali di tipo acustico e/o visivo piuttosto che chimico: ed è tutto, cioè 11 buio più sconsolante (o stimolante). Ma non si può anche pensare che un certo numero di api, quelle che mi hanno colpito sulle parti protette dai vestiti, abbiano sbagliato bersaglio, e che le altre lo abbiano Invece individuato di primo acchito. Bisogne-, rebbe allora riconoscere a questi animali una partico¬ lare capacità di distinguere 1 bersagli utili e più o meno protetti sul corpo di un uomo, e quindi anche la sottigliezza o la penetrabilità di una stoffa. Il che, anche se tecnicamente è immaginabile, visti gli strumenti sensori di cui questi insetti sono dotati e le capacità discriminatorie che dimostrano, per esemplo, quando si trovano alle prese con fiori sconociuti, mi sembra tuttavia improbabile. Anche le zanzare (Culex) e 1 tafani (Tabanus), che si nutrono del sangue di animali omeotermi, sembra che non sappiano orientarsi di primo acchito sul corpo delle loro vittime, e che ricorrano per lo meno al rilevamento termico e tattile per individuare le zone ricche di vasi superficiali. Quantunque spesso si legga che nell'assalto al loro nemici naturali le api e altri imenotteri aculeati, come le vespe, portino con sicurezza 1 colpi alle regioni più vulnerabili del corpo, lo ho potuto osservare in diverse occasioni che la maggior parte dei colpi lnfertl nel corso di assalti prolungati ai danni di grossi coleotteri erano diretti indiscriminatamente a ogni parte del corpo, anche alle più dure, e questo anche dopo che le vittime avevano subito le prime punture efficaci. Dubito tuttavia che si trattasse In ogni caso di tentativi di puntura, e non piuttosto di semplici urti con lo scopo di saggiare e disorientare l'avversarlo. Pier V.Molinario

Persone citate: Castagno, Cren, Orto